GIALLOROSSI.NET (G. De Angelis) – Altra domenica nera per la Roma. Il cambio della guida tecnica non porta giovamento, anzi conferma i segnali negativi visti fino a questo punto della stagione. Al Ferraris si vede di tutto, a cominciare da un primo tempo positivo, ma non convincente, Â per atteggiamento e proposizione. La Roma parte discretamente, cerca di giocare in attacco, ma i movimenti senza palla continuano a latitare. Si segnalano un tiro sbilenco di Bradley, una punizione di Totti, ed una grande occasione di Pijanic, sprecata malamente.
Nella ripresa la Sampdoria prende le misure, avanzando la linea di squadra di dieci metri: la Roma va in difficoltà e mostra i limiti di un modulo (3-5-2) improponibile con due esterni offensivi come Lamela e Marquinho. Manca anche un po’ di fortuna. Viene annullato un gol regolare a Lamela e la Sampdoria va in vantaggio al rprimo tiro in porta con Estigarribia, che segna in contropiede sfruttando un’ingenuità di De Rossi.
Tutto potrebbe riaprirsi al 23’ della ripresa, quando viene fischiato un rigore a favore della Roma. Potrebbe, si. Se non fosse per la prepotenza di Osvaldo, che scalza Totti e tira un rigore-simbolo del momento giallorosso. Un tiro scialbo, fiacco, senz’anima. Osvaldo nega ai tifosi romanisti il pareggio e la gioia per un altro record di Totti, ultima gioia rimasta in due anni di mille amarezze. Questo è il momento della svolta. Il resto è cronaca, tabellino e risultato: 3-1 per la Sampdoria. Nel mezzo un errore di Stekelemburg sulla punizione di Sansone; il gol di Lamela che illude e la disattenzione di De Rossi su calcio d’angolo, che porta al gol di Icardi.
Si doveva ripartire dalla normalità , dalle regole ferree, come il rispetto della fascia di capitano, dell’ordine dei rigorisi; si doveva ripartire da De Rossi e Stekelemburg, i più deludenti; si doveva ripartire da una difesa bloccata e più sicura, sono arrivati 3 gol. Cosa resta, cosa conta ancora? Conta la gente, contano i tifosi. Loro si, non mollano e non molleranno mai.