Il paradosso di Eusebio: giocarsi il posto contro i più forti d’Europa

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ULTIME AS ROMA – Eusebio Di Francesco cammina spedito, altro che passettini incerti sul filo del rasoio. «Ho sempre sentito da parte della società grande fiducia», replica a chi gli chiede conto della sua posizione al vertice della Roma. Non dice sento ma ho sentito, e (forse) è solo un lapsus temporale. Di sicuro, non si sente in bilico, anche se mai e poi mai direbbe una cosa diversa. Sa, in realtà, che il suo destino (il destino di tutti i tecnici) è appeso ai risultati, ma evita di ricordarlo. E sa che una doppietta di altri capitomboli, specie in questa settimana, potrebbe segnare il suo futuro. «Il calcio è il calcio…», sussurra. Chiaro?

Sa anche, però, che centrare la qualificazione agli ottavi di Champions gli regalerebbe ossigeno vitale. Ecco allora che, paradossalmente, la partita di stasera diventa più importante per lui che per la Roma. Perché la Roma continuerà ad esserci con o senza la Champions, mentre non sta scritto da nessuna parte che Di Francesco con un altro paio di figuracce continuerà ad essere l’allenatore della Roma. Traduzione: la Champions, la sfida contro i campioni d’Europa per sentirsi davvero al riparo da brutte sorprese. Un paradosso e bel rischio, se ci pensate bene.

PAROLE E CAVOLATE – «Ho sempre sentito da parte della società grande fiducia» vuol dire che il club, in primis il ds Monchi, l’ha messo in discussione. Tutto vero, a livello pubblico; è infantile, però, pensare che nessuno a Trigoria si sia interrogato sul suo operato. Perché lo impone la logica della gestione di una società: valutare, sempre e comunque, il rendimento di un tesserato. E anche questo Eusebio lo sa alla perfezione. Solo che non ci pensa, non vuole pensarci, preferendo concentrarsi solo sul suo lavoro. Continuando a battere più su tasti mentali che tecnici. Tipo la cattiveria, la determinazione che non ci sono. «E che non si comprano al supermercato. L’allenatore è lo stesso che ha portato la squadra ad essere sempre aggressiva, ma la cattiveria è qualcosa di astratto. Se calci in porta ridendo non fai gol. La determinazione è qualcosa che si può allenare: vuol dire che l’allenatore deve raddoppiare il suo lavoro. Ma personalmente mi faccio un esame di coscienza ogni giorno».

Come dire: io ci ho provato in tutte le maniere, continuerò a farlo, ma sarebbe bene che qualcuno (i giocatori) si applicasse di più. Magari con meno sorrisi. Solo che a forza di accusare sempre i propri calciatori, poi si trova a dover fare i conti con Kolarov. Che, chiamato in causa, smentisce il tecnico che aveva rimproverato alla squadra di non aver avuto voglia di vincere la partita di Udine. «La voglia di vincere non è mai mancata, nemmeno agli altri. Ci può stare di perdere una partita o due, ma nessuno gioca per perdere», il virgolettato del serbo. Dettagli, forse. Ma in questo delicato momento occorrerebbe fare attenzione anche alle cose apparentemente meno importanti. La comunicazione, in certi casi, diventa fondamentale per non acuire le situazioni: Di Francesco, sotto questo aspetto, è stato talvolta fin troppo sincero, schietto, genuino. «Mettiamoci tutti, a partire dal sottoscritto, qualcosa in più e raddoppiamo gli sforzi. Non possiamo sempre abbatterci e mollare, siamo già usciti da queste situazioni ma dobbiamo trovare maggiore continuità. Il nostro difetto più grande, l’ho detto mille volte, è proprio la continuità. Tra le tante cavolate che dico, questa l’ho azzeccata...». Chissà se gli basterà per restare allenatore della Roma.

(Il Messaggero, M. Ferretti)

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18 Commenti

  1. A Difra si attacca sempre gli altri quando dobbiamo coprire i difetti propri…..e credo che tu ne abbia tanti…sono due anni che la roma non ha un gioco…ma la colpa è sempre degli altri.

  2. Lo caccerei domani , non l ho mai voluto, detto questo mi sembra ovvio che rimanga attaccato come la colla Cervione a 3 milioni fino al 2020. Difficilmente verrà mandato via perchè non è , a mio parere, un allenatore in grado di riciclarsi a quelle cifre. Garcia è rimasto sul groppone per oltre un anno ed è anche per questo che all’epoca si ripiegò su Difra che aveva uno stipendio basso ( forse 1.2). Il suo stipendio fu ritoccato per la semifinale CL non certo per il risultato in campionato ( ridicolo). Ha avuto fortuna , buon per lui , non per noi. Sousa è un ottimo allenatore per una squadra giovanissima, chiede grande impegno e con i giovani ci sa fare ed è carismatico. Poi c è Conte ma stiamo parlando di un altro livello, devi investire 200 milioni l anno. Con Difra non vinci

    • Intanto ci sarebbero 2 partite cruciali da vincere tra domani e domenica. Poi se devo individuare un allenatore davvero grande vedo solo 2 profili: Conte e Capello, ma il primo per 1000 motivi non lo convinci, il secondo ormai ha un’età… Se poi devi sfogliare la margherita (anzi il carciofo) tra Sosa, Donadoni, Prandelli, Montella… allora me tengo EDF per tutta la vita!

  3. Pure EDF però se deve dare na svegliata. E’ inutile chiedere ai giocatori quello che, è ormai palese, non sanno dare. Esempio: Rube – Spal possesso palla 45,3 – 54,7 risultato 2-0 e zero rischi per la Rube. Roma Spal possesso palla 62,5 – 37,5 risultato 0-2 e pochi rischi per la Spal. Si può imparare qualcosa da questi numeri? Giocare in contropiede non è un disonore, basta farlo bene e i giocatori per farlo li abbiamo eccome!!

  4. Esprimere un parere se pur negativo, non vuol dire essere laziali o antiromanisti, non si può negare che di fra sto facendo male, la Roma gioca male, quando vince il più Delle volte lo deve ad intuizioni individuali e la scorsa Champions ha fatto benissimo con Chelsea e barca, malissimo con Liverpool e atl.madrid, uscita tra i fischi contro quarabag tanto che il ninja polemizzo’ con chi fischava

    • Io ieri ho espresso dei dubbi sul gioco della Roma. In particolar modo il gioco contro squadre che si chiudono.
      Problema che abbiamo dallo scorso anno. E per me è un problema che viene dal gioco di Di Francesco, cui lui deve porre rimedio.
      Sempre fermo restando che io vedo le partite dal divano, l’allenatore è in campo e vede i giocatori tutta la settimana.
      Sempre fermo restando che io faccio un altro mestiere e l’allenatore vive di calcio da quando aveva 10 anni.

      Ma come tifoso, consapevole della limitatezza della mia visione, dico la mia. Giusto o sbagliato che sia danni non ne faccio.

      Un conto è questo, altro dare dell’incapace o insultare.

      Che poi vanno via da qui e vincono i triplete.

    • hahahahahhahahahhahahahhahahahahahahahahahahahhahahahahahhahahahhahahahahahhahahahahhahahahahhahahahahhahahahahhahahahahahahahahhahahahahahhahahhahahahahahhahahahahahhahhahahahahahhahahahahhahaahahhahhahhahahahhhhahahahhahahahahhahahahahahahhahahhahahahhahahhahahahhahahahahhahahahahhahahhahahahahahahhahahah MO MI PISCIO SOTTO

    • giovane o no…se te la fai ancora sotto io un controllino me lo farei. Provo a spiegarti sapendo perfettamente che potresti non arrivare a capire….ma ci provo…il “probabilmente” intende il dubbio tra quale girone quest’anno sia più facile tra il nostro e forse quello del Porto… gli altri sono tutti più difficili. non mi sembra di aver scoperto/detto nulla di particolare.

  5. Criticare gioco e interpreti quando non girano (anche in caso di vittorie) non è affatto da antiromanisti; definire secondi e terzi posti “ridicoli e senza valore”, sì.

  6. Ahhh, ho capito! Quindi se se vince col Real poi se po’ perde tranquillamente co’ l’Inter! Aho, me raccomanno, nu je lo dite a Di Francesco, sennò pia l’offerta ar volo!

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