Giallorossi.net – Questa mattina alle ore 12:45 va in scena la prima conferenza stampa del tecnico giallorosso Aurelio Andreazzoli. Al suo fianco ci sarà anche il direttore generale Franco Baldini, che con ogni probabilità sarà il primo a prendere la parola. Questo il racconto dell’attesa conferenza stampa:
Franco Baldini: “Sono qui per presentarvi mister Andreazzoli, che da domani siederà sulla panchina. La mia presenza qui è prima per ringraziare Zeman per la dedizione e il suo lavoro. Quando le cose non vanno nella maniera sperata, le responsabilità sono da dividere. Il senso del cambio è quello di poter fare qualcosa nella speranza di salvare il campionato e terminare nei migliori modi la stagione e gettare le basi per le prossime. Dirigenti e giocatori sono cose che a metà stagione è difficile cambiare. La soluzione è stata individuata in Andreazzoli, è stato scelto già un anno fa, quando abbiamo trovato una persona che è una risorsa per la società, gli abbiamo fatto 5 anni di contratto perché lui potesse essere la memoria della Roma, potesse conservare quello che tutti gli allenatori passati hanno portato di buono per la società. Speriamo possa diventare una soluzione anche per il futuro.”
Che tipo di lavoro è stato fatto in questi giorni? Emozione?
Aurelio Andreazzoli: “Emozione si, mi è stata data una cosa molto grande. Abbiamo stabilito dei comportamenti. Ci siamo ritrovati a fare un lavoro enorme, con le idee chiare, sapendo cosa e come farlo. Da solo non sarei stato in grado di farlo.”
L’aspetto nel quale la squadra deve migliorare? Il terzo posto è ancora possibile?
“Preferirei non parlare di classifica, tanto non cambia nulla. Obiettivi primari ne abbiamo molti ma cerchiamo di dare la priorità alle cose che ci possono dare subito il risultato. La squadra ha bisogno di trovare la fiducia e di scoprire anche dei sentimenti sopiti nel tempo. Devo ricreare un humus che mi porti verso quell’ambizione e lo stiamo facendo e già abbiamo fatto molto con le idee delle persone che lavorano con me. Le persone che ho scelto hanno le qualità che io ritengo opportune, dobbiamo far rinascere quel sentimento. Il dolore della sconfitta è qualcosa per me di estremamente importante: se non si riesce a soffrire per una sconfitta come i tifosi allora non possiamo mai arrivare a “dama”. I calciatori sono i principali protagonisti. La società è la prima che soffre. La squadra è forte, anzi due squadre forti. Abbiamo una società fortissima”
Quanto cambierà la Roma di domani rispetto a quella passata?
“Sceglierò 11 calciatori e cercherò di sfruttare le loro caratteristiche migliori. Ho bisogno di cuore, di resistenza, ecc poi ne scelgo 11 e si mettono in campo da soli. Poi si fa riferimento ad un 4-3-3, a un 5-3-2 scegliete voi ma sono i calciatori a determinare”
Cosa le piaceva e cosa no della Roma di Zeman? Lei sente l’eredità di un personaggio importante come Zeman?
Non sento il peso dell’eredità. Zeman ci ha lasciato tantissimo ed i ragazzi lo sanno.
Perchè togliere le doppie sedute?
Secondo lei perchè le ho tolte? Il sogno della mia vita era allenare la Roma, Spalletti faceva le doppie sedute? No!. Mi dà fastidio il fatto che io abbia dormito tre ore a notte e poi vengo qui e sento considerare qualcosa. Non permetto a nessuno di infastidirmi sulla squadra.
Se a fine stagione la società dovesse chiederle di fare un passo indietro lo accetterebbe volentieri?
No perchè io sto lavorando per la società. Ho detto a mio figlio il giorno stesso che mi hanno chiamato “Andrei a fare questo lavoro anche se mi dimezzassero lo stipendio”, faccio questo lavoro per me stesso. L’unica componente che non riesco a controllare è la classifica, le altre le controllo tutte. Quando la società mi dirà cosa vorrà fare nel futuro io ne prenderò atto ed insieme andremo avanti. Certo mi piacerebbe nella mia testa essere ancora tra tre anni l’allenatore della Roma per vincere quello scudetto che la società vuole vincere.
Nella precedente gestione tecnica si è discusso molto del rapporto conflittuale tra Zeman e De Rossi, lei ha parlato col giocatore? Che ruolo intende dargli?
Il ruolo che il popolo romano gli ha sempre assegnato e che la società gli ha dato: per noi è un uomo guida e per noi giocherà tutte le partite da qui alla fine se lo meriterà, perchè è come gli altri. Se farà il Daniele De Rossi non ci sono discussioni, sarà un esempio da esportare nel mondo.
Non si sente un pò l’anti-Zeman?
“No, anche voi dite le stesse cose, idem il pubblico di Roma. Io prendo atto di una situazione, ma la squadra è questa in questo momento”
Lei ha detto che il valore della rosa è molto importante, pensa che i giocatori ne siano consapevoli o difettano un pò di autostima?
“E’ uno dei problemi”
Stekelenburg sarà il portiere?
Giocherà tutte le partite se gioca bene.
Pjanic ha parlato di un problema di equilibrio sotto la gestione Zeman, come pensa di riportare l’equilibrio? Qual’è il ruolo per questo giocatore?
“Non vorrei parlare di tattica per non concedere dei vantaggi a Delio Rossi. Pjanic è un talento assoluto, ha qualcosa di più ed anche come collocazione diventa facile. Per qualità ed abilità è un calciatore che può giocare in diversi posti”
Lei ha parlato di poche regole ma ferree, quali sono?
“Sono tutte cose di spogliatoio, la prima è la regola del buon senso, ci sono poi situazioni che sono insindacabili ad esempio gli orari, l’educazione, la confusione. Ci sono regole per le quali non si transige per nessuno. Io ho due icone nello spogliatoio, Totti e De Rossi, loro due sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri, devono dare l’esempio, però sono icone, per me sono monumenti e se fanno quello che devono fare restano monumenti e li voglio innalzare”
Di ognuno degli allenatori passati cosa ha aggiunto al suo bagaglio?
Non ce n’è uno che non mi ha lasciato nulla. Anche le cose sbagliate, che uno vede, che aiutano. Il vantaggio di avere sessant’anni qual è? Che non ho bisogno di un modello di calcio da seguire, conosco il calcio e so benissimo cosa fare e come arrivarci in fretta: l’esperienza serve a questo. Ho già scremato le cose più utili.