De Rossi, notte di lacrime e emozioni

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AS ROMA NEWS – La pioggia è come se non ci fosse nella lunga notte dell’Olimpico. Non annacqua l’arrivederci a De Rossi e nemmeno la contestazione a Pallotta. Il senso di appartenenza non abdica nemmeno nella sera in cui, 2 anni dopo Totti, si sfila per sempre la maglia giallorossa anche l’altro capitano. Il presidente non c’è, ma in campo la gente si gode la Roma. Quella vera. Daniele piange in campo con Francesco e Bruno. Già, anche Conti è lì con loro e con i colori più belli. Ranieri ha la sciarpa al collo e più di una lacrima per l’affetto ricevuto nella sua ultima partita. Le bandiere sventolano per sempre. Non quella a stelle&strisce, però.

GRANDE FAMIGLIA – La Roma si deve accontentare del 6° posto e dell’Europa League. Ripartirà dal 2° turno preliminare (25 luglio-1° agosto). Ma si gode fino in fondo De Rossi che, dopo il giro di campo con al fianco la moglie Sarah, si inchina sotto la Sud e bacia la terra sotto la curva. È il finale. All’inizio la primogenita Gaia entra addirittura prima di papà Daniele, attentissimo agli altri suoi due cuccioli, Olivia e Noah. Anche gli altri giocatori scendo in campo tenendo per mano i loro piccoli. L’Olimpico è giallorosso come piace a De Rossi. La Sud e il resto dello stadio omaggiano subito il capitano. Con la voce e per iscritto. È la sua serata al termine di una stagione deprimente e balorda. Finita con l’uscita di scena del giocatore più rappresentativo.

«RANIERI UNO DI NOI» – Anche senza Champions, sincero e coinvolgente il consenso della tifoseria per Ranieri. È stato apprezzato per aver preso le distanze dalla società. Sul finire del 1° tempo, il pubblico urla forte: «Claudio Ranieri». Al coro si uniscono anche i tifosi arrivati da Parma: pure lì ha lasciato il segno, subentrando in corsa nel febbraio 2007 e salvando il club dalla retrocessione. Il tecnico applaude la Nord e subito dopo la Sud. E si commuove, davanti alla panchina, prima di inchinarsi per ringraziare la sua gente. Il pianto spontaneo, sotto il diluvio, è in diretta tv. Il coro è eloquente: «Ranieri uno di noi».

STRAPPO DEFINITIVO – Lo stadio è coloratissimo: 62.304 spettatori. Più dei 61.889 della semifinale Champions con il Liverpool del 2 maggio 2018 e più dei 59.716 del Roma-Genoa del 28 maggio 2017, l’addio di Totti. Il cuore è per la Roma, non per la proprietà Usa. Nel mirino c’è Pallotta. E con lui il suo suggeritore Baldini. Il presidente, mai più presente allo stadio da oltre un anno, fa il pieno di insulti. La tifoseria è stufa e non lo vuole più alla guida del club.

CENTRAVANTI STIZZITO – Il premio a Zaniolo, come migliore giovane del campionato, prima del via. Ma va in panchina come Manolas. Ranieri chiude la serie di 12 partite con 22 punti (6 vittorie, 4 pareggi e 2 ko). Il successo sul Parma, 2-1, con il 4-2-3-1. Pellegrini firma il vantaggio nel 1° tempo: sinistro sporcato da Gagliolo. Il centrocampista segna il 15° gol in A e il Parma è la sua vittima numero 15. Quando nella ripresa entra Schick, Dzeko prende male il cambio, anche perché riceve qualche fischio. Il centravanti, sicuro partente, ce l’ha con l’allenatore. La Sud lo calma, regalandogli l’ovazione. Dentro Under e fuori De Rossi che abbraccia l’arbitro Mazzoleni, compagni e avversari. Non esulta Gervinho che fa 1-1 lasciando sul posto Fazio: diagonale di sinistro. Come 2 anni fa, quando salutò Totti, è ancora Perotti a firmare la vittoria al fotofinish: colpo di testa su cross di Under.

(Il Messaggero, U. Trani)

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5 Commenti

  1. La tanta commozione di tutti è stata certamente per la perdita di un campione memorabile, ma molto anche per la consapevolezza di tutti quanti della fine del sogno americano.
    Eravamo tutti stati convinti dalle promesse del peracottaro di poter diventare una società finalmente competitiva. Quest’anno abbiamo tutti la consapevolezza che la dipartita di giocatori di questo spessore (aggiungiamoci anche Manolas Dzeko e chissà forse anche Elsha) ci relegherà di nuovo al ruolo che abbiamo spesso avuto sia nel campionato italiano che nelle coppe europee.
    Purtroppo sono tornati i tempi cupi.
    E anche gli addetti ai lavori lo sanno visto che si fatica a trovare un allenatore importante disposto a sedere sulla nostra panchina.
    Complimenti a Pallotta.

  2. L’ultimo samurai ha avuto “l’onore delle armi” da parte del suo splendido popolo. Ora per omaggiare il sig nessun pallotta aspettiamo il deserto per la campagna abbonamenti forse così capirà cosa significa calpestare i sentimenti delle persone per quel materiale chiamato danaro che tanto da quanto può togliere. Saluti e baci, ora sono stanco devo riposare.

  3. Continua la deromanizzazione. La fascia è andata a Florenzi più comprimario che capitano. Personalmente non guarderò più la Roma fino a quando Pallotta rimarrà presidente e non penso di perdermi niente.

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