Stadio, quel pasticciaccio del Ponte di Traiano

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ULTIME AS ROMA – Che la “visione” Berdini/Raggi della viabilità del progetto Stadio di Tor di Valle fosse zoppicante – Il Tempo a parte – l’avevano detto anche i tecnici.E lo avevano detto in Conferenza di Servizi. Nei documenti protocollati in Regione, infatti, erano emerse in modo netto le contrarietà sia del Ministero delle Infrastrutture, che della Regione Lazio, della Città Metropolitana e, infine, anche del Municipio IX. Per inciso, se all’epoca il Ministero era retto dal piddino Delrio e la Regione dal piddino Zingaretti, Città Metropolitana e Municipio erano rette dai 5Stelle. Insomma, la storiaccia del Ponte di Traiano sì o no, dentro o fuori, non era solo una questione di bega politica fra i Dem e i grillini. Era una questione tecnica.

E, in Conferenza di Servizi il via alle danze fu il parere della Direzione Strade del Ministero che aveva espresso parere positivo sulla parte di viabilità del vecchio progetto Marino addirittura inserendo la prescrizione che lo svincolo di Parco de Medici con il ponte di Traiano dovesse essere realizzato prima dello Stadio. Ministero che, a seguito del cambiamento del progetto operato dalla Giunta Raggi, aveva trasformato il parere in negativo stigmatizzando il comportamento tenuto dall’Amministrazione Comunale che, inizialmente, aveva lasciato il Ponte di Traiano in ballo ma senza indicarne la copertura economica. Era l’epoca in cui si pensava, in Campidoglio, che si potessero spostare i soldi del Ponte dei Congressi su quello di Traiano. Per i tecnici del Ministero, l’approccio del Comune “risulta fuorviante non consentendo una corretta valutazione sia da parte degli enti” che si occupano di strade, “sia da parte degli altri enti interessati alla valutazione della sicurezza pubblica”.

Non bastasse: “il Ponte di Traiano è parte integrante del progetto Stadio” mentre “il Ponte dei Congressi è completamente indipendente sia come procedimento sia come finanziamento e soprattutto come tempi di realizzazione”. Dopo di che: “risulta esclusa l’ipotesi di trasferimento delle risorse dal Ponte dei Congressi al Ponte di Traiano”. Non è finita: “La delibera Raggi comporta un impatto significativo sulla viabilità di diretta competenza del Ministero. Il Ponte di Traiano costituisce la principale via di accesso allo Stadio e non può considerarsi in alcun modo alternativo al Ponte dei Congressi poiché i due ponti svolgono funzioni completamente diverse nell’ambito della rete infrastrutturale stradale”; “non si può concordare con la realizzazione del nuovo Stadio senza la preventiva e propedeutica realizzazione” del Ponte di Traiano con annesso svincolo. Altre critiche nette: le simulazioni del traffico sono parziali e incomplete e anche la riduzione dei parcheggi destava preoccupazione.

La Regione – all’epoca l’assessore all’Urbanistica era Michele Civita (Pd) finito invischiato nell’inchiesta su Parnasi – riteneva sbagliato il taglio del Ponte di Traiano in favore di quello dei Congressi iniziando un braccio di ferro con il Campidoglio che fu superato solo dalla famosa telefonata dell’allora ministro dello Sport, Luca Lotti, che annunciò la volontà (mai resa operativa) di finanziare la costruzione del Ponte di Traiano. Ma è sul parere della Città Metropolitana (sindaco Virginia Raggi) che si concentrano le maggiori perplessità. Più correttamente, sui due pareri della Città Metropolitana.

Perché ce n’è un primo, datato 24 novembre 2017, in cui viene scritto. “è condizione essenziale imprescindibile per la sussistenza del parere favorevole, sulla situazione viabile di competenza della Città metropolitana di Roma Capitale, la necessità di realizzare un secondo accesso carrabile all’area dello stadio”. E poi ve n’è un secondo, protocollato il giorno stesso della conclusione della Conferenza (5 dicembre) e non controfirmato dal rappresentante unico della ex Provincia, Massimo Piacenza, ma da questi solo inoltrato in cui si dà l’ok al progetto senza Ponte di Traiano basta allargare un paio di svincoli e le piste ciclabili da usare per far passare i mezzi di emergenza.

