FLORENZI: “Tornare alla Roma? Sinceramente non lo so. Mi piace fare il terzino, ma se un allenatore vuole uno di un metro e ottanta…”

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Foto Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse 05/01/2020 Roma (Italia) Sport Calcio Roma-Torino Campionato Italiano Serie A TIM 2019/2020 - Stadio Olimpico Nella foto: Alessandro Florenzi Photo Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse 05/01/2020 Rome (Italy) Sport Soccer Roma-Torino Italian Football Championship League Serie A Tim 2019/2020 - Olimpic Stadium In the pic: Alessandro Florenzi

AS ROMA NEWS – Alessandro Florenzi, esterno giallorosso finito in prestito al Valencia dopo aver trovato poco spazio con Fonseca sulla panchina della Roma, è intervenuto nel corso di Casa Sky Sport. Ecco le sue parole:

Come stai vivendo questo periodo?
“Personalmente sto molto bene, mi trovo molto bene qui. Detto questo, sono in casa, come tutti voi. Ho la fortuna di godermi le mie due splendide creature come mai nella mia vita. Mi alleno quel che posso, con gli attrezzi che la società mi ha messo a disposizione. L’iter spagnolo è un po’ quello italiano, l’unica cosa è che siamo andati tutti in quarantena prima. Il contagio si è un po’ attenuato. Aspetteremo quello che dirà il governo su come ricominciare”.

Valencia-Atalanta: si è detto tanto intorno a quei 180 minuti e sui contagi che ci sono stati nella rosa del Valencia. Nello spogliatoio come avete vissuto questa doppia sfida?
“Intanto ringrazio la varicella. Non l’avevo mai avuta in vita mia, è arrivata al momento giusto. Non che ci sia stato il primo contagio, ma quella partita ha fatto. Il ritorno è stato surreale per me e per tanti giocatori, era la prima volta che giocavano a porte chiuse. Non so se avremmo dovuto giocare, il Getafe e la Roma hanno deciso di non andare in trasferta. Dentro di noi ci sono stati dei casi, adesso non so dire se quella partita abbia inciso, ma se fosse stata giocata a porte chiuse o non giocata proprio, poteva essere limitato il contagio. Ma solo Dio lo sa”.

Che differenze ci sono tra Spagna e Italia?
“Da quello che sembra, il calcio qui è leggermente più aperto. Io ho constatato una cosa, c’è la stessa passione, ma non si vive come in Italia. Non si vive soprattutto come a Roma. Faccio un esempio che ho fatto ai miei amici: per andare a Getafe abbiamo preso il treno, come quando andavamo a Termini per andare a Reggio Emilia. Siamo andati alla Termini spagnola, parcheggiavamo molto distante dalla stazione. Chiesi cosa era successo, mi dissero che stavamo andando. Attraversammo a piedi una strada lunghissima, abbiamo fatto la fila senza guardie del corpo, come a Roma. Abbiamo pagato il biglietto e abbiamo preso il treno normalmente. Non c’è quella passione che si vive a Roma o in altre città. Siamo un po’ più liberi”.

Come mai hai deciso di andare all’estero piuttosto che scegliere una squadra italiana?
“Nella mia testa c’è sempre stata l’idea di fare l’esperienza all’estero. Non sapevo quando, dove e come. È venuta questa possibilità a gennaio, dopo aver parlato col mister Fonseca delle sue idee. Il mister mi ha espresso il suo pensiero, insieme abbiamo preso questa decisione che faceva del bene a tutti. Mi sono sentito di chiamare il mister della nazionale, spiegargli questa mia situazione e Mancini è stato molto aperto, gli interessava solo che giocassi, non dove”.

