Balletto sulla finale. Dalla Cina proposta Pechino

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GASPORT (A. CATAPANO)Giocatela a Pechino! Non è una boutade, ma un invito pure piuttosto allettante: 3,3 milioni di euro da spartirsi tra Roma, Lazio (45% ciascuna) e Lega (il restante 10%). L’offerta, spedita da un gruppo imprenditoriale cinese, potrebbe sparigliare il tavolo e interrompere il balletto su data e orario del match, ma le società (per ora) hanno declinato l’invito. La finale di Coppa Italia, che per la prima volta metterà di fronte le due squadre romane, con tutti i rischi del caso, si giocherà nella Capitale.

Questa sembra essere l’unica certezza. Sul resto, si balla e si ballerà ancora. Chi la vuole domenica in prima serata (Lega e Rai), chi spinge per giocarla alle 17 (il Prefetto) e chi, come il sindaco Alemanno, vuole anticipare la data causa elezioni («Sarebbe opportuno — ha detto —, ci saranno tante persone impegnate ai seggi»), ma poi in serata fa intendere che gli andrebbe bene anche la domenica pomeriggio.

Tra lunedì e martedì i due club presenteranno il proprio piano d’azione, ma la decisione forse non arriverà prima di giovedì o venerdì. Intanto, ieri sono intervenuti il Prefetto Giuseppe Pecoraro («La gara si svolga in sicurezza, mi aspetto buon senso da tutti»), il questore Fulvio Della Rocca («Sia occasione di civiltà»), il presidente del Coni Malagò («Auspico che si giochi quando previsto, dando prova di maturità») e il c.t. Prandelli, preoccupato che si giochi a ridosso delle convocazioni, e non dopo: «L’importante è che si arrivi alla fine della stagione con ancora la voglia di venire in Nazionale». Olè.

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