NOTIZIE ROMA CALCIO – Oggi lo storico capitano giallorosso Agostino Di Bartolomei avrebbe compiuto 65 anni e la Roma ha voluto onorare la sua memoria con un video sul proprio profilo Twitter.
Qui sotto il cinguettio del club giallorosso con l’omaggio a Di Bartolomei:
Buon compleanno Ago ♥️#ASRoma pic.twitter.com/hsquVgixGf
— AS Roma (@OfficialASRoma) April 8, 2020
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie della Roma sul tuo cellulare? Iscriviti subito al canale Whatsapp di Giallorossi.net!
Un vanto avere avuto un Grande Capitano dentro e fuori dal campo
Un immenso rimpianto non averlo più tra noi
Auguri Ago
Un uomo indimenticabile !! Un Capitano VERO !!! Ciao Agostino .
Auguri Capitano, andremo sempre fieri del tuo nome!
OHOOHH Agostino..ago-ago-agostino gòòòll..auguri da quaggiù a lassù..
Sono orgogliosa di essere nata l’8 Aprile proprio come Ago,per sempre nei nostri cuori il suo ricordo vivrà
Lo ricordo come un ragazzo dal carattere riservato Mai una lamentela ne una parola fuori posto
Ad avercene oggi di giocatori cosi’ Liedholm nell’anno dello Scudetto, ne esaltò doti e qualità
I suoi “lanci” resteranno per sempre indimenticabili Un tiro e via, la palla giungeva magicamente al destinatario Peccato che la sua vita sia finita in un modo cosi’ tragico!
“Buon Compleanno – Grande, Grandissimo Capitano!”
Sarò vecchio, ma Ago rimarrà per sempre il mio capitano.
Lui è Viola mi hanno reso orgoglioso
Il gol del 2 – 0 contro l’Avellino e subito dopo corri e ti inginocchi al centro del campo; quel grido di gioia con gli occhi chiusi; le braccia aperte e serrate contro il cielo come in un abbraccio tra te è l’unica cosa più grande di Roma…
Avevo 16 anni
Ti ricordo così e ti ricorderò sempre così mio vero unico Capitano
Mi manchi
Auguri Agostino
Ciao Agostino.
Personalità complessa, romano verace pur nella sua atipicità, in cui l’integrità si combinava con l’anomalia, introverso, imperscrutabile, al limite della depressione, dotato di carisma fuori del comune, divenne capitano a 24 anni indossando la fascia lasciatagli da Picchio De Sisti. Agostino non era solito parlare, mai, neanche in campo, se non per discutere con ferma pacatezza con l’arbitro. La calma di chi si sente veramente forte. Ogni volta che lo faceva, tono basso ma deciso, era una sentenza. Per noi ragazzini della Sud in quegli anni incarnava legittimamente, pur essendo tutti diversi da lui, il ruolo di condottiero che ricopriva, uno degli ultimi esemplari di un’immagine post pasoliniana, che resta nella cultura popolare di quegli anni particolarmente controversi dal punto di vista sociale. Impegnato intellettualmente, altra anomalia, Agostino disertò tutti gli ambienti della Roma farlocca e pappona non certo per snobismo, ma perché fondamentalmente era un uomo facile alla noia. Solo nel calcio e nella Roma trovava il suo compimento totale. Per diverso tempo fu l’unico giocatore che un tifoso giallorosso potesse orgogliosamente contrapporre ai numerosi campioni delle squadre del Nord. Il celebre coro che accompagnava le sue punizioni nacque nel 1977 dopo che Agostino fu reduce da due triplette consecutive segnate con l’Under 21, perché “quelle” erano le soddisfazioni dei romanisti all’epoca. Paulo Roberto Falcao, personalità mostruosa in un ventisettenne, appena arrivato “annusò” Agostino e ne fu immediatamente ricambiato, da nascere un sodalizio che, se non poteva essere umano, troppe erano alla fine le diversità di carattere, divenne la colonna portante della più grande Roma di sempre, un misto di fosforo e tecnica irripetibile.
Agostino ha amato la Roma come nessuno, un amore silenzioso ma violento che alla fine è sfociato in astio per una improvvisa repulsione mai compresa e mai accettata, che – credo – lo abbia accompagnato fino al momento culmine della sua breve esistenza. Un tradimento a ridosso della ferita sportiva, e anche umana, quella del 30 maggio, talmente profonda e dolorosa da essere impossibile da
rimarginare per chiunque ami questi colori. Dieci 30 maggio dopo Agostino avrebbe fatto i conti con se stesso e con tutte le repressioni di un uomo troppo intelligente per questo mondo. Un colpo al cuore e la foto della Curva Sud con lo striscione “TI AMO” nel suo portafogli. Per dirci chi era lui. Solo quel giorno si capì per sempre CHI era Agostino Di Bartolomei.
Auguri Capitano.
(A San Siro nell’autunno 1984 ero presente proprio nella Fossa dei Leoni milanista – per via del gemellaggio – e Ago, a pochi passi da noi, con una maglia estranea tirò fuori tutto il suo astio represso al momento di ferire la Roma con un bolide dei suoi. Le sue vene sul collo e l’urlo sguaiato con San Siro in delirio non me lo sono tolto per anni).
Astio replicato nella partita di ritorno, nella rissa finale con Graziani e altri. E ringrazio Agostino pure per questo, uomo terribilmente vero, al cui cospetto svaniscono i pupazzetti tatuati e dalle sopracciglia ad ali di gabbiano che non esultano per aver segnato all’ennesima ex squadra.
In tanti fischiarono ed insultarono Ago in quella partita. Io no, fui molto addolorato dal suo addio, e compresi da subito tutta la sua frustrazione per essere stato privato della sua Roma in quel modo molto poco elegante e immeritato. Nessuno gli disse mai in faccia che il contratto non sarebbe stato rinnovato.
Oltre all’idiosincrasia col verbo del nuovo tecnico Eriksson, credo ci fosse anche dell’altro: una vecchia ruggine con Viola dovuta al ruolo di “sindacalista” della squadra ricoperto da Agostino in quanto capitano. Agostino prendeva con serietà anche quel compito e Viola non amava essere messo all’angolo dai suoi dipendenti. Lo dimostrò anche nei confronti di Falcao poco più tardi.
Credo che in pochi abbiano amato Roma e la Roma più di Agostino.
A Firenze, dopo l’ennesimo furto arbitrale (il viola Vierchowod stese Pruzzo con un pugno e a esser espulso fu il Bomber), dalla Curva imbufalita, era stracolma, venne giù di tutto, spranghe di ferro, pezzi di plastica, bomboni, anche una cornetta del telefono, tanto che l’arbitro fu obbligato a sospendere la partita.
Agostino venne sotto la Ferrovia (mi sembra ricordare questo fosse il nome della Sud fiorentina) a placare gli animi, con la solita glaciale fermezza. Forte di una credibilità senza pari, non disse nulla, come al solito, aprì le braccia e guardò fisso tutto il settore. Sembrava un asceta. Passò solo un minuto, non credo di più. Nessuno aveva l’ardire di scendere a parlare direttamente e platealmente con lui (scene che avremmo visto in seguito con altri Capitani). Agostino non l’avrebbe mai permesso, ma non per snob: perchè non serviva e rifuggiva certi ridicoli protagonismi. Da quel momento non volò una mosca (e dire che all’epoca in trasferta a seguire la Magica venivano certe bestie).
La domenica successiva, con la Juve all’Olimpico, all’ennesima frustrazione dovuta al solito furto, la scena del Capitano sotto la Sud inferocita, volarono migliaia di arance (e quella fu l’ultima volta che fu permesso portarle allo Stadio) fu replicata nelle stesse modalità.
Altri tempi.
Che bei commenti che avete fatto,mi avete fatto commuovere,ormai con l’eta’ sono facile alla commozione.
Non me ne vogliano i Tottiani ma come capitano è stato inconparabile.
Grazie di questi ricordi.
Un abbraccio a tutti.
Gloria a te! Grande Capitano!
Mi accodo anch io agli auguri al capitano della mia infanzia… c è un cantautore romano (piero mirigliano) che gli ha scritto una toccante canzone, (Grazie Agostino) per chi non la conosce la trovate comodamente su youtube.. il mio ricordo più grande (tra i tanti) è la sassata su calcio di rigore contro il liverpool.. IMPLACABILE
Quanti ricordi! E che ricordi! Solo nominarlo mi riempiva d’orgoglio! Una sentenza, dolce, tranquilla e silente che solo le sue cannonate sconquassavano… Auguri Ago, uno dei pochi a mettere d’accordo, sempre, tutti!!! Un buono che oggi è tra i buoni. In paradiso. Forza Roma
Facevo il raccattapalle sotto la Tevere non Numerata nel 1973 quando Agostino fece il primo gol con la Roma 2-1 in rimonta col Bologna,l’altro gol di Pierino Prati,all’uscita si porto’il pallone della partita a casa con le firme di tutti i giocatori,ero un ragazzinoci scambiai due parole,lui era timido io piu’di lui,ciao Ago Auguri
scusa ma di che anno sei
Auguri al grande e indimenticabile capitano giallorosso,con cui tra l’ altro condivido l’ anno di nascita il 1955! Nel calcio ho visto poche persone con la sua serieta’ e ,riservatezza fuori dal campo,ma che si tramutava in un’ impegno e dedizione totale nel rettangolo di gioco,spesso trascinando anche i compagni,da grande capitano quale era!
