GASPORT (M. CECCHINI) – Se dovesse essere l’ultimo, arriverà con cifra tonda e gran magone di prammatica. Daniele De Rossi si avvicina al derby numero 20 con la testa piena di pensieri, perché c’è un passato che non vuole passare ed un futuro che è misterioso come nuvole piene di pioggia. Per il centrocampista della Roma l’andata è un macigno difficile da polverizzare. La storia è nota: Lazio in vantaggio 2-1 e De Rossi, per liberarsi di Mauri, gli dà una manata che significa rosso diretto, partita virtualmente già persa (finirà 3-2) e tre giornate di squalifica, nonostante Daniele a fine gara vada nello spogliatoio biancoceleste per scusarsi con l’avversario. D’altronde, tutta questa stagione per il jolly in mediana sembra in salita, basti pensare che finora in giallorosso non h ancora segnato un gol, cosa che in carriera nella Roma gli è capitata solo nel 2001-2002, l’annata dell’esordio in cui aveva raggranellato appena 4 presenze.
REAL & PSG Anche per questo (ma non solo) il feeling con parte dei suoi tifosi si è appannato, perché De Rossi (incongruamente) ha pagato anche l’esonero di Zeman, come se fosse stato lui l’artefice di un addio che pure era scritto nei numeri. Adesso, però, altri numeri raccontano altre cose. Parliamo delle cifre del bilancio del club, che necessitano di pesanti correttivi e perciò — in attesa di iniezioni di liquidità a cura della doppia proprietà — di possibili cessioni eccellenti. De Rossi, che guadagna circa 6 milioni a stagione e a luglio compirà 30 anni, è fra gli indiziati, visto che ha estimatori fra tanti grandi club europei. In prima fila, però, ci sono Real Madrid e Psg, soprattutto visto che i due allenatori — Mourinho e Ancelotti — lo seguono con attenzione. Morale: anche se i due in estate si scambiassero la panchina, i punti di approdo per il romanista potrebbero essere gli stessi. (…)