I retroscena dell’addio a De Rossi: cronaca di un suicidio annunciato

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AS ROMA NEWS – Nella galleria degli orrori inanellati dalla Roma sulla vicenda del divorzio con De Rossi, forse il succo della questione, e cioè la decisione di rinunciare ai suoi servigi come calciatore, è la scelta meno discutibile. Ci sta che non si consideri più utile tecnicamente un giocatore che compirà 36 anni tra qualche settimana, nel giorno in cui la squadra giocherà in amichevole a New York contro il Benfica, e che comunque quest’anno non è più stato disponibile con continuità dal 28 ottobre, quando si è infortunato nel primo tempo della partita di Napoli.

O meglio, ci starebbe se a pretenderlo fosse l’allenatore scelto per il prossimo anno, o magari i due che sono ancora in ballo. Dunque, delle due l’una: o a Trigoria sono impazziti e hanno deciso motu proprio di anticipare una scelta tecnica (col rischio di ritrovarsi magari il mister, quando arriverà, scontento della decisione) oppure hanno pensato coraggiosamente di anticipare l’inevitabile polverone per mantenere immacolata la corazza del nuovo allenatore. Ma se anche fosse così, davvero avrebbe recato tutto questo fastidio tenersi il capitano in panchina un altro anno e basta? O si pensa che con lui non potrà esserci un vero rinnovamento? Sarebbe curioso.

L’infinito che finisce
Quel che non ci sta è comunque tutto il resto, a cominciare dalle modalità in cui la decisione è stata presa e soprattutto dal modo in cui è stata comunicata, con quella conferenza svolta con i giornalisti che guardavano, prima della faccia emozionata di Daniele, le spalle dei giocatori della Roma con la scritta De Rossi e il simbolo infinito, proprio nel giorno in cui invece Ddr annunciava la fine della sua avventura. Quasi a segnare un ulteriore distacco tra questa società e la squadra, a due giornate dalla fine di un campionato in cui la Roma si sta ancora giocando mezza vita della prossima stagione, quando molti di quelli che ieri piangevano non ci saranno.

Una sorta di suicidio (non solo mediatico) annunciato che affonda le sue radici nella decisione covata da tempo e ufficializzata nel colloquio che c’è stato lunedì pomeriggio a Trigoria tra il giocatore e l’amministratore delegato della società Guido Fienga, con la scelta – a quanto pare pretesa dal capitano – di rendere subito tutto pubblico, oltretutto alla vigilia di una finale di Coppa Italia in cui è impegnata la Lazio. A sentire le reazioni emotive che la conferenza di ieri ha generato, verrebbe da pensare che Trigoria sia un covo di dilettanti che ami andare allo sbaraglio.

Di più, che si divertano a provocare la tifoseria oltretutto dal basso di una bacheca che da quando è sbarcato Pallotta si è impreziosita solo di qualche granello di polvere. Può essere davvero così? Con questa, restano sospese tante altre domande: quali sono stati i singoli ruoli dei dirigenti in questa vicenda e quanto hanno influito i pareri del consulente Baldini da Londra e del presidente Pallotta da Boston? E Totti ha facoltà di parola o non conta niente? E Massara che spazi di potere ha in questo momento in cui formalmente è il ds della Roma? E Monchi che cosa ha detto di “rassicurante” a De Rossi nei colloqui intercorsi prima della sua partenza? E poi che cosa ha fatto cambiare idea?

Quel vuoto di potere
Per quanto abbiamo potuto ricostruire, il vuoto di potere che s’è venuto a creare con le dimissioni di Monchi a seguito dell’esonero di Di Francesco, oltretutto aggravato dall’incertezza sul budget seguita ai mancati risultati che hanno allontanato la possibilità di qualificazione alla Champions League, ha ovviamente rallentato il processo di “ricostruzione” di una squadra che va comunque ripensata da un allenatore che ancora non c’è.

Monchi (che con De Rossi aveva discusso duramente dopo l’acquisto di Nzonzi) gli aveva detto un paio di volte poi che il suo caso sarebbe stato trattato con la giusta attenzione e che ragionevolmente si sarebbe andati al rinnovo, e Massara glielo ha ribadito personalmente, ma poi un ds è andato via e l’altro presto lo seguirà. Le deleghe andranno a Petrachi che però non si è ancora liberato dal vincolo contrattuale che lo lega al Torino fino al 2020. In tutto questo la strada che portava a Conte (nome che avrebbe messo d’accordo tutti e forse avrebbe anche favorito il rinnovo di De Rossi) s’è bruscamente interrotta e così la Roma ha virato (è tornata) su Sarri e su Gasperini, l’alternativa più autorevole. Entrambi tecnici, però, al momento sotto contratto. Inevitabile lo stallo.