(Il Tempo, F. Magliaro)

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10 Commenti

  1. Se avessimo un governo che non pensa solo a fare propaganda di se stesso, metterebbe in cantiere il ponte di traiano, come da promesse di Lotti, perché aldilà del costo, il fatto che sbloccherebbe il lavoro dello stadio, può, da solo, spingere la previsione di PIL per 2019/20 di qualche punto percentuale, buono per cambiare il delicato equilibrio fra PIL/Debito, ovvero ciò di cui si discute nel braccio di ferro fra governo e commissione europea.

    Non dimentichiamo che stadio e indotto vale 1 miliardo di investimento, più l’indotto, calcolato fra i 4 e i 4,5 miliardi nei 3 anni (e molto di più, proiettato nel futuro)
    Il PIL italiano nel 2107 è stato di 2.036 miliardi di euro.
    Da solo lo stadio vale lo 0,5% del Pil solo come investimento secco.

  2. Il Tempo non lo leggerei nemmeno sotto tortura, ma a mio parere Magliaro è un giornalista che si è occupato seriamente e correttamente della questione stadio. Ha sempre evidenziato la cialtroneria mostrata dai 5 Stelle nella vicenda. Se qualcuno non è d’accordo lo pregherei solo di spiegarmi perché, magari mi sfugge qualcosa.

    • Sono d’accordo sui 5s ed anche su Magliaro,ma su quest’ultimo,solo parzialmente!Magliaro ha dato il progetto per morto e sepolto più volte,senza soffermarsi a ragionare sul fatto che,volenti o nolenti,si è arrivati ad un punto di non ritorno,in cui una conferenza dei servizi,dove hanno partecipato tutte le istituzioni possibili dello stato,di conseguenza,non alterabile,ha approvato un progetto,diventato,quindi,un DIRITTO della Roma,che non potrà essere inficiato da un parere esterno che non ha nessun valore a livello normativo e legale.Per di più,cosa non chiara,a Torino credo abbiano dovuto esaminare il progetto senza ponte dei congressi,che non è parte diretta del progetto e grazie al quale faranno tutti bella figura, deliberandone la costruzione e ponendolo come soluzione finale!

    • Continuo necessariamente a insistere.Qui sul progetto Stadio non si tratta solo,per quanto ingiustificabile,di cialtroneria grillina ma di completa malafede.Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti come l’accordo finale con la Roma sia stato solo un mezzo per evitare una disastrosa richiesta di risarcimento danni (ammesso dallo stesso Grillo) e per non perdere i residuali consensi su Roma. Allo scopo non sapendo proprio dove mettere le mani e salvare la faccia hanno ingaggiato l’ottimo Lanzalone per sistemare le cose alla italica maniera con un pò d’olio di qua e un favore di là ma il problema quantomeno della viabilità resta come ben evidente da subito, per l’appunto,anche agli stessi grillini.Lo Stadio si farà? penso di si ma previo un ulteriore, tortuoso,iter. Grazie Raggi e 5S

  3. Non ti sfugge niente…ma dovresti chiedere lumi a quel pozzo di scienza di Berdini, perché due sono le cose Berdini o e’un incapace oppure e’un prezzolato ,;ci sarebbe pure una terza ipotesi, che sia entrambe le opzioni .

    • Che Berdini sia prezzolato non ci sono dubbi.

      Sull’incapacità… beh, le sue dichiarazioni parlano per lui.

  4. Visto che il Tempo ha valutato in modo positivo il primo progetto Stadio, visto che l’impatto economico sarebbe importantissimo per la nostra città e non solo, visto poi che Berdini che si scagliò sia contro il progetto che contro Marino non c’è più, non capisco perché non si riprenda in mano il progetto originale, sarebbe la cosa più sensata!

    • Nun so’ bastati 2500 giorni… voi ricomincià e aggiungene n’antri 2500?
      Manco ar Gioco dell’Oca….

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