Falcao: “Con Gasp la Roma è in buone mani, si giocherà il titolo col Napoli e le milanesi. Il mio rimpianto? Non il rigore col Liverpool, ma…”

16
307

Paulo Roberto Falcao, ex giocatore della Roma, ha toccato vari temi in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Il brasiliano ha parlato della squadra di Gasperini e delle sue ambizioni scudetto, raccontando anche alcuni aneddoti dei suoi tempi.

Ecco le sue parole.

Calma pure con la Roma prima in classifica, allora.
«Calma sì, ma pure consapevolezza: la squadra fa risultato ormai da un anno intero. E ha un grande allenatore in panchina. Con Gasperini la Roma è in ottime mani: non combini quel che ha combinato lui con l’Atalanta, e così a lungo, se non hai un valore riconosciuto».

È da scudetto?
«Roma, Napoli, Inter e Milan: il campionato non esce da queste quattro. Vedo la Juventus più indietro, non solo in termini di classifica. Il Milan invece è molto pericoloso, la partita di San Siro sarà una grande sfida: Allegri sta facendo un ottimo lavoro, avevo pochi dubbi al riguardo, lui è uno che sa stare nelle grandi squadre».

Cosa è successo alla serie A, rispetto ai suoi tempi?
«Io la seguo sempre… ma non ha lo stesso appeal di una volta, i migliori non sono più in Italia. Per due motivi: il primo è economico, la distanza con la capacità finanziaria di un top club in Spagna e soprattutto in Inghilterra è enorme. E la seconda è forse legata alle capacità. Si può sopperire con le idee. Ha visto l’Inter? È stata brava ad andare in finale di Champions due volte negli ultimi tre anni. Certo, alla lunga è dura. La Champions oggi mi sembra come il campionato qui in Brasile: Flamengo e Palmeiras fanno un’altra partita rispetto alle altre».

Facciamo un giochino, di quelli un po’ banali: trova analogie tra questa Roma e la sua?
«Questa Roma sorprende. La mia era invece costruita per stupire, uno stupore studiato per riuscire a fare una cosa diversa rispetto al calcio che in Italia si era abituati a vedere. Liedholm portò la zona. E prese me perché aveva già in testa tutto. In Brasile marcavamo già lo spazio, lui mi volle a Roma per questo. Abbiamo cambiato il calcio. Poi, dopo Nils, in serie A arrivò Sacchi a dare un’altra spinta, aggiungendo il pressing alla zona».

Quale fu la prima cosa che le disse Liedholm appena arrivato a Roma?
«Ve lo immaginate il Barone parlare con l’interprete? (ride, ndr). Tra noi funzionò per un motivo: lui in me vedeva se stesso in campo. Ero quello che lui era stato da giocatore, il riferimento per i compagni. Non ho mai conosciuto in vita mia una persona come lui in grado di essere intelligente e vivace. Fateci caso: di solito chi è vivace, poi poche volte accompagna con l’intelligenza. Lui sì. Lo amavo, di un amore vero».

Perché finì male la sua storia con la Roma? Colpa dell’Inter o del ginocchio?
«Mi faccia chiarire una volta per tutte: io non ho mai firmato niente con l’Inter, questa è una favola. Mai avuto in mano quel contratto. È vero che l’Inter parlò con Colombo (il suo avvocato, ndr). Mi volevano. Ma proprio a Colombo dissi: non giocherò per nessun altro in Italia».

Allora fu per il ginocchio.
«L’addio non fu una mia scelta. E sarei potuto tornare, da allenatore. Era tutto fatto. Gennaio 1991, Dino Viola era a Cortina d’Ampezzo e convocò il mio commercialista Mario. Tutto ok, contratto di due anni. Avrei preso l’aereo per andare a firmare, ma proprio in quei giorni Viola morì».

E il timone passò alla moglie Flora.
«Mi chiamava figlio, faceva ingelosire Ettore e Riccardo».

Siamo in tema di verità: il rigore non tirato contro il Liverpool in finale di Coppa Campioni.
«La ricorda la finale di Coppa Italia col Torino del 1981? Vincemmo col Torino ai rigori, io tirai il quinto. Avevo il 5 sulla maglia, Liedholm era scaramantico… ma col Liverpool comunque il quinto l’avrebbe tirato Chierico. Io non potevo. Camminavo in campo, ero morto».

