NOTIZIE ROMA CALCIO – Diciamo che la Roma ci è rimasta male, usando un eufemismo. Perché a Trigoria era davvero già tutto pronto per ripartire e perché la speranze è sempre quella che dal Governo consentano gli allenamenti individuali anche all’interno delle squadre.
Era tutto fatto al Fulvio Bernardini. Ci sono tre campi che sarebbero potuti diventare sei. Dividendo i 28 giocatori su questi, si sarebbero avuti gruppi da 4-5, con i quali sarebbe stato possibile rispettare le distanze di sicurezza. Detto ciò, proprio ieri Nuno Romano ha cambiato gli allenamenti dei ragazzi, aumentando i carichi di lavoro.
Insomma, è partita la fase 2, sperando che possa poi spostarsi direttamente sui campi del centro sportivo. Nel frattempo in queste ore Trigoria dovrebbe essere sanificata un’altra volta, mentre ai giocatori tra oggi e giovedì verranno completati i tamponi. A loro, allo staff tecnico e alle loro famiglie.
(Gazzetta dello Sport, A. Pugliese)
Ma dove li trovano tutti questi tamponi? Il mistero si infittisce…
si trovano in commercio solo che costano tra i 100 e i 200 € fatti il conto, poi dovrebbero essere ripetuti più volte per dare una certa garanzia, del costo per almeno un 50ml di italiani
Io il conto me lo sono fatto. Mi chiedo però se non sarebbe il caso di riservare i tamponi che ci sono, fintanto che non sono sufficienti per tutti, a chi sta lavorando a contatto con il pubblico e con i colleghi dall’inizio dell’emergenza. I loro familiari si ammalano come gli altri o sono figli di un Dio minore?
Una volta sistemato questo personale per me la Roma ne può fare uno al giorno a chi le pare.
La Roma produce calcio e giustamente vuol tornare a produrre, né più né meno di chi realizza auto, mobili, pentole d’acciaio, bottiglie di vetro, coperte e pedalini.
Tutto questo clamore critico circa la volontà di tornare a giocare mi sembra assurdo. Tutte le aziende italiane che non hanno potuto fare fatturato a marzo e aprile debbono necessariamente tornare in attività, pena la chiusura. Perché la Roma dovrebbe prendere una posizione ufficiale per non terminare la stagione? Perché i suoi tifosi sono atterriti all’idea di un possibile scudetto della Lazio (motivo per cui – senza ipocrisie – la gran parte del pubblico giallorosso spinge per l’annullamento)? La Roma cura solo i propri interessi, come tutti, che alla fine dovrebbero essere quelli dei tifosi. Qui c’è in gioco la sopravvivenza di tutti i club, Juve compresa (che si ritrova sul groppone il costo di Ronaldo). A mio parere l’unica ragione per invalidare tutto è il fatto che ormai la competizione è falsata dal lungo stop.
Inoltre perché dare agli sbiaditi questo motivo di dileggio? I laziali ci prenderebbero in giro vita natural durante, peggio che se vincessero, se la Roma si opponesse platealmente a Lotito, dimostrando di aver timore della Lazio. QUELLO MAI! Meglio lasciar fare al destino.
Personalmente che si torni o meno a giocare non me ne frega unca, altro cui pensare, ma l’idea che la Lazio, dopo tanta insistenza, alla fine perda sul campo questo scudetto m’intriga al punto da correre il rischio. Tanto, conoscendo Lotito, se nessuno dovesse neutralizzarlo, a settembre tornerà a battere cassa tutti i giorni con ben due scudetti da rivendicare, compreso quello del 1915, condizionando pure la prossima stagione.
Stefano, il rischio c’è per tutte le attività produttive, anzi per tutta l’attività umana a questo punto. Anche il vigile che ti passa la sua penna per firmare l’autocertificazione, e anche un libro o un pacchetto di sigarette presi dagli scaffali sono azioni a rischio. La fila e l’ingresso nel supermercato di persone debilitate nello spirito da due mesi di cattività non sono a meno rischio contagio di un allenamento fra ventenni in piena salute. Che facciamo, allora? Smettiamo di respirare? Mi sembra che l’imperativo adesso (!) (dopo quasi tre mesi) sia quello di convivere col virus in piena consapevolezza e responsabilità.
L’ho scritto – che si giochi o no, non m’interessa a ‘sto punto. Dipendesse da me invaliderei tutto, sia per una questione sportiva, sia per il clima generale del Paese.
Non comprendo tuttavia le critiche mosse alla Roma, rea, secondo qualcuno, di non prendere una posizione ufficiale contro Lotito. Personalmente una cosa del genere la considererei un palese segno di debolezza nei confronti della Lazio, lo stesso complesso d’inferiorità che stanno mostrando tutti quei tifosi preoccupati di un possibile scudetto degli sbiaditi. A chiunque di essi dico di non veder l’ora di tornare a giocare, perché dovrei prestare il fianco alle loro battutine quando già sostengono sarcasticamente che il nostro simbolo non sia più una lupa ma un pipistrello, facendo così intendere come l’epidemia sia capitata a fagiolo per noi romanisti?
Se la prendiamo sotto il fatto che non si vuole giocare,solo per paura che la lazio possa vincere lo scudetto,secondo me e’ da complessati cronici. Il rifiuto di entrare in campo deve essere dettato esclusivamente da rischi che potrebbero correre gli atleti e tutto il loro seguito. La Roma ha preso tutte le precauzioni,per limitare o annullare contagi ma per tutte le squadre sara cosi? Non tutte le squadre hanno campi di allenamento tali da poter mantenere le distanze, e il rischio che giocatori di altre squadre possano contagiare chi ancora contagiato non e’, sarebbe una tragedia e allora si che sarebbe la fine.Io credo che mai come in questo caso valga il detto” ognuno a casa sua”,quindi come gia ho detto per me seguendo l’ esempio Olandese questo campionato e’ finito e da annullare,Lotito si metta l’ anima in pace,anche perche’ ho molti dubbi che lo avrebbe vinto in ogni caso.
Amedeo scusami pero c’ e lavoro e lavoro.Per chi guadagna uno stipendio per mantenere una famiglia,direi che tornare al lavoro e’ rischioso ma quasi obbligatorio, se poi chi si prende il contagio, e’ chi porta i soldi a casa poi puo essere una tragica conseguenza. per una famiglia.I calciatori nell’ ipotesi piu pessimistica sono milionari o perlomeno non se la passano male,e non credo che un mese o due di differenza per riprendere l’ attivita rechi loro un grave danno.Poi anche se il calcio e’ un gioco e sostiene l’ economia nazionale,i vari giocatori ( non i club) se ne possono fregare delle ordinanze governative e tutti insieme essere d’ accordo per non entrare in campo per non rischiare,cosa che come detto non potrebbe fare magari un comune lavoratore per esigenze familiari,e li ci sarebbe probabilmente la convivenza con il virus a cui fai riferimento per cause di forza maggiore!