FOCUS – Udinese, via ai lavori per lo stadio di proprietà. Senza bisogno di alcuna legge

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FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO.IT – Dopo la Juventus, molto presto anche l’Udinese avrà un suo stadio di proprietà: se tutto andrà bene entro settembre del prossimo anno. Una struttura all’avanguardia, in bilico tra tradizione e modernità: la struttura sorgerà dalle ceneri dell’attuale Friuli e conserverà il caratteristico arco di copertura, ma sarà anche dotato di tutti i comfort tecnologici come postazioni Skybox, free wi-fi zone, copertura completa dei posti a sedere e terreno riscaldato. La capienza verrà ridotta dagli attuali 40mila a 25mila posti, per creare un’atmosfera raccolta, e il campo sarà portato a ridosso delle tribune.

Tutto questo grazie ad un protocollo firmato con il Comune lo scorso marzo: l’Udinese calcio ha infatti ottenuto il diritto di superficie sull’area dello stadio per i prossimi 99 anni.  Il costo complessivo dell’opera sarà quindi di 25-30 milioni di euro, all’incirca il prezzo di un grande giocatore.  “Noi ci crediamo davvero, a partire dal presidente Pozzo che è stato il più convinto sostenitore del progetto”, spiega a ilfattoquotidiano.it Alberto Rigotto, direttore amministrativo dell’Udinese. “Basandoci sulle statistiche europee, ci aspettiamo un aumento generalizzato degli introiti. L’obiettivo minimo è rientrare dell’investimento. Ma la nostra operazione parte da un principio di fondo: dare una casa alla nostra squadra e al nostro pubblico. E questa esigenza viene prima di discorsi di carattere economico. Anche perché uno stadio tutto tuo può farti fare il salto di qualità anche dal punto di vista sportivo”.

Ci sono tante squadre, tra cui la Roma, che stanno combattendo da anni per riuscire a costruirsi uno stadio di proprietà. Ma è davvero così difficile? E soprattutto, è indispensabile l’approvazione di una legge sugli stadi per riuscire nell’impresa? Il direttore amministrativo dell’Udinese spiega così il segreto del loro successo: “Il modello Udinese potrebbe essere facilmente replicato. Per avere un nuovo stadio basta un buon rapporto con l’amministrazione locale, una società con i conti in ordine e dei dirigenti capaci. Non servono investimenti folli”. E, a quanto pare, neppure una legge che spalanchi le porte agli speculatori: “Quella proposta era pasticciata e troppo legata ad interessi specifici. Ben venga una legge sugli stadi, ma con la normativa vigente è assolutamente possibile ristrutturare gli impianti”, conferma il direttore amministrativo dell’Udinese. “I presidenti devono capire che non c’è bisogno di speculare: uno stadio moderno e accogliente porta da sé degli introiti. Più spettatori, più pubblicità, più iniziative: è un circolo virtuoso. E noi speriamo di riceverne presto i benefici”.

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