NOTIZIE AS ROMA – «Il baby bullo? Sbagliato escluderlo dalla Totti Soccer School». Scende in campo la Federcalcio, che, per bocca del presidente del settore giovanile e scolastico, Vito Tisci, fa trapelare il «dispiacere» per la vicenda che ha visto coinvolto un bimbo di 8 anni diversamente abile. Lunedì scorso il piccolo è stato colpito da una testata sferrata da un coetaneo prima di una seduta di allenamento. Andrea (il nome è di fantasia) dovrà sottoporsi nei prossimi mesi ad un intervento chirurgico, visto che l’aggressione gli ha provocato un trauma nasale con una frattura. «Domani (oggi, ndr) parlerò con il presidente della Soccer School, Riccardo Totti e studieremo il miglior modo per intervenire nei confronti di questo bimbo di 8 anni», spiega Tisci che ammette: «Da quando lavoro in Federcalcio non mi era mai capitato di sentire un caso del genere, che vedesse per protagonista un giocatore di questa età».
NO ALLE CRIMINALIZZAZIONI – Per la guida del settore giovanile della Figc «il bullismo va contrastato in ogni forma, ma non è possibile criminalizzare un bimbo e la sua famiglia». «Non avrei mai voluto leggere una notizia di questo tipo – sottolinea ancora – ma ora bisogna intervenire per non lasciarlo solo a se stesso. In fondo recuperiamo persone condannate a 10 anni di carcere, non possiamo certo pensare di abbandonare un piccolo calciatore». Da qui la proposta di reinserire il baby-bullo tramite l’aiuto di un team di psicologi del centro federale Figc e di organizzare una serie di incontri con i genitori e la società: «Non subito, più avanti, quando saranno tutti pronti».
PER LA DISABILITÀ – La Totti Soccer School, da sempre impegnata nell’inserimento anche delle persone diversamente abili con un progetto dedicato (voluto fortemente dallo stesso Francesco Totti, che della scuola è presidente onorario), spiegherà alla Figc quali sono le motivazioni che hanno portato all’esclusione del calciatore aggressivo dalla loro struttura. Sembra, infatti, che il pulcino non fosse nuovo ad episodi del genere, tanto da essere stato attenzionato da diversi allenatori, che ne avevano segnalato il carattere difficile: in passato sarebbe già stato protagonista di alcune liti, anche accese, con i suoi coetanei. «Siamo anche disponibili a farci carico di questo bimbo – aggiunge il presidente Figc – e a farlo transitare attraverso il nostro Centro federale, recentemente aperto». Quel che è certo, è che il reinserimento nella struttura di Ostia Antica non sarà facile: il piccolo vittima dell’aggressione è rimasto fortemente traumatizzato e i genitori del baby-bullo non avrebbero ancora ammesso le responsabilità del figlio, arrivando a parlare di un «comportamento eccessivo» da parte del Centro.
(Il Messaggero, M. Pasqua)
Puttanate.
Se a 8 anni dai una capocciata ti hanno insegnato a darla.
E allora qualcuno ti deve insegnare che ti hanno insegnato ad essere infame. E per colpa loro paghi.
Fuori. Eventualmente fra un anno ne riparliamo.
La FGCI si deve fare i caxxi suoi e se i responsabili del centro hanno deciso di allontanare un prototipo di delinquente recidivo,tra l altro anche vigliacco per la debolezza della vittima prescelta,vuol dire che va allontanato,punto.
Qui parliamo di una testata a sangue freddo! E sti scenziati si preoccupano del bullo non della vittima e delle sicure future vittime,ma scherziamo?Se fossi il padre del bambino colpito non so come reagirei,non so nemmeno se potrei accettare il solo allontanamento come misura punitiva,probabilmente,a questo punto, mi comprometterei la fedina senza rimorso alcuno.Tanto poi la fgci mi recupererà no?
in Italia è così in ogni settore: si penalizza chi si comporta bene, giustificando qualsiasi scorrettezza. Da noi non paga nessuno. Questo è il messaggio, e si accoda anche la federazione. ottimo esempio, complimenti
Naturalmente i primi sono i genitori, come sempre, che istericamente non ammetterebbero colpe neppure davanti a fatti comprovati, così nello sport, come a scuola, come nella vita quotidiana.Una bella società senza regole….
Io sono più che d’accordo, è inutile escludere. Bisogna includere e educare, soprattutto se è un bambino di 8 anni. La civilizzazione passa per la presa di responsabilità che non può risiedere nell’alienazione. E poi a 8 anni non si conoscono le possibili conseguenze delle azioni, ma siamo sicuri che sia colpa della famiglia? O magari forse quello che i calciatori adulti mostrano ogni settimana non è così educativo?
Ci sono zone del mondo in cui a 8 anni sei abbastanza grande per ammazzare o essere ammazzato.
A 8 anni non dai una capocciata se non te lo hanno insegnato … allora qualcuno gli insegni che le azioni hanno conseguenze.
Gli sarà solo utile.
Certo che glielo hanno insegnato. Ma tu sei così sicuro che glielo abbia insegnato la famiglia? O forse sono i milioni di esempi forniti da una società in cui tanto chi fa di più l’arrogante viene premiato? Io sono un padre, e ti assicuro non mollo di un centimetro in fatto di educazione, ma quando i ragazzini crescono, e sono in gruppo, agiscono in modo talora imprevedibile. Non sono automi programmabili. Ovviamente il ragazzino deve essere punito e gli va fatta capire la conseguenza delle sue azioni, ma non deve manco essere messo al bando come un infetto. Che poi a 8 anni in alcune zone del mondo si vada col fucile in braccio beh diciamo che non lo prenderei proprio come esempio positivo.
Non mi importa chi glielo abbia insegnato. Non mi importa se la famiglia è disastrata, se lui ha un periodo difficile.
È ora che in questa società venga reintrodotto il semplice concetto di responsabilità individuale.
Che non significa poi negare la possibilità del recupero, ma sanzionare il comportamento dissociale. In primis.
Poi capiamo le cause, interveniamo sui motivi, cambiamo il contesto… ma intanto, chi sbaglia paghi.
Basterebbe toglierlo dall’ambiente famigliare in cui sta crescendo e in pochi mesi sarebbe raddrizzato….
Ci si dimentica di un dettaglio: questi bambini sono lì per giocare, divertirsi e crescere. Chi rappresenta un pericolo per gli altri va tenuto da parte e recuperato in sede e nei modi appropriati. Un bambino non va criminalizzato ma certo non assolto, né l’episodio va sminuito. Trovo l’intervento della FIGC fuori luogo e soprattutto nocivo.
Secondo me prima del ragazzino, bisognerebbe educare i genitori, che da quello che ho capito non e’che siano da meno!
Che stronxata buonista. Espellerlo era il provvedimento giusto da prendere per impartirgli una lezione di vita. Atti del genere sono da criminalizzare anche quando succedono tra bambini, è là che si capisce cosa è giusto e sbagliato.
E’ il semplice principio, che in Italia è sconosciuto, di azione e reazione. Io non voglio colpevolizzare il bambino. E’ ovvio che se ha questo comportamento a 8 anni la colpa non può essere la sua. Ma ha sbagliato e per questo va punito. Chi ci assicura che il fatto non succederà di nuovo? Meglio mettere a rischio altri bambini o escludere chi ha sbagliato? D’altronde stiamo parlando di una scuola di calcio mica di un centro di recupero. Io sono d’accordo con l’esclusione. Ma ovviamente il bambino va seguito per fargli capire dove ha sbagliato e aiutarlo a non commettere più errori simili.
D’accordo con datzebao. Espellere questi bambini problematici (perché tali si è, ad 8 anni) dalla scuola, dalle scuole-calcio o da qualsiasi altro luogo preposto alla socializzazione e all’educazione (integrativa e, spesso, sostitutiva di quella familiare), vuol dire consegnarli all’emarginazione e, quasi sempre, alla delinquenza.
Lo sport ha salvato innumerevoli persone da destini infami. Quanto al bambino bullizzato, è chiaro che deve avvertire immediatamente la solidarietà e la protezione di tutti; in caso contrario, per recuperarne uno se ne perderebbe un altro, che magari non finirà per delinquere, ma comincerà precocemente a covare astio e rancore verso le Istituzioni (famiglia, scuola, insegnanti, allenatori, ecc.) che non lo hanno salvaguardato.
Quando ero bambino e poi ragazzino,se mi litigavo a scuola, o in strada, a mio padre non gli interessava chi aveva iniziato e perché, e me ne dava di santa ragione. Oggi? Embe’si inizia con vabbe’ma che ha fatto, ma sono ragazzi, ect.etc. mica vogliamo ficilarlo ma un minimo di punizione gliele si deve dare, perché altrimenti il bambino in questione la prossima volta fara pure peggio, potrà dire: e che mi fanno, ho dato una testata e non mi hanno fatto niente..
Tra l’altro non si sta negando ad un bambino di frequentare la scuola o di vedere gli amici, ma lo si punisce per un gesto particolarmente grave nei confronti di un bambino disabile. Negargli di frequentare la scuola calcio è un modo per insegnare il rispetto nei confronti degli altri e delle regole. Di certo non gli si nega in futuro di giocare nuovamente (magari verrà riammesso dalla stessa scuola calcio) ma parlare di emarginazione e conseguenze negative per il bambino per la semplice espulsione da una scuola calcio lo trovo quantomeno esagerato.
A me la cosa che da veramente fastidio, aldilà del gesto in se, è che la FIGC mette bocca solo perchè è la scuola di Totti, quindi da visibilità parlarne. O ci vogliono far credere che esaminano tutto quello che succede in ogni campetto sperduto delle scuole calcio? Ma va….
Ieri mattina al campo giocavano gli allievi non vi dico le mamme dei ragazzini di una squadra della provincia di napoli cosa hanno vomitato all’arbitro… ma di che vogliamo parlare?
il bambino non va criminalizzato ma educato,se per farlo seve una squalifica va benissimo.
che cosa imparerà se dopo un gesto del genere non riceve nessuna punizione?
il problema e’ complesso, ma bisogna insegnare che ogni azione porta a delle conseguenze, i problema e’ che nel tentativo di “recuperare” chi sbaglia si rischia di non tutelare chi si comporta bene, chi si comporta male deve essere punito
Kawasaki
Concordo, e ieri ho scritto che lo scopo non deve essere quello di far fare il bullo altrove a questo bambino.
Dato che allarghi il discorso alla scuola in generale, però, dovremmo fare un discorso ampio sui mezzi educativi di cui le scuole dispongono,perché a scuole a cui vengono tolte sempre più risorse viene chiesto di farsi carico di un peso sociale che andrebbe diviso anche con la famiglia e lo Stato nei suoi organi di decisione. Così non è. Degli allenatori di calcio, in questo caso, dovrebbero fronteggiare una situazione sociale è psicologica di disagio con una famiglia che rema, A quanto pare, contro? Cosa dovrebbero fare?
Reintegrato? Ok. Ma porti i palloni, porti Len magliette di tutta la squadra a casa tua per tutto l’anno e le fai lavare a quella buona educatrice di tua madre. E dopo un anno di giri di campo da solo vediamo se hai imparato la lezione. Se così non fosse vai a fare un corso in FIGC, visto che sono gli unici ad averti capito…
inqualificabile ,posso garantire che il fratello di mia moglie, ho anche il filmato, nel campionato di serie C nazionale di alcuni anni fa, è stato massacrato da un giocatore della squadra avversaria su un campo di una città a livello nazionale ,non lo ha potuto querelare perchè la figc gli avrebbe precluso la futura carriera giocatore e allenatore da vergogna poi preetendono ch il calciatore sia d’insegnamento maddechè ,qui ci sarebbe un reato altro che molestie e mobbing
Per esperienza personale di chi e’ vissuto e cresciuto come molti di voi in un quartiere popolare ho visto quanti ragazzi negli anni 70 frequentavano gli oratori come il sottoscritto sono stati strappati alla “strada ” o alle pratiche delle ritorsioni politiche semplicemente correndo dietro ad un pallone quando la realta’ circostante ci offriva poco altro . Non trascuriamo l’importanza attuale delle scuole calcio che hanno anche una funzione sociale e a cui lo stato delega compiti che invece dovrebbero essere propri . Credo che forse riaccogliere questo ragazzino dopo avergli fatto fare severa ammenda per quello che ha commesso sarebbe una cosa utile…
france hai deciso? va bene^? lega italiana figli di puxxana