Il timore di finire come l’amico Totti

7
519

ULTIME NOTIZIE AS ROMA -Da una parte la voglia di continuare a giocare con la Roma; dall’altra la decisione di non rinnovargli il contratto, con il club pronto a far restare De Rossi in azienda (cit. Fienga) ma con mansioni inedite. Tutte fuori dal campo. Non si è arrivati ad un accordo perché Daniele vuole continuare a fare il calciatore («Ma loro non hanno voluto»), anche lontano dalla Capitale e forse nel nostro campionato (occhio all’estero, cioè Usa), e pure perché – analizzando il suo virgolettato – non condivide la gestione della Roma attuale. Da qui il suo no all’offerta formulatagli dal ceo Fienga di restare/entrare nei quadri societari.

Le sue parole aiutano a capire l’intera questione. «Il non rinnovo del contratto mi è stato comunicato ieri (lunedì, ndr), ma ho trentasei anni e non sono scemo. Ho vissuto nel mondo del calcio: se nessuno ti chiama per un anno o per dieci mesi, nemmeno per ipotizzare il contratto, la direzione è quella». Nessuno, insomma, a Trigoria si è preoccupato di affrontare la faccenda nei tempi giusti. Ci ha provato un paio di volte l’ex ds Monchi («Mi aveva rassicurato»), che però a marzo ha fatto i bagagli ed è tornato in Spagna. E da quel momento in poi, come riferito da Fienga, nella Roma ha regnato tanta, troppa confusione.

«Ci siamo parlati poco quest’anno, un po’ mi è dispiaciuto. Le distanze a volte creano questo… E spero che si migliori perché sono un tifoso della Roma». Chiarissimo il riferimento al presidente James Pallotta, che da oltre un anno non mette piede a Trigoria. Con una frecciata anche a chi rappresenta il bostoniano nella Capitale e che, al di là del mea culpa di Fienga, non ha preso in considerazione la faccenda nei tempi e con i modi dovuti. Problema sottovalutato? Troppo rinviato, piuttosto.

«Non ho rancore nei confronti di nessuno, parlerò col presidente un giorno… E con Franco Baldini (sdoganato per la prima volta in Casa Roma, ndr)». Baldini, dunque, esiste. E da lontano detta la linea e suggerisce molte mosse a Pallotta. Una figura che nell’azienda (AS Roma, si chiama) non c’è, ma in realtà c’è. Eccome. «Io a un giocatore come me avrei rinnovato il contratto, perché quando ho giocato ho fatto bene e nello spogliatoio non creo problemi, anzi li risolvo. Se fossi un bravo dirigente, come dice Fienga, mi sarei rinnovato il contratto».

IL LAVORO SPORCO – Poi, una frase che non lascia spazio a dubbi sui motivi che l’hanno portato a dire no alla scrivania. «Fare il dirigente non mi attira particolarmente, anche se qui a Roma avrebbe un senso diverso. La sensazione è che, anche guardando chi mi ha preceduto, ancora si possa incidere poco (e guardava Totti… ndr), si possa mettere poco in un ambiente che conosciamo bene. Faccio fare il lavoro sporco a Francesco e un giorno se cambierò idea lo raggiungerò. E’ vero che mi accoglieranno a braccia aperte, ma mi piacerebbe fare il lavoro che vorrei fare». Traduzione: non voglio fare la fine di Totti, che due anni dopo il suo ingresso in società non ha ancora un ruolo operativo definito. Parole che alimentano le ombre sull’attuale ruolo del Capitano, ma che – osservando la realtà – non fanno una piega.

Totti era lì, a due passi da Daniele. In silenzio, un po’ defilato. «Oggi è un giorno triste. Oggi si chiude un altro capitolo importante della storia dell’As Roma, ma sopratutto di Roma… della nostra Roma», il post di Francesco più tardi. Infine, il tasto probabilmente più doloroso per la piazza. «Un piccolo dispiacere che ho è che negli anni tante volte ho avuto la sensazione che la squadra diventasse molto forte, molto vicina a quelli che vincevano, poi è stato fatto un passo indietro. Sono leggi del mercato: alcuni possono permettersi una macchina ed altri macchine diverse. Non posso farne una colpa, non entro nei numeri ma spero che la Roma con lo stadio possa diventare forte».

(Il Messaggero, M. Ferretti)

Articolo precedenteCalciomercato Roma, Boca Junior in pressing su De Rossi
Articolo successivoIl no di DDR e i ruoli di Totti e Baldini

7 Commenti

  1. stavola Daniele non mi è paciuto…che significa come Totti…cosa avrebbe voluto per restare ..la presidenza……….forse lui pensa di essere migliore diFrancesco Se io fossi TOTTI mi sarei offeso……

  2. Te lo spiego io NONO che significa. Totti fa solo l’uomo immagine, utile in questo ruolo al business di Pallotta, e non conta un tubo. De Rossi ha inteso questo e Totti non si può offendere perché è la verità. Che sia giusta o sbagliata la mossa della società sarà solo il tempo a dirlo. Certamente è stato sbagliato il modo di gestire monumenti come Totti e De Rossi. La mia impressione è che la società li metterà alla porta se non accetteranno di fare entrambi gli uomini immagine , niente di più. E sinceramente mi chiedo il perché di questa presa di posizione nei loro confronti…..

  3. Te lo dico io Nome Murdoc,Pallotta ha visto,come abbiamo visto noi,che Totti e De Rossi erano quelli che nello spogliatoglio facevano gruppo,facevano il bello e cattivo tempo…..loro erano quelli che non volevano che vendevano quello o quell’altro,sia giocatori che allenatori…..vero o no?Questi devono fare plusvalenze e ora con il ritiro di questi hanno pieno controllo di tutto…….

  4. Caro Capitano l’unica cosa che ancora non riesco a capire come mai stai ancora in mezzo a quella gente che gestisce una società di quaqquaraqua….esci prima che ti mettano in mezzo anche a te…..difendi la nostra Roma.

  5. Ciao Daniele. La mia è stata una provocazione….so benissimo tutto. Anzi posso dirti che so cose delle quali probabilmente quasi tutti non sono a conoscenza, cose successe nello spogliatoio, i veri motivi della cessione di Aquilani, la fuga di Capello, e molto altro. Quindi hai perfettamente ragione. Solo che molti non vogliono accettarlo ma la realtà piaccia o no è questa. Poi se l’amico romanista di turno mi sfruculiasse chiedendomi di fare i nomi, beh trova la porta chiusa, ma solo per correttezza verso chi mi informava….Ciao.

  6. certo che le parole possono essere interpretate come fa piu comodo e commentarne il contenuto a secondo del fine che si vuol raggiungere. Ho seguito ieri in diretta la rassegna stampa di Danielemolto attento nelle parole per non creare malintesi o polemiche di sorta rispondendo alle domande dei giornalisti in modo schietto e sincero senza allusioni o apprezzamenti se non quelli legati alla maglia del cuore. Al di la di tutto,Daniele come francesco è stato per tantissimi anni punti fermi,indiscutibili,nelle formazioni della Roma e non vederli più in campo mi da una tristezza enorme come può essere solo quella della perdita di un carissimo amico che ti ha fatto vivere giornate piene di entusiasmo e di gioia, ma meglio cosi che vederlo arrancare nel correre dietro a….un tempo che fu.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome