Attento, Rudi. Non ripetere gli stessi errori di Zeman e Luis Enrique

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CORSPORT (L. FERRAJOLO) – Caro Garcia, quanti abbracci e quante sciarpe l’hanno accolto a Fiumicino e poi a Trigoria? Quanti sorrisi l’accompagnano da ieri in questa nuova e affascinante avventura? Non si fidi, Garcia. I tifosi sono avvelenati, o per dirla con la società, affamati, come lupi. E la società sta sulla corda, perché dopo due anni di flop, non può bruciare anche il terzo. Caro Garcia, non si fidi degli altri, si fidi soprattutto di se stesso, delle sue capacità, delle sue felici esperienze fatte a Lilla e altrove. Qualche “guastatore” è già in azione […]. Ma lei ignori i guastatori, tiri dritto per la sua strada e, se permette, cerchi di non commettere troppi errori, tantomeno gli stessi dei suoi sfortunati predecessori.

Per esempio: Si faccia spiegare subito chi è Francesco Totti. Ma certo, lei lo conosce benissimo, ci mancherebbe. Ma cerchi di capire subito cosa rappresenta per la città, per i suoi tifosi. E se per la prima, insignificante, partita della stagione lo vede ancora imballato, non si azzardi a mandarlo in panchina. Scatenerebbe la guerra mondiale. Rivolgersi a Luis Enrique per informazioni. Non prometta spettacolo, calcio arrogante e stellare. Lo insegua, lo faccia, ma non lo dica. Se ci riuscirà, come le auguriamo, ce ne accorgeremo da soli. Sin dal primo giorno riporti a Trigoria la normalità. In questi due anni Trigoria è stata tutto e niente: un cantiere frenetico e un laboratorio aperto ad ogni esperimento, con debuttanti incompresi e fondamentalisti cocciuti. Si può tornare a fare un calcio semplice, logico, appunto, normale? Meglio ancora, se bello. Per carità non dica mai che il derby in fondo è una partita come altre da tre punti. E’ vero, è così, ma ai tifosi non piace sentirlo dire. E soprattutto non piace perderlo, come troppo spesso è successo negli ultimi anni […].

Questa è la Roma, ha già un’ossatura di qualità, non serve una rivoluzione, ma un’attenta opera di completamento, che le dia nerbo e personalità. Se le dicono che Osvaldo è una testa calda e quindi va ceduto, ci pensi un attimo. Molto meglio tenerlo e dimostrare che un bravo tecnico sa “domare” anche i ribelli. Se le dicono invece che De Rossi è finito, non dia retta. Accetti invece la sfida e rilanci alla grande il campione sfiorito […] Si fidi di pochi, molto di se stesso. Lei ha dimostrato a Lilla di saperci fare. Continui a ragionare con la sua testa. P.S. – Stasera, dopo cena, si faccia portare a Testaccio, a Monte dei Cocci. Respiri quell’aria, le farà bene.

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