De Rossi e Gonalons: l’oro della Roma

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ULTIMISSIME AS ROMA – Mi si nota di più se gioco con De Rossi o con Gonalons? Come si dice: sono i dualismi che fanno bene al calcio, in questo caso alla Roma. Dualismi che poi non sono nemmeno troppo dualismi, visto che parliamo di alternanze. Quindi sono alternativi, non rivali. Perché Maxime e Daniele sono due calciatori che hanno in comune il ruolo, questo sì: centrale di centrocampo. Ma sono diversi nel modo in cui interpretano quel ruolo.

CAMBIO POSTO De Rossi negli ultimi anni è sempre stato abituato a giocare come uomo davanti alla difesa, una specie di difensore aggiunto. Prende palla, la gioca col compagno, tocco lungo o tocco corto. Palleggia il più delle volte. Ma parte sempre con la linea dei centrali alle sue spalle. Molto abile a intervenire sulle traiettorie, sulle così dette linee di passaggio avversarie. Passo più lento – ovviamente – rispetto al passato, ma tanta esperienza. Gonalons non è quasi nulla di tutto questo, ma di diverso e in più ha un po’ più di brillantezza atletica, essendo di sei anni più giovane. Sa pressare alto e verticalizza di più di Daniele. La controindicazione inevitabile: con Gonalons, la difesa va più in sofferenza, nel senso che è soggetta a più rischi.

I NUMERI – De Rossi ha saltato da titolare solo tre partite fino a questo momento, sono le uniche tre che ha giocato da titolare Gonalons, contro il Benevento, il Qarabag e il Chelsea. Questo significa che i due non possono giocare insieme, almeno per Di Francesco. O c’è uno o c’è l’altro, il tecnico lo ha più volte confermato. Non esiste una Roma migliore con uno piuttosto che l’altro. Perché la squadra, ad esempio, ha giocato bene sia con Daniele in campo (Roma-Inter) e con Maxime (Chelsea-Roma), e male con il primo (Atalanta-Roma) e con il secondo (Qarabag-Roma). Si tratta solo di capire quale sia il percorso nella testa di Eusebio: come deve essere la Roma da un punto di vista tattico? Sembra che il centrocampo abbia bisogno di maggiore verticalità e che la difesa debba stare meno schiacciata possibile. Questo a prescindere da chi dei due sarà in campo. Poi ovviamente ci sono le esigenze fisiche, il turnover, da questi elementi verrà individuato chi starà in mezzo al campo. Gonalons è cresciuto molto, ci ha messo un po’ a capire certi meccanismi, mentre De Rossi è il capitano, nella Roma è un’istituzione.

DOPPIA FACCIA – Maxime ha il doppio volto, quello di coppa, dove ha giocato due partite su tre (zero minuti con l’Atletico, poi due come titolare), e quello in campionato, dove è stato sempre in panchina tranne che a Benevento. Avrebbe dovuto giocare a Genova con la Samp, ma ci ha pensato la pioggia a spostare l’esordio del francese in campionato. Ora si torna in campo, trasferta a Torino, domani pomeriggio. De Rossi è stato in panchina allo Stamford Bridge, difficilmente bisserà con i granata. «Sto bene, ho la fiducia dell’allenatore», le parole di Maxime pochi giorni fa. Lui ci spera, ora come ora qualche chance in più ce l’ha. Il francese è partito con mille difficoltà, una su tutti proprio quella di trovarsi davanti un mostro sacro come De Rossi. Poi la lingua, i meccanismi offensivi e difensivi, la conoscenza dei compagni. Poi, l’aver lasciato una squadra, il Lione, che lo aveva cresciuto e reso leader. Tutto questo ha tardato l’ambientamento di Gonalons nella Roma. Ora meglio, molto meglio. Tra Torino, Crotone e Bologna lo rivedremo come titolare. Ora Di Francesco (che si gode la convocazione di Perotti con l’Argentina) può scegliere a seconda delle esigenze, sapendo di avere a disposizione due calciatori capaci di svolgere più ruoli. Il tecnico ora ha solo bisogno di rendere un po’ più simili, per non ritrovarsi in campo due volti della stessa Roma troppo diversi.