Se uno immagina il modello a cui ispirarsi per essere un vero e grande Capitano immagina solo e sempre Agostino Di Bartolomei ❤💛
Meravigliosamente campione, uomo fragile, discreto e dolce.
Auguri AGO
Mi dispiace che non venga apprezzato il post di Amedeo. Al di là della simpatia, che si può avere o no, gli andrebbe quantomeno riconosciuto che ha “tracciato” in maniera encomiabile il profilo del Grande Ago! Davvero complimenti Amedeo. Temo che “il tuo stile” che apprezzo ed approvo, sia “indigesto ad alcuni” al punto da scavalcare il messaggio stesso. È una scelta lecita ma che non approvo. Rifacendomi ad una massima del Berlusca: se non posso parlar bene di una persona, preferisco non parlarne… Ossia: se proprio non si vuole dare un like (che magari meriterebbe per il messaggio), perché non astenersi piuttosto che dare un dislike?! Peccato. Comunque, grazie Amedeo per avermi reso una così veritiera fotografia di Agostino. Io sono un ’73, e tal giocatore lo ammiravo in campo e lo contemplavo come uomo: non sapevo come “valutarlo”. Era così silente e affascinante, autoritario ed autorevole, seguito e rispettato: somigliava a mio padre! Poi ho capito che tutto ciò si chiama carisma! La sua personalità mi conquistò al volo. La sua psicologia “l’ho indagata” da adulto… Oggi, se fosse qui con noi, gli vorrei parlare, da uomo a uomo, per “distoglierlo” da quel maledetto tormento che lo ha finito! Di nuovo: ciao Ago. Al prossimo post, Amedeo. Forza Roma, sempre.
Vedo troppi post dedicati ai “pollici”. Utenti che ci sclerano e spariscono(?) offesi, per un giochino da bambini dell’età delle mie figlie. Io non li metto praticamente mai, se non per gioco, qualche volta, come nel caso di qualche post recente che stava prendendo un “cappottone”, e mi sembrava giusto contribuire a raggiungere quota 100 pollici versi.
Se fosse per me li abolirei proprio, non danno niente in più o in meno. Senza contare che tanti di coloro che cliccano lì sopra, manco hanno mai scritto un post qui sopra. E allora? Per quanto riguarda Amedeo, personalmente mi ci scanno quando devo e apprezzo quando mi sembra il caso, come con chiunque. Entro sempre nel merito e mai in modo pregiudizievole. D’altronde, non mi sembra che se ne faccia un cruccio lui stesso. E non di rado i post che fanno il pieno di pollici in su sono quelli che hanno meno da dire.
Ciao Roma-Amor, non fa niente dei pollici. Non me ne sono mai lamentato, e mai lo farò. Probabilmente pago certe prese di posizione sulla pandemia – che so essere impopolari, ma riflettono il mio pensiero e non lo rinnego affatto.
Posso cambiare opinione, non c’è dubbio, ma ho timore che nel lungo tempo gli effetti dei dispositivi autoritari messi in essere oggi per combattere il covid19 saranno ancora più ferali per la gente comune, dal punto di vista socio economico e anche sanitario, di quelli prodotti dal virus stesso.
Spero vivamente di sbagliarmi.
Grazie delle belle parole.
Il capitano vero.con solo la Roma nel cuore.
Sin da quando,ragazzo, santificava la domenica mattina al Tre Fontane.
E quella gamba destra come un bazooka………………..
C’ero il giorno del tuo esordio e c’ero il giorno del tuo addio alla Roma.
C’ero quando la Primavera vinceva sempre e, stretto in un abbraccio ideale con altri 9999 tifosi assiepati sulle tribune del Tre Fontane, sapevo che ogni tua punizione sarebbe finita in rete.
C’ero il 15 Maggio del 1983, Roma Torino 3-1, quando conducesti la squadra in un giro di campo indimenticabile.
C’ero il 30 Maggio del 1984 quando calciasti quel rigore che ci illuse di poter rovesciare quella sorte avversa che ci perseguita e ancora ci portiamo dentro.
C’ero quando la Sud, dopo la lite con Graziani, si scordò per un attimo del tuo passato.
