Giannini: “Alla Roma lo spessore caratteriale fa la differenza, ma non deve essere solo una prerogativa di Mou”

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NOTIZIE AS ROMA – Giuseppe Giannini ha parlato del momento della Roma e dei nuovi acquisti arrivati a Trigoria, intervistato dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli):

Da ex capitano e da ex centrocampista, Sergio Oliveira le piace?
Mi piacciono i giocatori di personalità e credo che la strada sia quella giusta. Sia lui sia Maitland-Niles sono due buoni calciatori. Penso che questi due arrivi, indicati da Mourinho, apporteranno tanta esperienza. Certo, a centrocampo hai Veretout, Cristante e Pellegrini, numericamente non sono pochi e sono due nazionali italiani e uno francese. Ma credo che Mou abbia in mente qualcosa di diverso da quello visto finora.

Sarebbe intervenuto in altri reparti?
Forse avrei preso qualcun altro in difesa, ma non è che in giro ci siano grandissimi fenomeni a gennaio. Quindi alla fine meglio giocatori pronti e funzionali.

Quali sono le caratteristiche che Oliveira dovrà avere?
Attenzione e concentrazione per dare il giusto ritmo a tutta la squadra. Bisogna rimanere freddi e lucidi per giocare la partita senza farsi schiacciare dalla partita stessa. A Roma è fondamentale l’aspetto psicologico, lo spessore caratteriale fa la differenza. Con personalità e carattere non vai in balia delle situazioni. Non deve essere solo una prerogativa di Mou, ma di tutta la Roma.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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22 Commenti

  1. Bravo Principe.
    La Roma ha subito un’emorragia di carattere negli ultimi anni, specie dopo l’addio di Totti e DDR.
    Il fumante i giocatori li sceglieva anche per questa caratteristica.
    A lui i giocatori piacevano quando erano cattivi: Strootman, Naingollan, Paredes, Marquinos, Rudiger, Maicon, Benatia …..
    Se la Roma attuale ha solo Mancini come giocatore di personalità siamo messi proprio male.

    • Gerson e Iturbe, o Grenier, Bruno Peres, JJ e Skorupski, però non avevano tanta “personalità”, credo. I primi due anni da DS della Roma, inoltre, Sabatini prese tanti giocatorini, ma proprio “ini”. Tu citi sempre e solo quelli buoni che ha preso, ma insomma io invoco sempre la… VAR, in questi casi di santificazione (postuma). Ma poi la Roma ha sempre avuto giocatori di “personalità”, anche quando la squadra era scarsa, è stata sempre una sua caratteristica, che solo ultimamente è venuta meno. Giannini ad esempio ha giocato in una Roma tutt’altro che stellare, ma io gente come Berthold, Thern, e perfino Statuto o Cappioli la rivorrei per la partita col Cagliari di domani. Ma poi scusa, Vegemite, molti dei giocatori attuali, l’ossatura della squadra insomma, in realtà è stata costruita da Petrachi, non da Pinto né da Sabatini. E non eri tu (e tanti altri, a dire il vero) a rimarcare, sempre, la grande competenza di Petrachi (uno smaliziato, uomo navigato, con gli attributi, che dice pane al pane ecc., e belle menate del genere), nelle pause in cui lo stesso Petrachi non si incensava da solo in interviste a ripetizione? Quando i Friedkin decisero di non confermarlo qui ci fu una mezza insurrezione, e proprio tu invocasti il Mahatma Sabatini e i suoi immortali insegnamenti per dire che Petrachi, l'”italianissimo” Petrachi, era un uomo di calcio fatto e finito, uno coi maroni fumanti, uno con… personalità, insomma, il meglio che potevamo aspettarci (escluso Sabatini, ovvio). Poi vai a vedere chi ci ha comprato, però, lo smaliziato e roccioso Petrachi (che a te e ad altri piaceva, e a me e a pochissimi altri manco un po’) e ti cascano un po’ le braccia, per non dire di peggio: non a caso la stanno rifacendo da capo a piedi, la Roma, e le mezze seghe di cui ci ha riempito la squadra le stiamo mandando a pascolare altrove. Poi per carità tu ti rifugi nell'”età dell’oro” sabatiniana, e invochi le divinità (Strootman, Naingolann, ecc.). Però tra il mito e la realtà c’è sempre una bella differenza, sempre…

    • Roma è un ambiente molto difficile e semplicemente Petrachi si è dimostrato a fatti inadatto a gestire la Roma. Siamo in genere più facili a criticare ai primi errori uno straniero come Pinto (mentre Monchi va lapidato), e ad incensare eccessivamente degli “italianissimi” come scrive Dandalo, di cui in genere si parla solo delle loro cose buone, ma poi si nega o non si menziona mai dei loro errori, come fossero infallibili. La situazione attuale e la realtà debitoria oltre al fattore del nostro monte spese assurdo che supera l’80% (menzionato prima e nessun club in Europa a parte noi a dati così pessimi), sono la realtà di fatto e non confabulazioni su cattivi operati e gestione.
      Ringraziamo tutti di cuore i Friedkin che veramente ci hanno evitato il fallimento e coprono loro tutti i buchi e stanno lavorando a risanare il club.

    • @Saverio grazie per aver approfondito un argomento interessante in maniera esaustiva ed accurata.
      Purtroppo la stragrande maggioranza degli utenti deride l’utilizzo degli algoritmi senza avere la benché minima idea di come funzionano ed il bello è che credono di essere dei grandi esperti…

    • @Romulus
      Nel calcio moderno invece non avere una banca dati estesa propria, ti mette nelle condizioni di non poter mai arrivare per primi a scovare dei talenti veri e propri, ma si rimane costretti allora a lavorare come fanno molti club nostrani, aspettando mail (ed alcuni addirittura così vecchio stampo i fax, cosa da non credersi), provenienti da agenti, agenzie e mediatori che mandano loro “highlights” dei loro assistiti, e questo è perlopiù lo scouting iniziale come viene fatto qui da noi. Sembra inverosimile ma la realtà è questa, e nessun club top level lavora così. Quelli che vediamo sul tubo, è brutto dirlo ma non è tanto diverso dal primo materiale video che molti nostri DS osservano la prima volta dai loro contatti.
      Mentre come spiegato prima, lo scouting non va imposto in questo modo ma con un lavoro molto più approfondito e con una progettualità ben definita durante più annualità.
      Si può sbagliare molto di meno tenendo conto di molti più fattori, ma per questo serve uno staff molto più ampio, specializzato e quindi bisogna spezzettare di più le responsabilità e non accentrarle tutte su un unico soggetto, ma lavorare tutti soprattutto a favore dell’allenatore su cui la società decide di puntare.
      Se proprio devi prendere una figura che possa dirigere un gruppo, allora anche un Marotta che sa fare lavoro di squadra potrebbe andare bene, ma in questo caso vorrei un top a livello internazionale tipo un Peter Kenyon o Marc Zorc a questo punto.

    • Oh finalmente Dandalo !!!!!!
      Oggi ti trovo in gran forma e mi fa piacere.
      Da dove inizio.
      È risaputo che io ho un debito di gratitudine verso Sabatini.
      Venerazione? Idolatria?
      No semplicemente è stato sinora in epoca “americana” il migliore di tutti quelli che si sono alternati nella conduzione del mercato.
      Uno che era riuscito a rinforzare la Roma anno dopo anno, tenendo tutto sommato gli ingaggi sotto controllo, inferiori rispetto a squadre che ci stavano sotto in classifica.
      Sul podio ci metto pure Baldini visto che molte operazioni dalla Premier sono farina del suo sacco.
      Quando Sabatini decise di andarsene Petrachi era tra i DS che avrei preso per quanto di buono fatto al Torino e per questo una volta accompagnato Monchi alla porta fui felice del suo arrivo.
      Poi visto all’opera se ben ricordi io fui uno di quelli che invece lo criticarono per una serie di ragioni:
      1) aver alzato in maniera esagerata il monte ingaggi
      2) aver fatto un mercato poco coraggioso con un costoso usato sicuro
      3) essere riuscito a completare la rosa solo grazie all’aiuto di Baldini (i prestiti dalla Premier) perché lui ormai aveva finito i soldi
      4) non essere riuscito a fare sufficienti cessioni
      Infine sulle considerazioni che mi attribuisci (maroni villosi e fumanti, uomo roccioso e sanguigno, pane al pane vino al vino), guarda che mi stai confondendo con qualcun altro 😄

