CORSPORT (A. GHIACCI) – A tornare sulla storia che ha caratterizzato le ultime settimana in casa Roma è il direttore generale Franco Baldini. C’è stato anche lui al centro della vicenda che ha visto Al Qaddumi avvicinarsi alla proprietà statunitense, Pallotta e i suoi manager, terminata con un nulla di fatto […]«Avevo anche detto che se non fosse stato così non sarebbe cambiato niente rispetto alle strategie della società – ha raccontato ieri il dirigente – era un investitore che avrebbe portato ossigeno ma si trattava più che altro di un modo di dire. Come ha sempre detto la proprietà americana avrebbe cercato investitori per rinforzare il club, era così sin dall’origine, senza differenza se si trattasse di lui o un altro. Hanno verificato e non è andata come si sperava andasse, quando queste storie non hanno un lieto fine serve sempre un responsabile e come sempre sono qui senza alcun problema. Ho capito di avere fatto una discreta carriera dai giornali: da calciatore, modesto, ad agente a direttore sportivo, a direttore generale e anche ora a revisore dei conti di una società quotata in borsa…». In realtà Baldini è stato tirato in ballo soprattutto perché segnalato come primo tramite tra Al Qaddumi e Pallotta: «Non è che l’ho segnalato io, è lui che mi ha contattato all’origine di questi 14-15 mesi (la storia, quindi, è iniziata più o meno a gennaio 2012 – n.d.r.) perché voleva rilevare il club e gli fu detto che gli americani non volevano vendere. Poi un salto temporale a 4-5 mesi fa quando lui si dichiarò interessato ad entrare in partnership con gli americani e allora gli hanno detto “parliamone” e poi sono stati fatti tutti i passi».
OSVALDO – In piedi c’è anche il capitolo legato a Osvaldo, che ieri sera contro il Parma è finito di nuovo in panchina dopo che era accaduta la stessa cosa ad Udine. […] «Spesso gli attaccanti reagiscono così ad un periodo in cui non segnano, si incasinano la vita da soli. Ma contro la Juve ha fatto una partita strepitosa, poi c’è stata la trasferta di Bergamo, dove era impossibile per chiunque giocare una grande partita e fu più che altro una roulette con un campo impossibile (c’era la neve – n.d.r.) e infine l’esclusione di domenica scorsa ad Udine e quando è entrato ed ha avuto una palla per sbloccare e sbloccarsi. La panchina? Sono scelte dell’allenatore, che evidentemente in settimana capta meglio degli altri lo stato fisico e mentale dei giocatori»