E c’ero in mille altre occasioni.
Ero in macchina, autoradio accesa, quel 30 maggio del 1994 quando appresi che te n’eri andato scegliendo una data che, chi tifa Roma, vorrebbe cancellare per sempre dal calendario.
Ciao Ago Campione per sempre.
Capitano,
dopo tutte le volte che mi hai fatto esultare e gioire, ora, ogni volta che si parla di te o che vedo una tua foto, cala un’ombra di tristezza… Ti sei ripreso tutto, con gli interessi…
Ma ti voglio bene lo stesso. Buon compleanno, Ago.
Il più grande, umanamente e professionalmente.
Inarrivabile!!!
Indimenticabile!!!!!
fgr 1972 sono del 1961
😢 Ago mannaggia a te.
Uno spessore, un’autorevolezza che tutti gli altri se li sognano.
“Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…”.
Ciao HIC,non so se De Gregori l’abbia dedicata a lui,ma mi è sempre piaciuto pensare che lo fosse.
Grande Capitano,troppo sensibile per questo mondo.
Agostino era l’incarnazione del Verbo del Barone “Palla deve correre, non noi. Lei non suda”. E quel pallone correva per 40 mt in un secondo, dai piedi del Capitano, atterrando docile sui su quelli di Conti, Chierico, Scarnecchia, come uniti da un filo invisibile.
Oggi il lancio lungo è quasi eretico. Forse perché non ce ne sono più che lo sanno fare.
prima UOMO, poi calciatore.
Oggi ineguagliabile
Con Ago è sparito un mondo intero. A quel tempo si parlava di valori che oggi ci si sogna! Probabile pure lui abbia sofferto i primi sintomi di questo peggioramento sociale. Non è forse vero che spesso si parla di società diseducativa?! Ho appena sentito or ora dello scandalo in un RSA di Soleto! Qualcosa di veramente aberrante!!! Agostino ha “tastato” quell’indifferenza che è alla base di tanti disagi. E non si è appreso molto da quelle lezioni di vita a quanto sembra… Spero vivamente che qualcuno si ravveda, qualcuno che ha potere decisionale ed esecutivo. E spero anche che la superficialità che offusca la nostra ragione, si dilegui a favore di pensieri più riflessivi. Forse così, messaggi come quelli che il nostro Amedeo cerca di esprimere, saranno contemplati come punti di vista non malvagi ma buonisti. Perché lui non punta il dito ma lancia un allarme, PER TUTTI. Io stesso, apparentemente, sembro lontano dal suo concetto, ma ho solo indicato un’altra chiave di lettura, anche questa utile PER IL BENE DI TUTTI. Con stima a te caro Amedeo. E con immenso Amore al nostro simbolo Agostino. Forza Roma
Capitano mio capitano.
Rubo questa citazione perché Agostino è sentimento.
FORZA ROMA SEMPRE!!!
è sul gemellaggio con le brigate rossonere che ho forti dubbi..e sul fatto che quell’utente sia stato onnipresente e pure ubiquo..i pollici giù sono sicuramente per questo..eh eh..avvocati permettendo..eh eh
E qui ti volevo, Red! Nessun avvocato, so benissimo difendermi da solo. Che vuoi sapere? Il gemellaggio fra il CUCS e le Brugate Rossonere fu allacciato all’indomani di un Inter-Roma dell’autunno 1981 (espulso Falcao) in cui le lame nerazzurre rotearono un po’ troppo. Fu ribadito non appena il Milan tornò in serie A nel 1983 e sancito all’Olimpico. Nel Milan-Roma di cui ti parlo furono portati striscioni inneggianti Agostino e posti nella gradinata Nord di San Siro. Poi un gruppo in cui c’ero anch’io rese omaggio ai milanisti attraverso lo scambio di sciarpe e adesivi (fu l’ultima volta che vidi Geppo, uno dei fondatori del Commando). Dopodiché insieme a cinque sei amici restai a vedere la partita nella Fossa dei Leoni. Che problemi hai? Mica ho detto che sono stato su Marte. All’epoca facevo un setto o otto trasferte l’anno. Non mi pare qualcosa di clamoroso.
Per la cronaca: la Roma di Eriksson, priva di Falcao e (mi sembra) Pruzzo, fu sconfitta per 2-1, con gol di Hateley e Agostino. Cerezo fece il gol della bandiera: un numero da fantascienza. Bruno Conti, capitano erede di Ago, espulso per una “camminata” su un avversario a terra.
Quando rivedo la tua Roma ringrazio sempre mio padre per avermi fatto romanista e per essermi goduto dal vivo quegli anni meravigliosi e quella squadra superba di cui eri il degno capitano,auguri Ago!!
