Roma, speranza e rimpianti

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NOTIZIE AS ROMA (IL TEMPO, E. MENGHI) – Era ed è una Roma da record. Ma la favola, a prescindere dal risultato della partita di stasera contro il Torino, è destinata a non avere il lieto fine sperato e Garcia quasi non se ne capacita. Andando a scavare nella memoria del campionato per cercare di capire cosa era andato storto un girone fa, si è accorto di quanti punti mancano alla sua squadra per difetti altrui. Più precisamente, Rudi ha rivissuto il film di Torino-Roma e ha detto quello che dopo i 90 minuti finiti in parità, ma vissuti come una sconfitta, non era riuscito a dire: «La nostra striscia vincente è stata fermata dagli errori arbitrali. C’era fallo su Benatia prima del gol del Torino ed era stato negato un rigore clamoroso a Pjanic. Può succedere, guardiamo avanti».

Prima, però, un salto nel passato è doveroso: con Capello in panchina nell’anno dello scudetto, i giallorossi erano a 63 punti a questo punto della stagione. Con lo «sconosciuto» venuto da Lilla sono 64, eppure il titolo appare ormai irraggiungibile: «La Juventus sta facendo un campionato da record, anche il nostro lo è, ma c’è un fatto, la classifica: io non ho nessun avviso su questa cosa. Pensiamo solo a vincere, voglio 67 punti dopo la gara con i granata».

Come si migliora una squadra che sta scrivendo la storia (almeno nei numeri)? Con un centravanti da Champions. Garcia lo dice a chiare lettere: «L’arrivo di Tevez e Higuain in serie A è una cosa bella: i campioni vengono in Italia se il club è potente economicamente. Destro è un attaccante d’area che ha il gol nel sangue, ma loro sono giocatori che hanno già vinto tanto e che hanno giocato in grandi squadre. Parliamo di Tevez, di Higuain, oppure di Suarez, attaccanti maturi. Dobbiamo lasciare il tempo a Mattia di migliorare».

Sabatini ha ricevuto il messaggio, per il momento il tecnico francese si occupa di gestire al meglio la rosa attuale. L’assenza di Strootman e quella momentanea di De Rossi lo hanno costretto a rivedere, di riflesso, il gioco offensivo: «Con i tre centrocampisti titolari di inizio stagione era più facile avere automatismi. Comunque, senza Kevin e Daniele abbiamo fatto tre partite buone sul piano del gioco».

Ma ha dovuto rinunciare alla sua idea dominante, schierando un tridente più «statico» con Totti e Destro insieme. Rudi ha cambiato e fin qui ha avuto ragione, perché sono arrivate due vittorie e, soprattutto, la Roma è tornata a segnare come all’inizio: 3 gol all’Udinese, 2 al Chievo, dopo 5 partite in cui era riuscita a trovare la porta solo 4 volte.

Contro il Torino l’insidia in più viene dall’assenza della difesa titolare, vista la squalifica di Benatia: «Sarà Toloi a prendere il suo posto accanto a Castan», ha esclamato Garcia con sicurezza. Ma il discorso degli automatismi vale anche dietro, perciò servirà più attenzione del solito. Soprattutto perché stavolta Immobile e Cerci non sono stanchi. Il francese sa che saranno avversari temibili e alza la guardia: «Non dobbiamo mollare. Lo scudetto ormai è andato, ma bisogna fare di tutto per restare secondi».

Il Napoli è più lontano dopo il k.o. casalingo con la Fiorentina (-6), la Juventus è 14 punti più su della Roma, che si guarda le spalle disillusa: «Quando una squadra due mesi prima della fine del campionato sa di aver vinto è noioso, meglio la Liga dove ci sono tre squadre in un punto. Qui è difficile andare in alto». Non basta il record storico di punti per andare più in alto di un secondo posto ancora da blindare.

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