È il suo più grande rimpianto?
«Non è il rigore. È non averla giocata, quella partita. Scesi in campo con una puntura. L’effetto finì dopo i tempi regolamentari».

Nela ha detto che non la perdona, però.
«Non ho nulla da dire sulle sue parole».

Le piace la Var?
«Beh, avrei vinto almeno uno scudetto in più se ci fosse stato ai miei tempi. Il gol annullato a Turone è scandaloso ancora oggi».

Il suo gol più bello.
«A Pisa. E in tv, con l’intervista a Minoli, dopo Roma-Juve».

Che effetto le fa, Ancelotti ct del Brasile?
«Ogni tanto parliamo e scherziamo. Qui ha un seguito incredibile, la gente è con lui. Può vincere il Mondiale».

Dica un centrocampista che l’ha convinta davvero, in tutti questi anni.
«Toni Kroos. E oggi dico Rodri e De Bruyne. Ma come Falcao-Ancelotti-Cerezo non ce ne sono mai più stati, mi spiace per Xavi-Iniesta-Busquets».

Metta in fila Pelé, Maradona e Messi.
«Non c’è neppure da discutere. C’è Pelé. E poi ci sono gli altri. Maradona è con Messi, Cruyff, Garrincha, Cristiano Ronaldo, Zico. È con loro. Pelé è da un’altra parte».

Fonte: Corriere della Sera
LEGGI ANCHE – Julio Sergio e il figlio morto di tumore: “Dal primo mal di testa al coma, poi mi disse ‘sono stanco’…”

Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie della Roma sul tuo cellulare? Iscriviti subito al canale Whatsapp di Giallorossi.net!
Articolo precedenteJulio Baptista: “A Roma mi sono sentito tradito. Tanta gente in Italia parla senza sapere. Per Spalletti sarei andato in guerra, con Ranieri invece…”
Articolo successivoFiorentina, ufficiale: risoluzione consensuale con il ds Daniele Pradè

16 Commenti

  1. Da bambino il mio numero preferito era il 5! Per motivi anagrafici me lo sono goduto solo gli ultimi due anni, che però furono scudetto e finale Champions. Sono sincero, mi aspettavo di vederlo tirare uno dei rigori.

  2. Io ero in tribuna monte Mario con mio padre e non potete capire i pianti che feci. All’epoca il deflusso era verso il foro italico, speravo di incontrare qualche inglese per non so far che. In fondo ero un ragazzino. Comunque i rigori li sbagliarono Conti e Graziani. Falcao uno dei più forti centrocampisti della storia del calcio.Una eleganza unica. Ricordo in una partita, rilancio del portiere, lui stop di tacco, piroetta e lancio che mise in porta l’attaccante. Questa cosa non l’ho più vista fare a nessuno in vita mia.

  3. Chiedere a un brasiliano chi è stato il più grande tra Pelé e Maradona è come chiedere a un Romanista di mettere a confronto un nostro Campione con una delle tante mezzeseghe che hanno indossato il pigiama sbiadito.
    Cosa vuoi che ti risponda? Pelé.
    Comunque, questa è una di quelle domande capace di alimentare discussioni infinite nelle serate trascorse al pub …

    • Puo’essere vero, ma in assoluto, e da imparziale, credo non abbia torto riguardo a Pele’, anche se era un calcio diverso.
      Dove non sono d’accordo con Falcao e’ sul fatto che mette Maradona al livello di Messi e, soprattutto, Cristiano Ronaldo, cosa che non esiste. Nel senso, ovviamente, che Maradona era una spanna sopra ai calciatori nominati. Non scherziamo.

    • Leo, sono assolutamente d’accordo con te, tra Maradona e gli altri nominati (compreso Cruijff, che per me è un idolo) c’è almeno un livello di differenza.