Nella tua testa questa è una parentesi o no?
“Non lo so. Questo virus mi ha insegnato una cosa: sono un ragazzo che nella vita si è sempre fatto i progetti, cosa farai a Natale, dove andrai per le vacanze. Il virus mi ha insegnato a vivere giorno per giorno, a godermi quello che ho, a capire cosa può darmi ogni giorno, vivere qui e ora. Sto giocando con le mie figlie? Non penso al dopo. Penso alle figlie, al caffè come fosse l’ultima cosa della giornata. Non penso a cosa farò l’anno prossimo. Penso a finire la stagione qui nel migliore dei modi, poi le vacanze, se ci saranno. Prima, se non sapevo dove andare in vacanza avevo l’ansia, ora la vedo come una cosa bella”.

Videomessaggio di Rudi Garcia: “Hola Flore, come va? Ti faccio un grande saluto, anche qui in Francia restiamo a casa. Sai che sarai sempre il mio coltellino svizzero, che posso usare in situazioni differenti. Spero di abbracciarti presto, in bocca al lupo”.
“È sempre stata una delle mie qualità, il mister è uno sveglio, come si dice a Roma, e l’ha capito. Mi ha messo lui terzino destro quando gli servivo, mi ha fatto giocare alto a destra il primo anno. È un allenatore molto spagnolo, anche se è francese. Gioca un buon calcio, tiene bene il gruppo. Ho un grande rapporto con lui, ci sentiamo quando è servito a me o anche solo per un saluto. Lo ringrazio e gli mando un abbraccio grande”.

Ci sono tanti Florenzi, qual è il migliore?
“Il miglior Florenzi è quello che sta in campo quando sta bene, ha la testa libera e gioca felice. Poi se vogliamo parlare di terzini, mi trovo veramente molto bene lì. Se devo giocare in una squadra che propone calcio mi ci vedo molto bene, come gioco, come pensiero e per come si è evoluto il calcio. Se c’è un allenatore che in un determinato ruolo vuole 180 cm, che non si faccia gioco, alzo le mani e dico di non poter essere quella tipologia di giocatori. Non parlo di Fonseca, Roma, Lazio, Frosinone o altro, è un discorso generale. Detto questo, mi trovo molto bene in un calcio offensivo, è ovvio, le mie qualità di possono vedere dalla metà campo in su”.

Giocando dietro però perdi le capacità di conclusione…
“I miei amici me lo dicono questo. È la loro critica, mi dicono che avevo più opportunità 30 metri più avanti. Dentro di me scattano meccanismi interni, in cui ci sono mille pensieri. Vedo il calcio in un modo, e vedo il calcio dove da terzino posso fare molto di più rispetto all’ala. Mi piace giocare all’ala, la verità è che mi piace giocare a pallone. Se vogliamo riassumere tutto, Florenzi sta bene quando sta in campo”.

Quanto è stato importante indossare la fascia di capitano della Roma?
“Ogni bambino ha un cassetto con dentro dei sogni. Io fino adesso, devo dire la verità, li ho realizzati quasi tutti. Volevo giocare a pallone, nella città in cui tifavo, volevo diventare un calciatore importante e il capitano, volevo giocare in nazionale, segnare gol per queste squadre, giocare la Champions League. Mi mancano solo 2-3 sogni: vincere qualcosa di importante col club e con la nazionale e giocare il mondiale. Se riusciamo a fare queste tre cose non sarebbe male”.

Come hai vissuto questo primo momento di grande difficoltà? Passare dallo status di protagonista a quello di non protagonista. Quando hai capito che saresti stato meno protagonista rispetto al passato?
“Come è stato detto prima, cosa significa portare la fascia di capitano, cosa è stato. È stato un grande orgoglio, sono arrivato dopo due fasce che hanno fatto la storia della Roma, Francesco e Daniele. Nessuno, ve lo posso garantire, sarà mai come loro. Da qui forse fino alla fine della Roma. Detto questo, da loro ho imparato una grande cosa. Che la Roma viene prima di tutto. Ho cercato di fare semplicemente questo: ho messo la Roma davanti a me. Ho continuato ad allenarmi a duemila all’ora, senza dire una parola, cercando di rispettare i ruoli, che per me è fondamentale. Bisogna rispettare i ruoli e le persone, il loro lavoro. Il mister è stato molto chiaro. Devo dire una cosa, secondo me Fonseca è uno dei più grandi allenatori che ho avuto, calcisticamente parlando. Il problema è che non piaccio a lui in quel determinato ruolo. Lui si aspettava altro da me e da qualsiasi altro. Ho un grande rapporto con lui, mi ha detto che non sapeva quanto spazio avrei avuto”.

Prima della partenza per Valencia, c’erano dei fan a Trigoria: cosa hai pensato?
“Sono molto attaccato ai tifosi della Roma e so che anche loro si affezionano particolarmente ai giocatori di Roma. Non posso negare che per me sia stata una botta lasciare Trigoria. Non tanto lasciare Trigoria in sé, ma le persone che ci sono dentro, le anime che ci sono dentro. Potrei parlare di mille persone che sono cresciute insieme a me, dai magazzinieri, ai fisioterapisti, i ragazzi del bar. Quando mi hanno visto si chiedevano se veramente stessi andando via. Quella è una cosa che mi rimarrà e mi rimane sempre nel cuore. Sono le persone che hanno vissuto insieme a te, che hanno vissuto momenti brutti dopo una sconfitta e belli dopo una grande vittoria. Stavano sempre lì a lavorare, nonostante debbano essere professionali la battuta esce. Ho in mente Roberto e Valerio che non sono della Roma, di più. Quando ho sbagliato o ho fatto un gol venivano lì e me lo dicevano. Ho lasciato tanti amici, una famiglia, sono stati sempre la seconda famiglia”.

Videomessaggio di Zaniolo: “Mi manchi tantissimo, ti devo ringraziare per i momenti che ci sei stato. Ho incontrato una persona speciale dentro e fuori dal campo, sei sempre stato pronto a darmi una mano. Spero di rivederti presto, di abbracciarti, di giocare a due tocchi e mettere in mezzo Mirko Antonucci”.
“Lui è un ragazzo speciale. Appena è arrivato era tranquillissimo, e lo è tutt’ora. Piano piano ha tirato fuori le sue qualità umane, oltre che calcistiche. L’ho sempre preso sotto la mia ala protettiva, non gli ho mai parlato quando giocava bene. Gli ho sempre parlato e cercato di dire la mia quando le cose non giocavano bene, o quando non si allenava al massimo o aveva una partita storta. O quando si faceva girare le scatole perché una volta non giocava. Quello che ho passato io non è stato facile. Quando ho visto lui che è diventato un mio amico dentro e fuori dal campo, quando ho sentito quel movimento, la faccia, faccio fatica a parlarne. Ho sentito di fare quello che un amico farebbe per lui e che altri hanno fatto per me. Non mi sono mai sentito inappropriato o fuori luogo ad andare in ospedale o a casa sua. Mi scrive, mi chiama, ci sentiamo come abbiamo fatto fino ad ora. Gli voglio tanto bene, è stato lui a boicottare tutto quanto per l’europeo e a far venire il coronavirus (ride, ndr)”.

La tua passione per gli eSports.
“Sono ormai due anni che sono diventato un socio, insieme anche a De Rossi, di una squadra eSports, i Mkers, la compagine più importante che abbiamo in Italia e stiamo andando bene anche in Europa. È stata un’opportunità che i miei consulenti mi hanno dato, di entrare a far parte di una community che poteva prendere piede e così è stato. Sono entrati prepotentemente nel mercato finanziario gli eSports, ci sono professionisti. Giocano e si allenano per questo, forse anche molto più di noi calciatori. È stata una bella cosa, sono molto appassionato di videogiochi, è una cosa che mi ha preso. Speriamo di continuare a fare bene con questo team, c’è un lavoro enorme. Rispetto alla partita dell’altro giorno, ci sono cose che non sono andate bene nella mia squadra. Ci siamo divertiti, è stato un bel momento”.

Il gol al Barcellona da metà campo è stato il momento più alto a livello personale con la maglia della Roma?
“Se dobbiamo parlare di momento strettamente personale, ovviamente è quello il momento più alto. Se devo parlare di un momento della squadra ovviamente parlo della partita contro il Barcellona e contro il Liverpool. Questi sono stati momenti più importanti nella mia carriera qui a Roma. Parlo delle partite in casa, sono momenti che difficilmente scorderò”.

Oggi si parla di Ter Stegen come portiere più forti del mondo, tu gli hai segnato da centrocampo…
“Non vorrei dire una cosa diversa dalla tua, ma per me non lo è. Metto le mani avanti. Per me è Alisson. L’ho vissuto anche in allenamento. A un certo punto facevamo le partite di allenamento e finivano tutte 0-0. Vedevamo i due portieri: uno era Szczesny e uno era Alisson (ride, ndr). Ho avuto a che fare con dei grandi portieri”.

Tornerai alla Roma?
“Sinceramente non lo so, dico la verità. Aspettiamo che finisca questo prestito”.

Una piccola parte delle persone ha cominciato a vederti in maniera diversa.
“L’ho sentito, ma non sono mai riuscito a darmi una spiegazione. Li avessi mandati a quel paese capirei di essermi messo contro qualcuno. Immagino e credo che nella mia carriera non troverò mai tifosi belli come quelli della Roma. Non so se continuerò nella Roma o le nostre strade si divideranno, ma posso dire che i tifosi della Roma sono stati sempre grandi, sono sempre nel mio cuore”.

È vero che hai rinunciato a una mega-offerta dell’Inter?
“È una storia che inizia molto tempo prima, nel senso che non ho rifiutato solo l’Inter, anche altre squadre italiane. L’ultima è stata l’Inter, nel momento in cui dovevo rinnovare con la Roma, era un’offerta molto importante. Mi sentivo di fare quello che ho fatto, sapevo che non avrei avuto la stessa opportunità economica, ma le emozioni provate a Roma non me le porterà via nessuno. Mi hanno detto di scegliere con la testa, ma ho scelto col cuore”.

 

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14 Commenti

  1. Alessà gasghimale… Non ti terrei neanche per la panchina… Preferisco Santon in quel ruolo (panchinaro)
    Statti a Valencia no?

  2. Inutile negarlo è il parere di Fonseca che sarà decisivo, a me sembra che per lui non stra vede, staremo a vedere magari ci ripensa

  3. FINALMENTE SI SCOPRONO UN PO DI ALTARINI…

    Diciamolo che la leggenda che questa società non vuole i romanisti sia solo una grande bufala data in pasto agli avvoltoi per distruggere la as roma.

    Diciamolo che florenzi è andato via e andrà via perche l’allenatore non lo vede.

    Diciamolo che a gennaio andò via in prestito secco per fargli un favore e per dargli la possibilità di un europeo.

    DOmani passerà in secondo piano lo schifo lanciato sulla roma, in onore del suo “ho rifiutato offerte migliori della roma per amore”.

    Bravo di questo florenzi, complimenti al tuo amore, ma come ho sempre detto i giocatori credono di loro stessi di essere troppo in base a quello che sono realmente.

    Di DDR si è lanciato schifo sulla roma quando poi ha smesso di giocare qualche mese dopo, di florenzi idem quando al valencia era panchinaro e che alla roma era un problema fisico e tattico. Di totti idem, a 40 anni voleva giocare fino a 45 anni ma ahime, la roma non è una squadra dove giocare tanto per.

    LA ROMA è UNA COSA SERIA, visto che non sei dani alves o jordi alba, ne tanto meno un leader del gruppo, come lo è kolarov per esempio, l’allenatore ha tutto il diritto di dire che non sei indispensabile.