Le necessità organizzative
Ma questa era una questione che andava risolta comunque: l’ultima gara di campionato in casa è in programma per l’appunto il 26 maggio, tra undici giorni, e per rendere il doveroso omaggio al calciatore non era possibile pensare di aspettare ulteriormente. De Rossi stesso lo ha voluto. I più maliziosi penseranno che così la Roma ha colto anche l’occasione per non farsi sfuggire un cospicuo incasso al botteghino, i più sentimentali si limiteranno a comprare il biglietto per salutare nella maniera più degna il loro idolo. Di sicuro, andava evitato quel balletto di dichiarazioni in conferenza che hanno spogliato la Roma del diritto di vedersi riconosciuta qualsiasi buona intenzione.

Quante gaffes in conferenza
Il gesto di cortesia di cercare di trattenere Daniele per un ruolo da dirigente cozza contro la sua intenzione di continuare a giocare per lasciare spazio, semmai, alla carriera da allenatore. Invocarlo in quel modo («mai come adesso mi servirebbe un vice»), con lui che sottolinea come da dirigente avrebbe agito diversamente, oltretutto mortifica le competenze di Totti, che quel ruolo sta provando a interpretarlo.

E sentirsi dire, senza ribattere, che chi dirige la Roma a Roma incide poco (come a dire che conta soprattutto chi sta fuori) ha dato un altro colpo durissimo alla credibilità della struttura dirigenziale. Come se la scelta di rinunciare al rinnovo fosse stata presa solo da Baldini e non, come invece è stato, dai dirigenti in riunione (probabilmente, aggiungiamo noi, dopo aver ascoltato i candidati allenatori). A un certo punto, comprensibilmente emozionato, il ceo Fienga ha anche detto che la Roma non vede più De Rossi «come allenatore», ma come un dirigente pronto e maturo.

Voleva dire giocatore, ovviamente, ma il lapsus è apparso rivelatore. Perché se a uno che vuole fare il calciatore e nel futuro l’allenatore tu gli dici che ti serve come dirigente, forse il concetto che passa è che tu questo signore lo vuoi mandar via. E magari davvero la Roma non voleva farlo. Ma adesso tutti pensano di sì.

(Il Romanista, D. Lo Monaco)

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20 Commenti

  1. È che cojons l, non te reggi in piedi appena fai no scatto te fermi e te sdrai, vai a due all’ora in un calcio che va a duecento, per dignità dovresti dire tu basta come hai fatto del resto in tante dichiarazioni quest’anno, invece di elemosinare un caz… di contratto . Basta vai dove devi andare a rubare un po’ di soldi da sceicchi vari e non. contribuire ad avvelenare un ambiente che già di veleno ne ha tanto prima di un finale di stagione importante

    • Un finale di stagione importante? Ah, giochiamo la finale di Coppa Italia? A boemo, sarebbe ora di smettere di fumare…

    • Dopo lorenzo pellegrini, DDR è stato il migliore centrocampista della roma.

      DDR, gliela incarta ancora a Nzonzi, Coric, Pastore (di lui non parli, pallottino con nuovo nick?), Cristante, e compagnia bella.

  2. Dall’anno prossimo cambieranno anche l’inno: “… mi dispiace di morire ma son contento, son contento di morire ma mi dispiace …”. Che spettacolo!

  3. De Rossi da seduto vale più di nzonzi pastore Coric Cristante Gonalons e mezza mediana giallorossa in campo.
    Pallirchio poteva trovare altri modi per risparmiare, per esempio mandare via a calci Shick e non pagare i restanti VENTI…
    Questo vuole l Azienda con salario basico e massima resa, tipico del qualunquismo Americano che contraddistingue la tirchiaggine nazionalpopolare… paga i manager uno sproposito e i dipendenti a di meno…poi la manodopera si vede a fine campionato.

  4. Io rammento benissimo il periodo dell’addio della sig,a Sensi, quando si congedò dalla Roma, regalando a De Rossi un contratto faraonico !! E ricordo che negli anni che seguirono, De Rossi non giocò bene per qualche anno. E ricordo i commenti di tanti tifosi che gli contestavano il fatto che, lui pascolava sul campo e sarebbero stati felici se se ne fosse andato, così si risparmiavano milioni ogni anno in cambio di un giocatore che almeno corresse sul campo. Già dimenticato ? Quanti di quelli che lo contestavano allora, ora insorgono contro la AS Roma ??? Il fatto è che ormai cogliete ogni scusa per andare contro Pallotta e contro la società che sosteniamo. Io come ripeto da sempre, stò con la Roma e non mi creo idoli. Anche io voglio bene a De Rossi, ma se lui vuol giocare….

