Ecco il dialogo segreto tra Rizzoli e Peruzzo

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AS ROMA NEWS (CORRIEREDELLOSPORT.IT) – «Seba, cos’è?». «A me sembra rigore». La titubanza, il fischio. L’inizio della Fine. Il giorno dopo, la ricostruzione di quanto avvenuto a Reggio Emilia all’ora di pranzo di domenica manda di traverso l’intera giornata. Perché, se volete, è ancor più grave di quello che è sembrato all’inizio. Nicola Rizzoli, l’arbitro nativo di Mirandola (provincia di Modena, la stessa di Sassuolo…. Solo una curiosità, chiaro, oggi l’architetto vive a Bologna), dal momento in cui continua a rimanere sulla linea di passaggio Gervinho-Nainggolan e colpisce il pallone che apre il contropiede, commette una serie di errori da principiante (primo fra tutti, la posizione, troppo centrale). Che lo portano a perdere completamente quanto avviene (o non avviene) in area di rigore della Roma fra Benatia e Sansone. E qui entra in campo «Seba», al secolo Peruzzo Sebastiano, arbitro di Schio, non adeguato a questa categoria ma non certo da domenica. Anzi, se volete, avrebbe (ha) seguito la procedura standard che spetta agli additional. «Seba, cos’è?». A domanda, risposta: «A me sembra rigore». 

SENZA SENSO Insomma, l’arbitro che rappresenterà l’Italia al Mondiale assegna un rigore su un «mi sembra». E poi si rimangia la decisione dopo aver fatto parlare i giocatori coinvolti nella vicenda. Ma si può? Un comportamento allucinante, anomalo, assolutamente sbagliato, nonostante adesso ci sia la corsa alla “lavanderia”, cioè a far passare la sua decisione come un qualcosa di corretto. Tutto previsto. Ma non ha molto senso, ormai tutti guardano tutto, non si può più mistificare la realtà. Un arbitro dell’esperienza, del lignaggio (più presunto che vero) di Rizzoli, protetto dai suoi vertici (ondivaghi, sembra, pure loro nell’analizzare la situazione di Reggio Emilia) nell’assegnargli sempre gare di basso profilo nel vano tentativo di limitare i danni, non avrebbe dovuto commettere una leggerezza, un errore del genere. Fra l’altro, non starebbe in piedi neanche il classico giochino dello scaricabarile. Peruzzo avrebbe parlato solo dopo essere stato interrogato. Cosa che viene raccomandata agli arbitri d’area, altrimenti si rischierebbe il caos totale. Pensate cosa potrebbe succedere nella mente di un arbitro che vede un fatto, lo elabora e contemporaneamente – senza richiesta – sente un’altra versione. Rizzoli ha sbagliato, ha fatto tutto da solo. Nell’essere mal posizionato, nel non essere rapido a seguire un pur repentino capovolgimento di fronte, nel farsi prendere dal panico, ascoltando prima e smentendo tutti, pure se stesso, dopo, a cominciare dal suo additional.

A PEZZI – Stavolta Rizzoli ne è uscito, nonostante i tentativi, malissimo. Al di là dell’episodio specifico, quattro minuti e trentasei secondi sono troppi per una decisione. Ma ancor di più è inammissibile far prendere ad altri una decisione che avrebbe dovuto prendere da solo, tutt’al più con l’aiuto degli altri uomini che componevano la squadra arbitrale. Una gaffe che si ripercuoterà anche sul gruppo della Can, dove già esistono diverse spaccature. Ci sono arbitri che possono fare quello che vogliono, arbitri che nonostante gli errori vengono perdonati e ai quali viene data subito un’altra possibilità (a Peruzzo gliene hanno date addirittura due di fila), altri che al minimo errore pagano, con stop tecnici. Non è difficile scoprirlo, basta guardare la sequenza delle partite dirette dai 21 arbitri di A. Ecco cosa ha portato la gestione di Nicchi. Qualcuno, speriamo, ne prenderà atto…

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