    COSI SI RAGIONA NEI TOP TEAM.

    • La storia del club che non vuole i romani-romanisti è una favola che i critici distruttivi cronici ci e si raccontano…
      Se vai a vedere la Roma ha ripreso Lorenzo Pellegrini, sta blindando Riccardi e pensa di riprendere Frattesi dal Sassuolo…
      PS sta anche facendo crescere Antonucci in Portogallo

    • Infatti a Trigoria, in società, abbiamo tanti romanisti, vero?

      La Juve ha cacciato Del Piero, ma ha continuato a vincere. Come Pallotta.

      I top team hanno presidenti presenti e ricchi. Come Pallotta.

      Ma nella Juve, non vedrete mai Zanetti o Andrea Silenzi; nel Real non troverete mai Luis Enrique o Guardiola. Alla Roma troverai Baldissoni e Sabatini.

  4. Ricordo Florenzi prima del primo infortunio ed era davvero impressionante.
    Era davvero im forma!
    Dopo il secondo infortunio non è stato più lo stesso anche perché si è dovuto confrontare con l’eredità lasciata dai due capitani e con la piazza.
    Sul fatto che sia stato ed è un gran bravo ragazzo ed attaccato alla maglia nulla da eccepire.
    Resterai sempre nel mio cuore!
    Sicuramente il tuo percorso nella Roma è giunto al bivio e per questo ti Auguro di cuore le migliori fortune di calcio e di vita!

  5. Flo il mister cerca uno alto 1,80? quando hai chiesto e quasi ottenuto 3.5 milioni annui ti sentivi un terzino di 2 metri vero?
    Se non dovessi rimanere ti auguro tu possa concludere la tua carriera come meglio speri.

  6. Florenzi ERA un buon giocatorino nella prima parte della sua carriera. Dopo é stato un continuo e inesorabile calo. Non dico che sia scarso, dico che fa una partita buona e 3 male…ripeto, l emblema é stata la sua prestazione in coppa italia allo juventus stadium…uno schifo, legato anche e soprattutto al fatto che cuadrado andava a una velocità 3 volte superiore alla sua. Florenzi può dire quello che vuole, prendersela con chi vuole, ma ad oggi vale poco (anche come persona). A valencia, dove era andato per prendersi la nazionale per l europeo, non lo stanno facendo giocare. Chissa come mai

  7. Io continuo a sostenere che con una difesa a tre sarebbe l’ideale come esterno di centrocampo, ma ahimè non ne avremo mai la controprova!! Cmq forza Ale ti auguro il meglio..

  8. Florenzi ha detto finalmente la verità, che con Fonseca non lega perché il mister vuole terzini più muscolari (e noi siamo d’accordo con il mister).
    Quando ha rinnovato il contratto non lo sapeva ovviamente perché nessuno giocatore ancora giovane firma per stare in panca (tranne pastore). Florenzi è cresciuto nella Roma, è della Roma, ma ormai ha capito che il futuro non è più qui.
    Da tifoso della Roma e di Roma io sono contento di avere giocatori della mia città. Ale purtroppo ha avuto due infortuni gravi come kevin da cui non è tornato ai suoi livelli ma ha sempre onorato la maglia anche a fronte di attacchi vili per mezzo stampa da omuncoli. Tutti giocano solo per soldi perché i giocatori romani dovrebbero fare sconti? Per far guadagnare di più i vari nzonzi, pastore, ecc..??
    Forza Roma e dai che manca solo una settimana alla fine dei domiciliari.

  9. Florenzi dovrebbe smettere di raccontarsi balle, lui si potrà sentire terzino quanto gli pare ma come può definirsi tale se ha la stabilità difensiva di Cicinho e il cross di Tommasi? Le sue caratteristiche sono quelle di una mezzala, l’unico ruolo che può esaltare l’unica vera skill che ha cioè la velocità di inserimento.

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