GIALLOROSSI.NET (A. Misuri) – Nascere a Roma e saper regalare emozioni dando due calci al pallone, è una caratteristica che non tutti hanno. Negli ultimi decenni poi, sono in pochi quelli che hanno avuto questa fortuna. Uno solo quello che l’ha saputa sfruttare al massimo regalando emozioni nel modo più generoso che mai si potesse pensare.
Dare e dare ancora tanto. A questo ci ha abituati, ed è per questo che gliene siamo grati.E’ così che si entra direttamente nel cuore del tifoso romanista, lì dove è stilato con pugno deciso quell’elenco di intoccabili che possono tutto. Il tifoso romanista è risaputo che non sia un tifoso semplice. Diverso per calore, per passione e per la forza che dimostra nel non arrendersi mai. Il tifoso romanista vive giorno e notte per la maglia, la segue, la tifa e la bacerebbe, anche tutta sudata. Il tifoso romanista è così, hanno provato a capire il perché, ma non c’è cura.
Questi prescelti vengono considerati veri e propri Imperatori e, dal momento della consacrazione definitiva sono delle vere e proprie divinità. E’ per questo che chiunque è nato a Roma e segue la squadra della Capitale conosce Francesco.
“Francesco chi?”
Ecco, se non siete di Roma, se non conoscete nessuno e se vi capita di sentire il nome Suo, non rispondete mai, e dico mai, in quel modo. Perderete per certo l’unica chance di farvi dei nuovi amici. Francesco è l’Imperatore di cui vi stavo parlando, un remake di un mondo antico che Roma non si è mai lasciata completamente alle spalle e non perde mai tempo per tirare fuori appena possibile termini che si rifanno a quei tempi. I romani hanno fatto la storia e continuano a farla: questo è un po’ il senso che piace trasmettere nel tempo.
Ma c’è un ma, c’è sempre un ma. Anche nelle più belle storie d’amore c’è sempre qualcosa che fa storcere il naso. C’è stato un momento in cui sembrava fosse sul punto di andare via, ma oramai è relegato al passato. C’è un altro momento, invece, in cui sembra non rimanere solo per amore della maglia, e in questo purtroppo, ci siamo appena entrati. Il nostro Francesco è uno di quelli che da tutto per la maglia, regala magie e la partita la vive da vero tifoso, è cresciuto con la maglia numero dieci e la fascia da capitano al braccio.
Tutto ciò per una cifra che supera i cinque milioni di euro. Non c’è di che, è stato un piacere, direbbe lui. Grazie di tutto ma, forse, è arrivato il momento di andare anche incontro alla società, direbbe il tifoso a mente lucida. Questo è il punto. E se anche fosse vero che l’amore non ha prezzo, è anche vero che l’amore lo devi dimostrare, anche dopo aver conquistato, non solo durante il corteggiamento. L’amore, quello vero, quello che non ti fa capire più niente, che ti stordisce e ti lascia pietrificato davanti a cinquantamila persone che intonano il tuo nome, non chiede soldi, non chiede niente. Capisce di aver ricevuto tanto e per amore della maglia capisce di dover continuare a dare senza poi chiedere così tanto. Perché, parliamoci chiaro, ha tutto quello che un qualsiasi giocatore vorrebbe avere. A lui per di più gli è stato dato senza che avesse mai chiesto niente: il tifoso romanista è generoso, ha il cuore grande. Un po’ come lui.
Quindi a conti fatti, alla soglia dei trentasette anni e un contratto milionario in scadenza, signor capitano si metta una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio, si accorgerà che saranno entrambi pieni. Anche perché poi a quelle cifre va a finire che un capitano che dedichi tutta la sua carriera alla sua squadra, se lo trovano anche i laziali.
 
		