Spero che questo sintetico commento sarà pubblicato,,, per AGO,,, una parola era poca e due troppe,,, vedete voi di rispettarlo in un silenzio che egli amava sopra tutte le cose. Avevo postato una memoria con nomi e cognomi di persone conosciute ma non è stata pubblicata,,, AGO riposa in pace.
Mi dispiace ancora dopo tanto tempo la tua fine è stata un trauma vero per me, credo come ha detto già Amedeo non avesse rimosso la finale di Roma contro il Liverpool, già il Liverpool…
Te ne sei andato e hai lasciato un vuoto immenso.
Come capitano eri un leader indiscutibile, come giocatore eri fortissimo e micidiale con le punizioni.
Spero tanto che il Signore gli renda merito e lo possa accogliere in paradiso.
Ciao Ago
Immenso Capitano di una Roma che resterà per sempre nei nostri cuori
Roma non dimentica
Alcuni anni fa’ , a Ciccio Graziani chiesero cosa dirà ad Ago quando si rivedranno nell’aldila’
Risposta :” prima di abbracciarlo , gli darò un carcio ar culo .. ” detto in dialetto romano
Ero piccolo e non sapevo della rissa con Graziani del 84/85 mi fido di Amedeo e Cattivik
ma si volevano bene, lo dicono tutti i protagonisti di quelle stagioni : probabilmente era veramente risentito per aver dovuto lasciare Roma
Resta tuttora inspiegabile il gesto fatto esattamente 10 anni dopo la finale col Liverpool : ricordo benissimo il dispiacere …
Ti porterò sempre nel cuore ,primo mio Capitano
💛❤️💐
Se si volevano bene non lo so Cipro. In fondo hanno giocato una sola stagione assieme, quella 83/84. Sicuramente con lui aveva un rapporto consolidato Franco Tancredi, un altro dal carattere riservato. Il quale, non mi ricordo in che occasione, raccontò un aneddoto che inquadra bene il personaggio Agostino.
Narrò che prima di ogni partita, mentre erano in attesa sotto il tunnel della Sud, Ago gli arrivava da dietro, gli metteva le mani sulle spalle, e quindi gli sferrava un pugno nel fianco che spesso lo lasciava senza fiato.
Era il suo modo per caricarlo.
Ciao Cipro, se la memoria non m’inganna le cose andarono come ha detto Cattivik. Nella partita di ritorno (1985) Agostino si presentò davanti il suo pubblico che lo accolse un pochino freddamente (l’esultanza dell’andata era sembrata eccessiva per uno che in genere esultava in modo composto). Si era nel secondo tempo e la Roma era sotto di 1-0, il Milan di Liedholm teneva campo molto bene. Eriksson fece entrare Graziani e poco dopo Agostino gli fece un’entrata che scatenò una rissa sotto la Tevere (mi pare). In quel momento mezzo Stadio cominciò a inveire contro l’ex Capitano e la Curva iniziò a intonare il classico coro corredato dal “vaffa”. Era finito il rapporto Di Bartolomei – pubblico giallorosso. Da quel giorno solo indifferenza (mi sembra che Ago tornò ancora una volta con la maglia del Cesena), fino al colpo fatale.
A me sembra che l’episodio avvenne verso la fine della partita, che la Roma perse 0-1 (gol di Virdis?). La rissa si protrasse anche al rientro negli spogliatoi. Comunque poco cambia. Ricordo me e papà, seduti nei nostri posti di Tevere Numerata, in silenzio e amareggiati, mentre tutt’attorno erano cori di insulti e rabbia nei confronti di Agostino.
Da quel giorno iniziò la “damnatio memoriae” nei confronti del Capitano di quello storico scudetto. Ci volle quel maledetto 30/5/1994 affinché la sua gente si stringesse nuovamente attorno a lui, non senza qualche rimpianto e rimorso.
Ciao Ago. Resti chiuso nel mio cuore. Sempre e per sempre.
I tempi di Ago Capitano erano anni in cui il calcio era vero, non si andava in tv a piangee o per cercare conforto, tutto lo dovevi dimostrare e chiudere in campo. Altro calcio, altri tempi, solo passione, e non solo in termini sportivi anche in termini sociali, ci bastava poco, ed in tanti avevamo.poco.
Forza Roma
Ago per sempre con noi.
TI HO VOLUTO E TI VORRÒ SEMPRE BENE. GRAZIE CAPITANO.
e grazie ai fratelli Giallorossi che sopra con i loro post mi hanno fatto rivivere momenti intensi.