    • Senza contare che Messi, e questa e’ una cosa che a molti puo’ suonare strana o spiacevole ma e’ realta’ fattuale, ha giocato da “dopato”, perche’ ‘tecnicamente’ questo e’, per tutta la carriera, dalle giovanili ad ora, in quanto per una sua condizione di sub-crescita patologica, e’ sempre stato autorizzato ad assumere, ed ha sempre assunto, l’ormone della crescita.
      Da sempre. Da quando era bambino a quando e’ stato preso al Barcellona e per tutta la carriera. Regolare e pemessa assunzione, per carita’, ma pur sempre assunzione di una sostanza che ne ha certamente alterato le prestazioni, aumentandole, e che, se trovate in giocatori che non sono autorizzati per qualche motivo medico ad assumerle, ne causerebbero una lunga squalifica, oltre all’ignominia.
      Questo credo vada detto per la precisione…

    • Scusa Leo, la dipendenza da cocaina ha aumentato le prestazioni di Maradona????

      Guarda, senza entrare nel merito che poi sarebbe noioso, considerando che la.cocaina la assumeva ovviamente lontano dal.campo, è vero esattamente il contrario!

      Lui è stato un grandissimo campione, il piu grande forse, NONOSTANTE la dipendenza, non grazie alla dipendenza..

      Non è necessario conoscerle le sostanze, basta guardare le carriere di tutti gli sportivi che hanno avuto una dipendenza…

      Carriere con inizi promettenti finite sempre presto, con mille rimpianti e a volte tragicamente

  4. Voglio aggiungere che anche Falcao Ancelotti Prohaska era un centrocampo favoloso, non a caso con loro tre ci abbiamo vinto lo scudetto. Solo grazie ai furti della Juve Vincemmo solo uno scudetto Avevamo una rosa spaziale in quegli anni. Tancredi Nela Marangon Nappi Maldera Viercowod Di Bartolomei Righetti Ancelotti Falcao Prohaska Cerezo Conti Pruzzo Iorio Chierico Scarnecchia Bonetti. Allo stadio si cantava, Nela Nela Marangon, Nela Nela Marangon da Falcao a Bruno Conti cross al centro Pruzzo gol. Ed anche Daje Dibba facce un gol tira na bomba tira na bomba. Fu quasi un decennio favoloso.

    • Ricordo benissimo i furti della Juve, e le battute di Viola, le sue battaglie fatte con fermezza ma con classe. Devo però riconoscere che alla fin fine i furti rimasero furti, impuniti e con l’unica consolazione della Coppa Italia (in tempi recenti ci hanno negato anche quella, soprattutto per il lavoro sporco di un certo panzone …). Devo però dire che l’unica volta nella storia in cui si potevano veramente rovesciare le cose fu con Sensi nel 2002. E, purtroppo, abbiamo visto come è andata a finire, per noi e per lui. Le scalate ai vertici consentite a Delamentis a noi sono state, a suo tempo, negate. Meditate gente.

  5. Anche io ero allo stadio, in Tevere con mio padre.. Falcao non ha mai tirato rigori, non era un rigorista e poi non si reggeva in piedi. Ancora cò sta storia? Italia-Australia, guardavano tutti per terra… se Totti non avesse segnato dovevano crocefiggere Pirlo e co. a vita?

  6. se avesse tirato il rigore e l’avesse sbagliato avrebbe anche detto io l’avevo detto che avevo una infiltrazione scaduta sarebbe stato peggio…..su Falcao Cerezo Ancelotti ha ragione e su Pelé condivido al 100% come pure c’era una Roma prima di Falcao e una dopo….non c’è cosa più vera di questa

  7. domande ben poste effettivamente e’ stata una bella intervista Pero’ non puoi fare una domanda del genere tipo “Trova analogie tra quella ROMA e questa” strano che il “DIVINO” non glia abbia detto “Ma quante bocce de vino te sei fatto prima de fa sta domanda!!!

  8. Maradona è stato il più forte di sempre senza se e senza ma (tra l’altro pur facendo vita non da atleta come invece fece Pelè). Sul rigore non ci sono scuse: lasciarlo tirare a Graziani (su Conti invece avrei scommesso) fu come decidere di tirarne uno di meno. Tra l’altro sarebbe bastato centrare la porta perché il pagliaccio Grobelaar non avrebbe parato mai

  9. e soprattutto ,mai sentito dire da nessun altro giocatore , appena sceso dall’aereo: sono venuto alla Roma per battere la Juventus e vincere lo scudetto.e c’e riuscito al primo colpo. (Maurizio “Ramon “Turone )

  10. ATTENZIONE: La moderazione dei commenti è ora più rigorosa.
    Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome