Tommasi: “Zeman l’allenatore che ho più amato, con Capello poco feeling. Cafu e Aldair due esempi. E Totti…”

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA – L’ex centrocampista giallorosso Damiano Tommasi si racconta in una lunga intervista apparsa sul sito “Luckyjunior.it” nella quale parla, tra le tante cose, anche della sua esperienza nella Roma. A cominciare dagli allenatori che ha avuto: “Il più importante e quello che ho più amato è stato sicuramente Zdenek Zeman – dichiara Tommasi -. Forse in questo mio giudizio incide il fatto che era proprio lui l’allenatore nel periodo delle critiche e dei fischi. La sua fiducia e il suo credo calcistico mi hanno fatto innamorare.

Ma c’è anche spazio per il tecnico meno amato: “L’allenatore con il quale ho avuto meno feeling è forse stato Fabio Capello che, per ironia della sorte, è anche l’allenatore che, da quando gioco a calcio, ho avuto per più anni (ben 5) ma con il quale in campo mi sentivo meno a mio agio. Strano che dica questo visto che è stato il periodo più intenso della mia carriera, quello dello scudetto con la Roma, della Nazionale e delle coppe europee.

Un pensiero poi va ai calciatori con cui ha avuto la fortuna di giocare. Su tutti Tommasi fa i nomi di due brasiliani, Cafù e Aldair! Esempi dentro e fuori dal campo.” Su Totti: “E’ il ragazzo di sempre anche adesso che ha 40 anni. Il suo nome e la sua celebrità hanno superato il suo essere ragazzo di Roma, semplice e leggero. Negli anni la sua figura ha assunto contorni molto importanti in termini di responsabilità, anche mediatica e questo forse non l’ha aiutato a sentirsi se stesso quando si rapportava con l’esterno. Nello spogliatoio, invece, riusciva ad essere se stesso e questo lo faceva diventare un compagno di avventura ‘frizzante’ e spensierato.”

Chiusura d’obbligo su Luciano Spalletti: “Mi ha cercato e voluto nello spogliatoio. Era alla sua prima esperienza con una squadra importante come la Roma e devo dire che si è calato perfettamente e sin da subito nella situazione. I risultati nel corso degli anni lo hanno gratificato e credo che l’incertezza societaria di quegli anni abbia agevolato il suo istinto manageriale che ha potuto, poi, mettere in campo con maggior libertà e responsabilità.”

Fonte: Luckyjunior.it

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