    • Quasi tutto perfetto, se non per il dettaglio che il contratto della discordia da 6 mln glielo ha fatto questa gestione. In conferenza, dopo la firma, c’era proprio lui, Baldini insieme a DDR. Insultati da molti per quell’accordo e che oggi stanno certamente dall’altra parte della barricata, ad insultare per il mancato rinnovo. Così vanno le cose, in particolare a Roma…

  5. …la roma non può farci niente se la qualifica di dirigente non gli piace. Vi rammento che la AS Roma è la società con più ex giocatori in dirigenza che sul campo da gioco, quindi ne deduco che la Roma, nei limiti, non scorda i suoi campioni, ma…36 anni sono una bella età per continuare a giocare. Io stò con la AS Roma e malgrado tutto mi aspetto di poter avere il nuovo stadio, Solo con quello potremmo avere la possibilità di crescere. Sò che molti romanisti paventano questa possibilità, perché dimostrebbe che hanno sempre avuto torto a contestare la Volontà di Pallotta, di insistere all’infinito e di non desistere, contro tutto e contro tutti, con la caparbietà di chi vuole andare fino in fondo, Forza Roma sempre !!!

  6. Probabilmente nella Roma il primo che si alza decide.
    Ed è inevitabile, quando non esistono una presidenza e una società decente. Guardate a Torino, Allegri parla con Agnelli, poi si decide tutto.Così si fanno le cose. E i risultati si vedono.
    Siamo ridicoli davvero.

  7. Mi ripeto lo so…ma non riesco a non pensare che, in una società normale, i calciatori sono il mezzo e non il fine. Nelle società che non vincono, l’ambiente diventa provinciale e i giocatori sono i trofei. Non sta ai tifosi però cambiare le cose, ma alla società: se venisse costruita una squadra REALMENTE competitiva, i tifosi accetterebbero di buon grado anche qualche cessione dolorosa. Se invece, come fa la Roma, si parla di ambizione e si agisce solo x interesse economico, ben vengano le contestazioni, anche pesanti. Ho una bottiglia in ghiaccio x quando Pallotta se ne andrà

  8. Non conta chi in passato ha criticato de Rossi, anche io l’ho fatto, dopo alcuni atteggiamenti che avevano compromesso la squadra, ma qualche episodio non intacca minimamente il suo spessore come uomo, e la sua importanza in campo, anche solo per la metà delle partite, ma molti sottovalutano la sua importanza in un gruppo, la sua esperienza e saggezza, una squadra si costruisce soprattutto da queste basi, quanto allo stadio, non vedo l’ora che si costruisca, ma scordatevi che trasformi la Roma in un top club, i maggiori introiti sarebbero di circa 30 milioni, non di più

  9. Ma qui ci fate o ci siete ma ci pensate veramente a ciò che dite qui il vero problema è la Roma con chi riparte il prossimo anno? Qui c’è da rifondare un’intera squadra quali certezze ci sono? La spina dorsale dov’è?I soldi il caro pallotta non li sgancera’ di tasca propria quindi partite da questo presupposto;mettiamoci poi nel gruppo altri partenti manolas dzeko senatori chi li sistituiranno? L’allenatore chi sarà? Il Ds chi è? Totti che fa? Troppe incognite le parole di DDR descrivono una gestione fatta in questi 8 anni,totale assenza dei vertici che contano incompetenza nessuna appartenenza rispetto solo speculazioni e guadagni da cessioni sponsor.Pallotta dopo questa grande scelta l’anno prossimo non avrai manco un abbonamento continua a seguire quel fenomeno di Baldini siete…

  10. È tutto sbagliato, tutto da rifare. Questa proprietà è come la squadra…si dà la zappa sui piedi in continuazione. Ma la squadra è fatta da ragazzi che giocano contro altri ragazzi…possono sbagliare. I dirigenti, dal presidente in poi, compresi quelli che se sono andati senza vergogna, no! Invece stanno partecipando alla fiera degli errori e degli orrori. Ultima questa decisione impopolare e controproducente. DDR ha dimostrato anche in questa travagliata stagione di essere più che utile alla causa. Doveva continuare e poi finire la carriera a Roma come sarebbe stato dovuto ad un figlio di Roma. È stato un autogol pazzesco, non giustificabile nemmeno dal punto di vista economico (non gli hanno neanche proposto un anno a stipendio ribassato). Se l’obiettivo è farsi odiare allora…

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