(Il Messaggero, A. Angeloni)

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12 Commenti

  1. Il centrale di centrocampo è il ruolo più delicato della Roma di difrancesco. Perché deve essere uno che corre dall’ inizio alla fine è uno che abbia una forza infinita. Invece li abbiamo due buoni giocatori ma che non brillano per potere fisico. Così difra a Londra ha avuto la intuizione. Mettere gerson come ala in modo da trasformare in 433 in 442 ed evitare che il centrocampo vada in sofferenza. Voglio vedere tale mossa con de Rossi in campo. Secondo me così si troverà la quadratura del cerchio.

  2. Ma perché ddr centrale di difesa con il greco è il francese a c ntrocampo nelle partite da vincere a tutti costi ve fa schifo?

  3. Secondo me la sfida tattica più impegnativa, per Mister EDF, consiste nel trovare la giusta collocazione a Schick. A breve potremmo vedere una Roma a 2 punte con un centrocampo a 4 schierato a rombo. Ovviamente questa impostazione obbligherebbe i terzini ad un super lavoro sulla fascia ed il vertice basso del rombo a frequenti scalate sulla linea dei difensori. L’essenziale rimane, comunque, mantenere la squadra corta, con distanze minime tra le linee. Daje ROMA

  4. Per me la Roma non ha i giocatori adatti per fare questo modulo. Chi dovrebbe essere il vertice altro del rombo? Abbiamo solo Il Ninja. E Perotti, Elsha, Florenzi, Under e Defrel? La Roma non è stata costruita per questo. Il modulo migliore per i giocatori che abbiamo è il 4-3-3.

    • Barbros, quella che prospettavo è una delle possibili alternative tattiche. Non trovo credibile che le squadre vengano costruite per giocare sempre allo stesso modo. Sarebbe un vantaggio troppo grande per gli avversari. Il vertice alto lo può fare certamente il Ninja, ma se, in fase di possesso palla, immagini di dare grande libertà di movimento tra le linee al trequartista-rifinitore-incursore, anche Perotti, Under e (forse) Gerson potrebbero ricoprire quel ruolo. Come sempre, si tratta di trovare intese ed equilibri tra gli interpreti, e queste nascono in allenamento provando vari schemi di gioco. Ciao

    • Il bello del calcio è questo. Ognuno ha le proprie idee. Io la Roma la vedo benissimo 433 anche perchè ha giocatori con diverse caratteristiche per ogni ruolo. Il che consente a EDF di cambiare il modo di interpretare la partita a seconda dell’avversario. Con Elsha hai più profondità di Perotti, con Under fantasia e dribbiling, ecc.ecc. L’unico insostituibile al momento, oltre Kolarov (per mancanza di alternative) è Dzeko. Detto questo per fortuna noi non facciamo gli allenatori :-). Ci pensa EDF

  5. L’errore col Qarabag è stato di fare il centrocampo con Gonalons e Pellegrini, due giocatori di qualità ma con poche attitudini difensive. Devono giocare sempre affiancati da Strootman o De Rossi

  6. Scusa Kawa, ma Il barcellona dagli anni 80 in cui arrivò il più grande calciatore olandese riformò tutto dal settore giovanile alla prima squadra per farli più o meno giocare sempre allo stesso modo, tolti i campioni che devono necessariamente uscire dagli schemi gli altri è bene che imparino i meccanismi di un modulo e li facciano a occhi chiusi. La prima in classifica cbia modulo?

    • Ziopeppo, premetto, come giustamente osservato da Barbros, che non essendo allenatore di calcio (ho la qualifica di allenatore CONI, ma di tutt’altra disciplina) esprimo solo opinioni da appassionato, tifoso ed ex praticante a livello dilettantistico (max 2 ctg).
      Cruijff, cui fai riferimento, è un idolo per la mia generazione! Il calcio totale olandese è tuttora fonte d’ispirazione per molti tecnici. Però va considerato che in serie A, a differenza della maggior parte degli altri tornei, la componente tattica ha molto peso. Lo ha notato anche Gonalons, ed ancora deve abituarcisi.
      Questo per dire che, oltre all’eccellente lavoro tecnico della Cantera catalana, qui da noi ci sarebbe comunque bisogno di qualcosa in più per primeggiare.
      Ma alla fine chi fa la storia sono i talenti veri…

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