Roma allo sbando: tutti sotto esame

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Il derby per salvare la stagione. Brutto epilogo, ma vero. Dopo la sconfitta di Palermo, l’undicesima di questo campionato, lo stesso Franco Baldini, il dg che più di ogni altro dirigente giallorosso avrebbe voluto spingere il club fuori del Grande Raccordo Anulare, è stato costretto a spostare l’attenzione di tutti sulla sfida di lunedì prossimo: «Questa battuta d’arresto è stata pesante, dovremo riscattarci contro la Lazio». Si torna indietro nel tempo, prima del terzo scudetto, quando l’unico obiettivo era la supremazia cittadina e non altro. Poco per la nuova proprietà che, tra entrate e uscite, sul mercato ha investito più di 70 milioni per un saldo negativo che avrebbe dovuto garantire ambizioni migliori da quelle attuali.

UN MESE E MEZZO PER CAPIRE Mancano 8 giornate alla conclusione del torneo e sono 9 le partite da giocare, compresa la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter che può all’allungare la stagione fino al 26 maggio, all’Olimpico, dove c’è sempre la Lazio ad aspettare la Roma. In queste settimane, a Trigoria, sotto esame finiranno tutti. James Pallotta è atteso venerdì nella capitale, toccherà a lui, qui rappresentato quotidianamente dal ceo Italo Zanzi (domenica è volato negli Usa per relazionare il presidente giallorosso), tirare le somme dopo questa seconda annata per ora tanto simile alla prima. Il rischio più grande, per l’immagine e anche per il bilancio, è quello che nessuno tra i dirigenti vuole nemmeno prendere in considerazione: restare fuori dall’Europa per la seconda stagione consecutiva. Il sesto posto potrebbe anche non bastare. Pallotta avrebbe voluto la Roma subito in Champions. Il 2 febbraio, giorno dell’esonero di Zeman, anche lui si è arreso. Torna in Italia prima del derby e dovrà subito pianificare con il management la prossima stagione. Per non ripetere gli errori commessi in questi due campionati in cui è emersa solo la mediocrità della squadra. Discontinua nei risultati e negli interpreti.
CHI MERITA LA CONFERMA Dirigenti, tecnici e giocatori: nessuno può sentirsi al sicuro. Il presidente giallorosso, oltre a cercare nuove risposte sullo stadio di proprietà e nuovi partner dopo l’illusione dello sceicco per evitare cessioni eccellenti, deve prendere in mano in prima persona la situazione e decidere su chi puntare. Baldini rimane il suo interlocutore principale, ma è chiaro che il dg sarà chiamato a scegliere finalmente il tecnico giusto. Con tutto il rispetto per Andreazzoli, soluzione a tempo determinato fin dall’inizio della sua gestione (era stato messo per iscritto nel comunicato della società in cui si annunciava la sua promozione dopo l’addio di Zeman). Ma va resa più funzionale anche la struttura societaria che prevede troppi manager. Non è da escludere che qualcuno dei dirigenti possa andar via. Il ds Sabatini, in scadenza di contratto, è stato più volte confermato informalmente. Da decidere il ruolo dell’ad Fenucci spesso non coinvolto nelle riunioni del vertice, a cominciare dalla trattativa con il «potenziale partner» poi evaporato.
IL NUOVO ALLENATORE Baldini ha scelto da tempo Allegri che, però, è sotto contratto con il Milan fino al 30 giugno del 2014: spetta al livornese, stufo delle critiche di Berlusconi, lasciare il club rossonero a fine stagione. Se riuscirà a convincere Galliani, la panchina giallorossa sarà sua: è affascinato dal progetto giallorosso e convinto che con alcuni interventi mirati qui si possa vincere subito. In caso contrario, con Mazzarri e Pioli non più a disposizione, non è da escludere che il dg possa tornare ancora all’estero: il primo nome è Pellegrini del Malaga.
L’ORGANICO DA MIGLIORARE Non sappiamo se alcuni giocatori, senza Europa, accetteranno di restare. Qualche manager ha già inviato messaggi inquietanti. I nomi in bilico sono noti: Marquinhos, Pjanic, Lamela. In teoria anche De Rossi. Di sicuro serviranno un portiere, un centrale difensivo, due terzini, un regista e, se Osvaldo andrà via, una punta. Cinque o sei titolari. Pallotta sta cercando un socio per sistemare i conti e anche per continuare con gli investimenti. Perché la Roma di oggi non è competitiva, ormai lo hanno capito anche a Trigoria. I dieci punti dalla zona Champions sono la realtà più amara. Ma anche la posizione in classifica: se il Catania batterà il Cagliari, i giallorossi lunedì si presenterebbero al derby settimi (se l’Inter non perde il recupero a Marassi con la Sampdoria addirittura ottavi) e fuori anche dall’Europa League.
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