REPUBBLICA.IT – M. Pinci – Se c’è un uomo che più di qualunque altro illustri la Roma attuale questi è Aurelio Andreazzoli. Una conferenza più misurata nei tempi forse non abbastanza però dal punto di vista dei contenuti. Duri, addirittura durissimi, parlando delle recenti contestazioni dei tifosi: “Non è un bel biglietto da visita sapere che Osvaldo ha la macchina presa a calci. Io se fossi un calciatore importante non verrei a Roma”
“ROMA CATTIVA, L’OCCASIONE È GRANDE” – Uno schiaffo alla piazza nella settimana più tesa, quella dei cinque giorni di contestazioni a Trigoria. E alla vigilia di una partita chiave, sabato sera contro la Juventus e di fronte a oltre 50 mila spettatori. Un’occasione, per Andreazzoli: “Mi aspetto una Roma più cattiva. Ogni gara è la partita giusta per ricominciare, l’occasione è grande e non la mancheremo dimostrando di voler fare un risultato importante o almeno competere alla pari”. Alla pari con i campioni d’Italia, un gruppo collaudatissimo e fresco del trionfo europeo, e in testa per distacco a una serie A in cui la Roma al contrario stenta: “La classifica non rappresenta i valori tra le due squadre – la certezza dell’allenatore romanista – ma è un godimento vedere e studiare la squadra di Conte”. Un segnale di nettissima discontinuità con il recente passato, quando per Zeman quella contro la Juventus rappresentava la madre di ogni gara. “Io la Juventus la stimo tantissimo – il punto di vista di Andreazzoli – e per questo preparo la partita con una attenzione maniacale”.
“FOSSI UN BIG NON VERREI ALLA ROMA” – Anche, o forse soprattutto, alle polemiche della settimana. Il colloquio con Totti e Osvaldo dopo il penalty sbagliato dall’argentino scippandolo al capitano ha tenuto banco, ma il tecnico prova a smontare le ricostruzioni del day after: “Le cose si mettono a posto nello spogliatoio e sono diverse da come vengono riportate in modo cattivo. Se escono fuori situazioni come il capitano ripreso dalla società o dall’allenatore sono falsità messe in giro per disturbare. Magari qualcuno le inventa per creare problemi”. Salvo poi dipingere una realtà differente pochi istanti dopo: “Osvaldo si è reso conto di aver fatto una cosa che poteva non fare, ne abbiamo parlato lungamente anche con il capitano, in toni piacevoli”. L’episodio, però, ha comunque acceso la miccia di alcuni tifosi, per la verità sporadici, innescandone il risentimento nei confronti dei dirigenti e dello stesso Osvaldo. Episodio condannato – giustamente – da Andreazzoli: “Uscire da Trigoria ed essere contestato con uova e calci alla macchina non è una cosa bella”. Scivola, semmai, collegando l’episodio al futuro del club: “La società e i tifosi auspicano avere giocatori importanti, ma io se sono un giocatore importante vado da un’altra parte, non vado a Roma. Vado in un ambiente dove questo aspetto non c’è”.


Passare da Zeman ad Andreazzoli è un incubo ad occhi aperti…
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