Zavaglia: “Ecco come ho scoperto Francesco Totti”

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ROMA CALCIO NOTIZIE (Calcio2000) – “Un nuovo Totti? Difficile, vista la scarsa cura per i settori giovanili italiani“. Queste le parole di Franco Zavaglia, noto agente di calciatori, a Calcio 2000. “Ho visto Francesco per la prima volta una una domenica mattina, alle 10:30. Ai tempi ero allenatore al Tor Sapienza, in Promozione. Prima di un incontro vidi un biondino piuttosto secco, magrolino. Aveva dei colpi straordinari, e allora come oggi poteva risolvere le partite da solo, fa e faceva la differenza in tutto. Chiesi al presidente come si chiamava, lui mi rispose: ‘Francesco Totti’. Mi misi in contatto con la famiglia e da lì nacque il tutto, il nostro rapporto professionale. Perché è finito il nostro rapporto? Erano i tempi della Gea, ed io lavoravo con Alessandro Moggi. Il nome del padre del mio partner purtroppo non era ben visto a Roma, così la famiglia di Totti decise di interrompere tutto. Qualcuno forse li aveva convinti che il mio nome, a quel punto, poteva diventare scomodo“, continua Zavaglia.

Dal passato al presente. I rapporti con la famiglia, però non si sono mai interrotti del tutto: “Ero a Trigoria per Aquilani, il padre di Totti mi avvicinò e mi confidò che ero stato l’unico che avesse realmente fatto gli interessi di Francesco“. Molti accusano il capitano di guadagnare molti soldi, la risposta di Zavaglia non lascia interpretazioni: “Credo abbia guadagnato meno di quanto meritasse. Bianchi all’inizio non lo vedeva. Sensi era incuriosito dalla mia testardaggine nei confronti del ragazzo. I primi di gennaio il presidente organizzò una partita contro l’Ajax di Litmanen, il grande sogno di Bianchi. Sensi pretese che Totti partisse titolare, e alla fine del match oscurò letteralmente Litmanen. Da quel momento Totti divenne Totti ed iniziarono i problemi fra tecnico e società“.

Tanti lo volevano, ma lui ha sempre deciso di restare a Roma. “Milan, Juventus e Real Madrid su tutte lo volevano. Ma Francesco ha sempre avuto l’ostinazione di rimanere a Roma e nella Roma, lui era un tifoso e mi sembra che negli anni l’abbia abbondantemente dimostrato“, conclude Zavaglia.

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