  2. Sono d’accordo, Beppe
    Vaglielo a spiegare ai saccentoni che sostengono esattamente il contrario…
    Anzi no, risparmiamo tempo e fiato.
    UltraRomanismo, chi c’è c’è.

  3. Un sogno: gli ex Capitani della Roma dovrebbero avere uno spazio in Società come dirigenti a vita. I ruoli dal semplice consulente a DG. Tipo ex presidente della Repubblica fatti senatori a vita. 💛❤️🇮🇹

    • aggiungo sai che bello sarebbe vedere in tribuna una dirigenza con DDR (forse lo vedremo presto come mister), Totti, Aldair o Balbo, Giannini, Conti, il grande Rocca e Rudi come DG.
      Ognuno è libero di accettare l’invito per carità. Ma potrebbero essere grande risorse senza cercare chissà chi.

      Sicuramente partite come quella di domenica scorsa non esisrebbero, perché certa gente gliela avrebbe fatto capire a quei molluschi scesi in campo.

      FRS 💛 ❤️ 🇮🇹

    • Francamente questo potrebbe essere un errore madornale per ruoli chiave (a parte Rudi Voller che ha dimostrato di valere, che i Friedkin hanno anche contattato mi pare per il ruolo di DG ma lui ha gentilmente declinato) ma si potrebbe fare più come alcuni club esteri che firmano determinati ex-calciatori simboli come Ambasciatori ufficiali del club che mandano in giro per il mondo in vari tour per promuovere il club all’estero e fare accrescere le tifoserie estere. Ho visto che questo inverno, il secondo video natalizio dell’AS Roma mostrava il lupetto Romolo in visita al club della Roma di Londra. Immaginate se ad esempio con il lupetto ci fosse andato a dispensare regali un nostro ambasciatore tipo Aldair, Balbo, Giannini, Conti.

    • @Saverio concordo pienamente. La mia era una suggestione (perché tale è e rimane). Creare un legame più duraturo con chi in campo e fuori ha rappresentato degnamente i nostri colori. Il tutto a prescindere dai ruoli operativi che sappiamo devono essere limitati a poche e valide figure con potere decisionali.

      Ma sarebbe bello offrire sempre a tali persone la possibilità dare un contributo.

      Vedremo… ma forse rimane solo un mio sogno.
      FRS 💛 ❤️ 🇮🇹

    • @Telegraph
      A me piacerebbe ovviamente un Totti o De Rossi in società come anche un Giannini, Nela, Falcao, Aldair ed altri, ma non puoi darli ruoli importanti se non hanno le capacità prestabilite a farci crescere. Io credo che De Rossi possa diventare in futuro un buon allenatore, è con una Roma ben strutturata, perché non sognare lui che diventi in futuro il nostro allenatore, ma prima deve dimostrare di essere un buon allenatore e di meritarsi la nostra panchina.
      Quello che potresti fare nell’immediato e sponsorizzare di più una squadra tipo “Roma Vecchie Glorie” come hanno fatto Real Madrid e Milan ad esempio, formando con ex-calciatori storici di varie eta una squadra che va in tour esteri ed aiutano a sviluppare il brand.

