Addio a Gaetano Anzalone, portò Pruzzo e Liedholm alla Roma

29
1284

AS ROMA NEWS – Roma saluta Gaetano Anzalone. Lo storico presidente della Roma negli anni ’70 è morto questa notte, dopo una lunga malattia. Imprenditore edile e membro del consiglio comunale nelle fila della Democrazia Cristiana, intraprese la carriera di dirigente sportivo nell’Ostiense per approdare nella società giallorossa a metà anni ’60 come responsabile del settore giovanile.

Uomo di fiducia del presidente Marchini, gli succede diventando presidente della Roma il 13 giugno 1971, quando rileva la proprietà del club capitolino per un miliardo e mezzo di lire. Signorile e dai modi cordiali, Anzalone fu chiamato dai tifosi “il presidente gentiluomo”. Al timone della squadra giallorossa per otto anni, vive il suo momento di gloria quando la squadra vince il torneo Anglo Italiano nel 1972 e, sul suolo nazionale, con la conquista del terzo posto nel campionato 1974/75.

A lui il merito di aver portato in giallorosso due dei protagonisti del secondo scudetto: il tecnico Nils Liedholm e il centravanti Roberto Pruzzo. In più ingaggiò Pierino Prati e seppe valorizzare al meglio i giovani del vivaio (Conti, Rocca e Di Bartolomei su tutti).

Articolo precedenteDe Rossi in doppia fascia
Articolo successivoRoma, c’è Marcano: un difensore col vizietto del gol

29 Commenti

  1. IL PRESIDENTE ANZALONE HA POSTO LE BASI PER LA ROMA VINCENTE DI VIOLA, DI INIZIO ANNI 80. GRAZIE DI TUTTO. R. I .P.

  2. Ricordo e ringrazio Gaetano Anzalone per aver iniziato la trasformazione della “Rometta” crescendo i Campioni Conti e Di Bartolomei e per aver creato la Tessera Junior Club che con 500 lire permetteva a noi ragazzini di andare a vedere la Roma. Addio Presidente

  3. Mi spiace tantissimo. Un signore nato, romanista nel profondo.
    Non aveva grandi possibilità, ereditò una gestione, quella di Marchini, che aveva lasciato i cassetti della sede del Circo Massimo vuoti con le ragnatele. Dovette barcamenarsi fra il risanamento e i tentativi di rafforzare la squadra, nell’era della Lazio di Maestrelli, poi. I semo da lui gettati fiorirono comunque. Anzalone lasciò in eredità a Viola quasi mezza squadra che poi vinse lo scudetto, Di Bartolomei, Tancredi, B. Conti e Pruzzo (avrebbe dovuto esserci anche Rocca e fino a settembre 82 era in rosa pure Scarnecchia) oltre il centro di Trigoria e il marchio del lupetto (a riprova di uno spirito fortemente innovatore).
    La sua Rom(ett)a era il nostro orgoglio, SEMPRE.

    Arrivederci Gay, arrivederci Presidente

  4. Un presidente di cui si e’ sempre parlato poco schiacciato storicamente dalla figura imponente di Dino Viola ma che in tempi difficili ha contribuito a tenere la ns. squadra a galla . Persona dai toni garbati e dalle poche parole . A lui va dato il merito di aver chiamato per la la prima volta alla guida di as roma Nils Liedholm e di aver progettato Trigoria e lanciato il famoso lupetto stilizzato . Meno il fatto di aver assunto alle proprie dipendenze seppur per un breve periodo Luciano Moggi…

  5. Un’ altro pezzo di storia della roma che se ne va’,una storia di ricordi per chi ha vissuto quegli anni fatti magari di poche vittorie ma di tifo autentico.ciao,gaeta’.

  6. La Roma che ho cominciato a tifare da piccolissimo, all’epoca non lo sapevo, ma era la Roma di Anzalone. Il campo di Trigoria, l’arrivo di Liedholm, Conti, Pruzzo, le basi per la Roma vincente di Viola: tutto opera sua, con poche risorse. Certo, tanti anni fa un mio amico esperto sulla storia della Roma ricordava che all’epoca lo chiamavano “Anzalone 13°” per i piazzamenti poco lusinghieri, ma bisogna ammettere che, ad oggi, ha vinto più della società americana: un trofeo Anglo-Italiano contro ZERO. Che dire, speriamo che Pallotta raggiunga e superi il povero Anzalone, finalmente …

    • Eppure hai un’età e dovresti ricordare qual’era lo score dell’epoca, ossia pareggio in casa e sconfitta fuori.
      I tifosi di allora meritavano la Roma di oggi, e viceversa.

    • Lo score della Roma di Anzalone, con tutta evidenza, lo conosci meglio tu, dal momento che, come ho detto, all’epoca ero piccolissimo, e quando ho cominciato a seguire la Roma ormai erano i primi anni di Viola … Ma mi risulta che i tifosi di allora, che sicuramente meritavano la Roma di oggi, hanno avuto una Roma vincente nel giro di pochi anni senza dover aspettare ere geologiche, grazie a Viola ma anche al precedente lavoro di Anzalone, e con mezzi inferiori a quelli odierni. Trovo del tutto offensivo, invece, il tuo “viceversa”. Saranno cambiati i tempi, ma prendersi le coppe in faccia da Lotito non si augura nemmeno alla Roma del 1952 o della colletta del Sistina … A meno che a te abbia fatto piacere 🙁

    • Ci siamo sciroppati uno scudetto in faccia nel 74 con ben 4 derby persi consecutivamente, ma all’epoca non c’erano i piagnoni di oggi. I laziali rosicavano perché vedevano dall’altra parte un tifo sempre unito
      nonostante la Roma facesse più partite che punti e rischiasse, come nel 72 e nel 79, addirittura la serie B. Avevo 10 anni, nato in una famiglia di laziali storici, mi portavano con forza in Tevere a vedere la Lazio di Chinaglia. Gli occhi ce l’avevo sempre fissi sul tabellone per vedere cosa facesse la Roma. Perdeva quasi sempre. E più perdeva, più resistevo alle pressioni dei miei zii perché sapevo che DOVEVO essere romanista per sempre. Nessuno della mia generazione è diventato della Lazio. La Roma aveva ben altro richiamo. La Roma per me è ribellione e la libertà.

    • Sì, certo, lo capisco e lo rispetto. Osservo, però, che oggi, fermo restando che la Roma possa essere ribellione e libertà, oltre ai piagnoni c’è chi ha ben presente le faraoniche ambizioni della proprietà americana e, magari, si aspetta qualche risultato concreto, beninteso, sempre che ciò non faccia schifo a chi, come te, ha una visione romantica del calcio. E che, da quanto vedo, di scudetti dei dirimpettai se ne è sciroppati due.

  7. Mi dispiace molto per la perdita di una persona distinta, intelligente e garbata.Possa il Signore accogliere la sua anima.

  8. I suoi gioielli: il vivaio, il lupetto, Trigoria e alcuni campioni che hanno fatto la nostra storia.
    Gli mancava la tigna di Viola ma aveva fantasia e coraggio. Grazie ad una sua iniziativa feci il mio primo abbonamento: la tessera Roma Junior Club con la quale compravo i biglietti a 300 lire.

  9. La terra ti sia lieve Presidente , la tua Roma del 73/74 avevo 9 anni mi fece innamorare della maggica , poi la curva fece il resto . Grazie

  10. Una persona sopra le righe e un presidente serio. Ha salvato la Roma 2 volte e ha gettato le basi per Viola. Grazie di tutto, grande ROMANISTA, nella mia testa ci sono e ci saranno per sempre le tue parole.

  11. Bravo rr, hai ricordato bene: Anzalone ha salvato la Roma 2 volte, forse 3. La prima nel 1971 quando la rilevò dissanguata da Marchini e la seconda nel 79, quando la “regalò” al più incisivo Viola. Aggiungo pure che la salvò cedendo Cordova (il genero di Marchini) prima che esplodesse il calcio scommesse, che infatti andò a “infettare” la Lazio (in realtà un corpo già malato di suo, con i vari Wilson, Giordano e Manfredonia).

  12. Che idee confuse che avete… Era uno dei tanti palazzinari romani, insediato a forza da Andreotti in quella posizione.

  13. Ma quali idee confuse! Lo sanno tutti che Andreotti ha tenuto per decenni sotto scacco la (sua) Roma, per puro calcolo politico riguardo gli equilibri dei poteri. Una Roma vincente anche nello sport (oltre che nella politica) sarebbe stato insopportabile per il resto de Paese. Tuttavia fra i presidenti fantoccio Anzalone, almeno, ha provato a far qualcosa per la squadra. Se ricordi anche Viola, un indipendente, dovette pagare lo scotto diventando senatore della DC. Certo se ripensiamo a Evangelisti, Marchini e Ciarrapico i brividi scorrono.

  14. Tanto per dare pane al pane e vino al vino…è vero che Pruzzo arrivò alla Roma nell’ultimo anno di presidenza di Anzalone (1978-79 ) ma è verissimo che i soldi per il suo acquisto dal Genoa ,per una valutazione complessiva di 800 milioni di lire, comprensiva del prestito di Bruno Conti, li sganciò un certo Consigliere,l’anno dopo divenuto Presidente,di nome Dino Viola.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome