AS ROMA NEWS – Nuovo caso di razzismo a cui la Roma reagisce con il pugno duro. Il fatto è avvenuto nella tribuna stampa dello stadio Olimpico durante la partita di venerdì contro il Bologna.
M.M., giornalista freelance che ha svolto attività di comunicazione istituzionale presso la presidenza del Consiglio, ha ceduto il suo pass a un amico che, entrato con un biglietto di tribuna Monte Mario (ha passato indisturbato i controlli: nessuno gli ha chiesto il documento), al 3° gol del Bologna ha rivolto insulti razzisti verso Barrow (“negro di m…”).
Il tifoso, seduto in tribuna stampa, è stato segnalato alla sicurezza dai giornalisti accanto a lui e dagli addetti del club per farlo allontanare dall’impianto. L’uomo è stato denunciato alla Digos che potrebbe procedere con un daspo per tutti gli eventi sportivi in Italia. Al giornalista, invece, sarà negato l’accredito allo stadio per un anno.
Più sereno il post partita di Perez che ha trascorso il sabato notte in una discoteca a Villa Borghese assieme ad alcuni amici. Un comportamento che ha generato la rabbia dei tifosi sui social che lo hanno criticato.
(Il Messaggero, G. Lengua)

Ormai sto paese al collasso che scivola verso la povertà vera e la guerra dei poveri è diventato una latrina, i neo ducetti hanno aperto le gabbie e lasciato liberi per le praterie asinelli col vizietto italico nascosto, hanno riesumato persino le scritte sui muri agli ebrei, roba da seconda guerra mondiale, ma tanto ci dicono che questo è antisemitismo finto, quello vero sta nelle aule universitarie dei maestrini di vita le cui frottole vengono sbugiardate tutti i giorni dalla realtà vera, che bella fogna, e poi tanto bisogna lasciarli sfogare ci dicono, sono solo ignoranti, meglio tacere, il razzismo quello vero sta su Marte. Una sonora pernacchia.
Dark Dog, ad integrazione del tuo post, segnalo la vandalizzazione (avvenuta a Pomezia e a Casale Monferrato) delle steli poste in memoria degli italiani massacrati e gettati nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito. Oggi è il Giorno del Ricordo…
Cosa ti aspetti da un paese che ha premiato un senatore che cantava cori contro napoli, facendolo ministro degli interni?
Poi, però, la Roma ostracizza il corriere dello sport per il titolo “black friday”. E a questo che farà?
@KAWA, in Italia si usano termini come razzista e fascista/nazista per insultare (giustamente) solo persone di estrema destra fomentati da odio e rancore verso i “diversi” da loro, (secondo il loro concetto)! Le scritte ingiuriose e le svastiche scarabbocchiate fanno (giustamente) indignare ogni persona di medio/sano raziocinio. in Italia, nessuno conosce o riconosce, che oltre alle dittature mussoliniane/hitleriane, che hanno causato milioni e milioni di morti, sono esistite (nel tempo) dittature di sinistra (fuori e dentro l’Italia) che di morti ne hanno fatto altrettanti. Si parla del negazionismo, inteso come il negare l’evento o anche solo sminuire il numero di vittime, e si fa riferimento solo a fatti relativi a fascismo/nazismo, appunto, pochissimi sanno cosa furono le foibe, per esempio. La giornata della memoria ad essa dedicata e meno “pubblicizzata” e nota della giornata della memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto dei campi di concentramento di Auschwitz. Quando ingiurie e scritte indecorose, provengono dall’estrema sinistra, c’è un silenzio assordante e un “giustificazionismo” che per ignoranza (intesa come non conoscenza), viene dai più, fatta passare come cosa normale, purtroppo. Fascista, nel suo termine più ampio, non dovrebbe essere visto come solo colui che “fa il saluto romano”, ma in senso lato, come colui che (di qualsiasi colore politico sia) non tollera gli altri che non la pensano come lui… ma l’idea inculcata nelle menti dei più è ahimè solo a senso unico.
Ciao Kawa,ho detto piu’ volte di essere in indipendente di sinistra,ma questo non mi impedisce di riconoscere che le Foibe sono una vergogna,cosi’ come sono stati i campi di concentramento e qualche azione indegna fatta dai partigiani.Quindi sottoscrivo in toto il tuo commento.
Un caro saluto.
Ciao fabiano, io mi accontento di essere “indipendente”.
In un’altra vita, fui attivista di una destra che non esiste più. Non rinnego il mio passato, anzi, ne vado fiero.
Un caro saluto
Chi non è razzista non ha certo bisogno di sbandierarlo ogni giorno. Nutro infatti perplessità circa certo antirazzismo oggi in voga, spesso urlato a sproposito, e quelli che si definiscono puri e scevri da pregiudizi, col loro paternalismo di bianchi privilegiati nei riguardi dei neri, retaggio dell’attitudine al colonialismo. In genere sono terzomondisti da salotto, pancia piena e culo parato, e s’identificano con una precisa parte politica, la più ipocrita, quella che si crede la migliore fra gli italiani pur condividendone tutti i difetti. Si tratta di persone convinte di essere nel giusto, quelle che non vedono colori, aperte a tutti e che credono in un mondo senza confini ma, quando fa comodo, anche in uno con nuovi confini, disegni irrealizzabili se non attraverso enormi bagni di sangue (altrui), le stesse persone che poi utilizzano termini altamente offensivi, senza nemmeno rendersene conto, e diffondono una sorta di “intolleranza rovesciata” verso chi non la pensa allo stesso modo finendo per riprodurre ciò che esprimono voler combattere. Il più delle volte si riempiono la bocca di temi che in realtà non conoscono affatto per non aver mai letto un libro serio sull’argomento. Altrimenti non solleverebbero l’eccezione del razzismo a ogni folata di vento.
Peccato non poter mettere un milione di “mi piace” a Dark Dog.
Dark Dog,
intervento perfetto mi hai convinto. Avrai il mio voto.
…ben fatto! fouri dagli stadi questa immondizia!!!! purtroppo poi questo va in giro…
Questa immondizia deve essere fuori da tutto e non solo dagli stadi.
“Giornalista freelance” cacciato dall’ordine, altro che inibito per un anno. Pensa che amici frequenta…
Beh, io sono d’accordo con il 95% delle cose dette più su (il 5% sono sfumature di visione sul discorso generale, ma non cambiano i concetti espressi), ma il tuo “pensa che amici frequenta” oltre a reputarla una scemenza, è proprio quel perbenismo che mi sta un pò sulle pal*è, devo essere sincero!
Questo puntare il dito e sentirsi migliori degli altri a tal punto da scartare ed allontanare (che equivale a vera e propria “emarginazione”, la stessa che stava alla base del pensiero indovina un pò di chi…? proprio di quelle persone lì, in quegli anni lì. Schiavitù molto prima, Fascismo e Nazismo poi. Coloro che tu, noi (anch’io), giudichiamo!) delle persone perché la pensano in un modo con che tu non condividi e condanni, ti rende sotto molti aspetti simile a loro!
A patto che tu non uccida, non schiavizzi, non assalga fisicamente persone nere o di qualsiasi altra etnia, puoi tenerti il tuo pensiero ed essere cmq mio amico, ed io per questo non devo sentirmi certo una mer*a, com’è finemente sott’inteso dal tuo “pensa che amici frequenta” (ovvio che per “una mer*a” intendo dire “persona che non è degna della tua “illustre” vicinanza o amicizia”).
Ho amici più che trentennali (tra i tanti altri), che sono razzisti o cmq intolleranti, ma che non sfiorano anima viva! Cosa dovrei dirgli… da domani non salutarmi più perché non la pensi come me e quindi non sei degno della mia amicizia? Sarei un grandissimo presuntuoso del c…. co’ la puzza sotto al naso! E chi sarei io per arrogarmi il diritto di pretendere di cambiare il pensiero di queste persone???
Quel che è certo è che ogni qual volta capitano discorsi del genere, non perdo occasione per ribadirgli ciò che penso, e quanto secondo me siano antiquati, rimasti legati ad un pensiero che dovrebbe essere morto e sepolto, e quanto sia un’immensa put**nata (pre)giudicare una persona dal colore della pelle e non da ciò che è e cosa sappia dare, alla Società e al prossimo (il tutto riassunto in maniera infinitamente minimale e spiccia)!!
Sono persone con una loro testa ed un loro pensiero e finché non nuocciono a nessuno, erano, sono e rimarranno miei amici! Con tutte le nostre divergenze d’opinione.
Ciò di cui parlerei, invece, è di certa “Stampa” che, nonostante non perda l’occasione per scrivere quest’articolo, si guarda bene dallo scrivere nome e cognome del loro collega che tanto giudicano. Se ero io, quello in Tribuna Stampa, il mio nome “da adulto” era scritto a caratteri cubitali!
Non che me ne muoia dal sapere come si chiama, ma come al solito si denota sempre una grande ipocrisia!!
Allora fate una cosa, evitate direttamente di scriverli certi articoli dal messaggio subliminale “noi siamo quelli buoni”, se tanto poi non riuscite in qualche modo a non parargli il cu*o!
Blouson, siamo “distanti” ma ti voglio bene lo stesso, lo sai, hai la mia stima comunque.
Io ti voglio bene di più, talmente tanto che ti voterei persino (sottolineo che è dal 1995 che non mi reco più alle urne).
Ne approfitto per riprendere lo spunto di Kawa.
Un ricordo e un fiore per tutti gli italiani infoibati.
Noi non dimentichiamo.
comunque volevo fare i complimenti a chi fa i controlli in tribuna monte mario e fa entrare certa gente indisturbata e noi invece poveri scemi in curva dobbiamo passare ben due controlli veramente bravi. Forza Roma
Vieneinsultato Barrow facciamo gli articoli, vengono insultati 10 italiani non frega niente a nessuno.
Non ho mai sentito gridare nessuno allo stadio”sporco bianco o bianco di mer..”,queste sono offese razziali,poi se qualcuno viene offeso,biano o nero,Italiano o straniero,è giusto rimarcarlo.
Ecco allora orecchie tese a Bergamo per sentire cosa intoneranno sui romani. vediamo se qualcuno fa l’articolo….
Sulle Foibe (così come su ogni comprovato brutale eccidio o massacro di massa, soprattutto se ha come vittime civili ) io non nego nulla, la storia è storia, i morti sono morti (parlo dei civili in particolare) e negazionismi o revisionismi lasciano il tempo che trovano, basta non strumentalizzare.
Il mio commento di sopra, non era rivolto a te, ho letto ciò che hai scritto ad integrazione del tuo pensiero. Era un discorso in generale al “popolo” italiano. E’ un dato di fatto che la conoscenza di un evento è meno “pubblicizzato” dai mass media di un altro evento e come tale meno noto ai più. Se ho dato l’impressione che ce l’avessi con te (in generale o specificatamente) me ne scuso, non era mia intenzione. In quell’intervento di sopra ho volutamente premesso @KAWA, per dare seguito al suo discorso, altrimenti avrei risposto direttamente a te, qualora, in qualsiasi modo avrei ritenuto poco corretto DAL MIO PUNTO DI VISTA il tuo discorso (cosa che non ho minimamente pensato). Scrivo questo solo per completezza del mio pensiero.
Da fastidio il “ricordo di parte”.
I frati cattolici e i fascisti che a braccetto con gli ustascia croati massacravano e torturavano i serbi ei bosniaci. I partigiani titini che massacravano e torturavano italiani nell’est. Gli italiani che massacravano e torturavano in somalia e in etiopia. I belgi che massacrarono e torturavano in africa. I turchi che hanno massacrato e torturato gli armeni.
I giapponesi che hanno fatto milioni di morti in cina, stuprando, massacrando, torturando, intere città. (quello che hanno fatto i giapponesi prima e durante la IIWW è allucinante: i tedeschi hanno il “torto” di aver teorizzato e applicato con teutonica efficienza, il suprematismo ariano, ma i giapponesi non avevano bisogno di teorizzarlo, ne erano culturalmente convinti, al punto da usare i prigionieri di guerra come carne da macello, durante le crisi alimentari. Per non parlare di quello che facevano usando i prigionieri come cavie. E il bello è che è passato tutto sotto silenzio, in cambio del risultato dei loro esperimenti, nell’aura di senso di colpa occidentale per le atomiche sulle città. Quando a Dresda le armi convenzionali fecero di peggio.
Dio, potrei fare una lista infinita degli orrori più rivoltanti della storia, che hanno visto tutte le ideologie, tutte le culture ugualmente colpevoli. Da che esiste la Storia.
Non si sa cinicamente prendere atto della natura umana e comprendere che i giorni della memoria, la consacrazione delle vittime, è sempre stata solo di parte, dei vincitori, di chi ha interesse e la voce più grossa.
O più sommessamente sentire solo una immensa pietà per ciò che siamo e per le bugie che ci diciamo.
Scusate l’off topic.
I miei complimenti, JohnnyB.
Un applauso a Johnny B, sempre sensibile e puntuale in questo genere d’interventi.
Puntualizzo solamente, avendo fatto studi orientali, che gli eccidi compiuti dai giapponesi ancora oggi sono un nervo scoperto in tutta la zona, dalla Cina alla Corea, dalla Mongolia al Sud-Est Asiatico.
Spesso si rischiano seri incidenti diplomatici per le frequenti dichiarazioni negazioniste o sminuenti dei premier e dei leader politici giapponesi, quasi sempre legati all’ambiente della destra nazionalista.
È vero che alle nostre latitudini poco importa dei milioni di morti dall’altra parte del globo, ma con la sempre più inevitabile globalizzazione anche certe questioni percepite da noi marginalmente si impongono in tutta la loro gravità.
Si, Anacronistico, è vero quello che dici.
E’ qui in Europa che c’è una narrazione molto “distante” dai fatti, quasi come se la morte di milioni di cinesi fosse un fatto secondario.
D’altro canto è tipicamente umano che le morti e il dolore più “vicine” (in senso di relazione e conoscenza non necessariamente geograficamente) siano quelle più grandi. Altrimenti come potremmo farci carico di tutto il dolore del mondo?
Non è cinismo. E’ una contraddizione che ci portiamo dietro, ineludibile.
Soffriamo per qualcuno che conosciamo, o che riconosciamo come qualcuno con cui possiamo identificarci. Più ci assomiglia e più fa parte della nostra tribù.
Riconoscere l’umanità di popolazioni diverse da noi per aspetto, cultura, lingua, abitudini è più difficile che per il consanguineo o per quello cresciuto in piazzetta di cui sai il padre la madre i figli …
Ma se è vero che non ci si può far carico individualmente di tutte le tragedie del mondo, è anche vero che poi razionalmente devi essere in grado di comprendere che ogni uomo è fratello sorella amico padre madre di altri. Che il sangue ha lo stesso colore. Che il dolore e la sofferenza è la stessa in ogni latitudine e in ogni tempo.
E non per sminuire quello che si conosce. Ma per estendere la propria consapevolezza.
Completamente d’accordo con i concetti del tuo post: non avrei saputo esprimerli con parole migliori!
Buona giornata Johnny B!
Non ho “capito” il “senso” dell’articolo.
L’articolo titola di questi due soggetti e poi conclude con la serata di Perez.
A me, di Perez che esce, importa zero.
Ho cliccato la notizia perché a me frega, invece, come gli itaglioti si dimostrano dei veri coxxxxxi patentati.
è che la Lengua batte dove il de(me)nte vuole… 😉
Se quelli della rassegna stampa giornaliera hanno i pass, non mi sorprende.
Ben ha fatto JohnnyB a ricordare il razzismo dei giapponesi, profondo e radicato nella cultura, come anche quello degli indiani. Il primo aggressivo e dominante sul piano politico militare, il secondo asfittico, sociale e esclusivista.
Associare al razzismo le grossolane e isolate manifestazioni cui assistiamo ogni tanto in Italia è un grave insulto alla mente di tutti e soprattutto alle milioni di vittime dell’odio razziale.
Nel calderone del razzismo ci mettono di tutto.
E’ sicuramente razzismo quando si teorizza, più o meno consapevolmente, la superiorità (o l’inferiorità) di un gruppo etnico su un altro tramite delle “distinzioni”.
Conosciamo il razzismo dei bianchi verso i neri. Ma esiste un razzismo dei bianchi verso i bianchi (quelli del nord verso quelli del sud) e dei neri verso i neri (solo che lo chiamano “tribalismo” ma ha fatto milioni di morti anche recentemente).
C’è il razzismo dei giapponesi verso i cinesi (che poi storicamente i giapponesi fanno parte dello stesso gruppo etnico dei cinesi)
regione del mondo che vai razzismo che trovi.
Ma il razzismo è solo un abito che indossano i gruppi tribali (i gruppi di simili) per sancire la propria superiorità su un gruppo rivale, per disumanarlo, cioè spogliarlo della sua umanità.
E’ razzismo quello dei partigiani titini verso gli italiani?
Era sicuramente odio verso gli italiani. Per ragioni storiche culturali e poi anche ideologiche (altro abito che giustifica l’odio) e di fatto diventa sotto tutti gli aspetti razzismo, perchè discrimina, separa, isola, e schiaccia, fino a arrivare a uccidere, fino a arrivare al concetto che “non conta” perché non sono “gli altri” esseri umani come me e te, sono “altri”.
Il razzismo è diventato una categoria ideologica. Ma non è diverso dal campanilismo fra città. O fra quartieri di un paese.
Johnny, il razzismo è una forma di aggressività da parte di chi si sente razzialmente minacciato.
Punto. Tutto il resto è colore.
Se isoli il concetto e lo applichi al nazismo e alla purezza germanica minacciata dall’ebraismo e dallo slavismo – sancita da teorie pseudo scientifiche come il darwinismo sociale, allo stesso sionismo nei riguardi degli arabi, agli stessi giapponesi, la cui fobia di esser compressi nella loro angusta e infertile isola li ha resi il popolo bellicoso del mondo asiatico, le caste indiane di fronte a milioni di poveri miserabili, l’odio degli hutu verso i loro “padroni” tutsi, quello dei maya e degli aztechi dominanti verso le altre popolazioni messicane, quello dei bianchi delle colonie inglesi dell’America del Nord verso gli indiani nel Sei e Settecento, dei sudafricani di origine europea verso i nativi neri, e altre decine di esempi – vedrai che quella è la formula che racchiude l’intero cerchio.
Parlare di episodi tipo i “buuh” allo stadio o quello di quel demente di pseudo giornalista che offende un calciatore nero reo di aver fatto una doppietta, la stessa persona che poi magari esalta Diawara, o di chi deice che i neri “puzzano”, lo trovo avvilente dal punto di vista concettuale ma anche sostanziale. Non accetterò mai che certa xenofobia italiana con connotato sociale e alimentata da grettezza e ignoranza venga catalogata in modo chiaramente strumentale al razzismo. Il razzismo è cosa seria, e purtroppo ha mietuto milioni di vittime.
Lascio ai poveri di spirito, agli ignoranti e alla gente in malafede, tutto il baraccone che da tempo si monta nel nostro Paese.
Amedeo sono d’accordo con te. Probabilmente stiamo dicendo la stessa cosa, seppur con le limitazioni di poche frasi quando il discorso è ampio e profondo.
Perlomeno, la prima parte, la condivido pienamente.
Poi però diventa un terreno molto scivoloso, su cui è facile sbagliare.
Perché sono d’accordo con te che dire “negro di m.” al giocatore che ci segna più che dal razzismo nasce da un bisogno di insultare. Magari se era Petagna lo chiamava “ciccione di m.” Se aveva il naso pronunciato “nasone di m.” Eccetera.
L’essere nero è solo una scusa. Poteva essere cinese e allora sarebbe stato “cinese di m” o calabrese… o svedese… se era Salah era “arabo di m” o “musulmano di m” dipende dalla fantasia di chi insulta.
Insomma, qualsiasi elemento caratterizzante è buono per insultare.
Quando da ragazzino giocavo negli allievi regionali c’erano i “nettunesi di m” e/o le “guardie di m” quando incontravamo l’astrea…
la molla, insomma, è sempre la stessa, e non è un vero e proprio razzismo.
Ma è sempre lo stesso senso di malintesa superiorità verso il “diverso” quale che sia la diversità messa in evidenza.
Il fatto è che spesso gli elementi caratterizzanti fra sconosciuti ovvero le diversità, sono quelli superficiali, ovvero il colore della pelle, la forma del viso, l’altezza, la grassezza o magrezza, la provenienza…
Il razzismo propriamente detto è niente, in confronto a quello che viene chiamato razzismo ma razzismo non è.
Però è ugualmente pericoloso e molto più del razzismo ha fatto milioni di morti. Perché si chiama “odio per il diverso”.
Questo non significa che, messo alle strette, questo signore che ha insultato Barrow affermerebbe che Barrow in quanto negro di m. è inferiore e che non dovrebbe godere degli stessi diritti di quelli come lui.
Sicuramente no.
Perché è una posizione socialmente riprorevole e la persona probabilmente ci tiene, a essere accettato.
Ma se magari si trovasse in un bel gruppo in cui la frase è sdoganata, gridata, e qualcuno desse anche fondamento ideologico e teorico, allora la prenderebbe molto più scialla e ti direbbe pure a brutto muso “beh si e allora?”
E da questo a diventare un bel gruppo armati di bastoni che vanno in giro ci vuole poco.
Perché per uno che da le bastonate, stai pur sicuro che ce ne sono dieci che guardano a approvano o dicono ma si in fondo chi se ne frega…
Beh… Allora non sarà razzismo. Ma è qualcosa che non mi piace lo stesso, perché so a cosa potrebbe portare. So a chi è parente stretto: a tutte le tragedie sopra elencate.
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.