  4. Affermazioni condivisibili. Non voglio qui paragonare Giuseppe Giannini ventenne e già leader in campo al ns.attuale capitano perché il paragone sarebbe impietoso e ci rovinerebbe la giornata. La scarsissima personalità del gruppo è evidente. L’unica possibilità è cercare di inserirla tramite i giusti acquisti nelle prossime sessioni di calciomercato …

  5. Servono si calciatori di carattere ma anche scelti con una metodologia di ricerca moderna, che ne può attestare anche altri aspetti.
    In passato lo scrissi, il figlio di Pallotta voleva introdurre un databasing avanzato della Roma, una banca dati avanzata con figure interne specializzate ma la cosa fu stroncata dal fumante, proprio non la voleva.
    Invece tali sistemi sono utilizzati dai top clubs per monitorare migliaia e migliaia di calciatori da quasi tutto il mondo. Vi domandate come ha fatto il Bayern a pescare ad esempio un Alphonso Davies dal Canada? Lui è stato monitorato ed analizzato in modo approfondito prima di acquistarlo, un lavoro di attenta analisi valutando tanti parametri ed era già ben consci sul lavoro da dover fare per farlo crescere.
    La fase di pre-scouting ad alti livelli viene sempre condotta in questo modo, eppoi ci sono due fasi successive di valutazione, così diminuisce il margine di errore e puoi osservare un numero superiore di partite ed avere più rapporti, oltre ad avere perlomeno rapporti aggiornati ogni quadrimestre o trimestre al peggio.
    Ma se lavori in questo modo, poi non puoi agire e prendere giocatori che vuole il DS di turno per suo interesse, perché di sicuro chi vuole il DS per vari motivi, di sicuro non risulterà quasi mai essere nemmeno tra i primi 20 risultati più idonei di tali rapporti, che sono i calciatori più compatibili alle attuali necessità della rosa. Esistono banche dati oggi molto più evolute di quanto possiate immaginare anche con valutazioni psicologiche ed attitudinali sui calciatori che risultano nelle prime fasi di maggiore interesse.
    Questo noi non l’abbiamo mai avuto mentre molti club all’estero sono strutturati in tal senso tipo dal 2008 (una grande evoluzione c’è stato con l’introduzione dei vari sistemi OPTA nel 2011), oggi con personale con ben tipo 20 figure professionali specializzate che lavorano in questo modo, ti costano 1/4 in tutto dello stipendio di un calciatore medio della rosa, però poi ovviamente devi andare a prendere almeno uno dei top 5 risultati dei rapporti.

  6. Ma difatti il Principe che è stato un grande centrocampista dice subito che Oliveira è uno che potrebbe dare il ritmo alla squadra e difatti in questa Roma quello che manca è proprio un regista che gli dia il senso del gioco e il ritmo ha centrato il problema

  7. Il Principe e’ il principe lui dice sempre il giusto e’ il carattere la famosa personalita’ nel calcio, e lui lo sa bene senza quello a certi livelli alla sua epoca e prima di lui in serie A non giocavi mai ti devi prendere da solo delle responsabilita’ su tutto l’ ultima volta una cisa del genere proprio da Mancini che prese in giro Mou che gli aveva detto di coprire la sua parte, invece e andato in Area avversaria e’ segnato ecco senza personalita’ ste cose non le fai e hai paura di sbagliare…..

  8. Io non capisco come si fa’ a non essere d accordo quando si dice che alcune bandiere (come il principe) dovrebbero trovare posto in società xche’ sarebbero una garanzia….nessuno parla di direttori sportivi o allenatori ma addetti alla squadra, consiglieri…..non faccio nomi perché è un discorso a carattere generale ma dentro trigoria hanno messo radici gente che non penso abbia mai dimostrato niente, forse è proprio per continuare a sguazzare in quell’orticello che non si favorisce l ingresso a certie bandiere.
    Speriamo che Mou aiuti la presidenza anche in questo.
    Peppe Daniele ma anche Giovanni Cervone e altri ancora sarebbero x me una garanzia.

    • L’ex Scarchilli che Mou ha preso perché anche in dote di un patentino di allenatore UEFA A per fungere sia come osservatore/assistente. Enrico Paresce, giovane che è stato capo scout e vice-DS allo Spezia, ex osservatore Milan (con un passato da calciatore nelle giovanili della Roma), Giovanni Cerra che è team analyst ed assistente che collabora con Mou da anni, romano e romanista sfegatato ma che ha lavorato con Mou già dai tempi del Chelsea, Manchester United, Tottenham.
      Se sono romanisti con competenze specifiche vanno bene.
      Non si può dare un ruolo a tutti se poi non hanno competenze specifiche e dimostrate (al limite un titolo “onorario” o come detto di “ambasciatore”).
      La romanità non è garanzia di buon lavoro, la garanzia di poter costruire qualcosa di vincente lo fai con chi ha già dimostrato di saper vincere.
      Se arrivasse ad esempio uno Zorc alla Roma, e lui in 5 anni ci porta a 2 scudetti, 1 Coppa Italia ed una finale di Champions League, allora Zorc diverebbe un “dio in terra” qui da noi pur non c’entrando nulla con la Roma.
      Noi non siamo una società con uno storico di vittorie importante, non siamo Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Liverpool, Bayern Monaco, ecc., club in cui i calciatori sentono la pressione di dover dare di più e costretti a vincere, dove il secondo posto è solo considerato un fallimento.
      Possiamo costruire pure un senso di appartenenza romanista, ma se non viene in primis inculcato un senso ed una ossessione per la vittoria prima, allora non risolviamo nulla.
      A noi serve francamente anche uno staff e dei collaboratori che sono stati anche loro vincitori e che hanno fatto parte di progetti e cicli vincenti in carriera. Dobbiamo gradualmente arrivare a questi traguardi se vogliamo finalmente costruire un ciclo vincente a lungo termine.

  9. Tele hai detto quello che gran parte di noi romanisti pensiamo ….vedere nella società quei nomi farebbe immediatamente capire che vuol dire indossare la nostra maglia …… Già m’ immagino le riunioni con DDR il lunedì dopo la partita er foco’ se vede a trigoria e forza Roma

  10. Giannini ha detto cose giuste ma quanto riportato nell’articolo non è tutto, io alla radio ho sentito anche altre cose giuste ed interessanti che ha detto in collegamento, il fatto che esistono giocatori “da allenamento” e quello che invece sono i grandi giocatori.
    Il Principe ha detto che quando giocava lui, nella Roma c’erano calciatori a cui riusciva tutto in allenamento e quando andavano in campo davanti a 60/70.000 spettatori avevano paura di giocare a pallone, provavi a dargli la palla e quasi si giravano dalla parte opposta per non farsi passare il pallone, la famosa mancanza di personalità mentre il grande giocatore è colui che quello che fa in allenamento per bene lo fa anche in partita ed anche se dovesse giocare male non si tira mai indietro e scende in campo senza tremarella ed alla Roma servono questo tipo di giocatori.

    • Si tantissime squadre avevano questo problema con diversi calciatori. Un esempio sono spesso i portieri di cui citò l’esempio di Fabianski quando militava nell’Arsenal. Fu definito da alcuni addetti ai lavori per essere il giovane portiere più fenomenale d’Europa. C’era anche un certo Szczesny che veniva ritenuto più acerbo e meno talentuoso. In allenamento Fabianski parava tutto, era un portiere tecnicamente fenomenale tipo vecchia scuola, parate in presa, scatto di reni da fenomeno, fortissimo su entrambi gli angoli di tiro anche su tiri bassi, medi, alti e bravo nelle uscite. Surclassava Szczesny su tutti i punti di vista. Il problema di Fabianski è che giocando in uno stadio davanti ad un grande pubblico, se la faceva sotto. Szczesny ha modo di debuttare, ha più sangue freddo ed è inferiore come talento a Fabianski ma lui la pressione di giocare davanti ai tifosi la regge e diventa titolare. Wenger definisce Fabianski dopo del tempo come “il miglior portiere al mondo negli allenamenti” ad un certo punto. Lascia l’Arsenal dopo 7 stagioni disputando a malapena 30 partite per passare al Swansea dove però ha modo di rilanciare la sua carriera, non riuscendo purtroppo a raggiungere l’altissimo potenziale che tutti pensavano lo avrebbe fatto diventare uno dei migliori portieri d’Europa.

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