Il ponte sul Colosseo e la contesa fra ultrà

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NOTIZIE AS ROMA – Novello Ponte dei Pugni – teatro nella Venezia del Cinquecento di epici scontri tra sestieri rivali –, il passaggio pedonale su viale degli Annibaldi, proprio all’altezza della casa che l’ex ministro Scajola ristrutturò a sua insaputa, è diventato luogo e pretesto per misurare il valore delle forze in campo. Un tempo sotto il controllo romanista, oggi passato in territorio laziale, sul ponte all’ombra del Colosseo, da mesi, gli ultrà rivali si scambiano messaggi in codice, come in una specie di guerra fredda che si consuma, incredibilmente, nel cuore della città, a pochi passi dal suo simbolo, tra lo stupore dei turisti e l’indifferenza dei romani.

RETROSCENA – Questa storia va avanti da un bel po’. Per anni, il ponte – scelto per il colpo d’occhio che il Colosseo alle spalle effettivamente regala – è stato utilizzato dai romanisti, per ragioni diverse, alcune assai discutibili: celebrare un gol di Totti, rinverdire la memoria di Antonio De Falchi, ma anche esprimere solidarietà a Daniele De Santis, l’omicida di Ciro Esposito, bacchettare Spalletti, che aveva richiamato i tifosi allo stadio, rincuorare Florenzi infortunato, perfino ringraziare il ministro Lotti e il suo intervento per rimuovere le barriere. Poi, alla vigilia del derby di andata di coppa Italia, con un inequivocabile e poco originale «Roma me…», è passato in mano laziale. Un blitz che ha colto di sorpresa i rivali, sempre più spaccati e costretti – gli rinfacciano quelli della Nord – a emigrare in periferia. È qui che nasce lo striscione esposto nella curva laziale domenica scorsa, prima del fischio d’inizio: «Romanista marameo, hai sbagliato Colosseo. Per attaccare uno striscione l’hai dovuto fare all’Eur», con riferimento ad una scritta, di matrice giallorossa, apparsa nei giorni precedenti in zona Palazzo della civiltà del lavoro, alias Colosseo quadrato.

PERICOLI – Una storiella che apparentemente può anche far sorridere, ma in realtà deve far riflettere. Perché quello striscione esposto all’Olimpico domenica – raccontano gli inquirenti che stanno raccogliendo materiale sul blitz al Colosseo, in realtà conteneva un altro messaggio, quasi un invito a battersi: cari romanisti, noi vi aspettiamo qui, sul vostro ponte, quando volete venire… Una lettura che toglie il sorriso e pone più di un interrogativo: questo ritrovato «dialogo» tra le due opposte fazioni, che indubbiamente coincide con la rimozione delle barriere e il ritorno in curva degli ultrà duri e puri, prelude ad una recrudescenza della rivalità, ad un ritorno della violenza, oltretutto – con l’Olimpico blindato – delocalizzata rispetto al passato? Del resto, qualche sinistro segnale gli ultrà lo hanno dato, recentemente, anche nei dintorni dello stadio: il corteo non autorizzato che celebrava il ritorno dei romanisti in Sud, lo scoppio di qualche petardo, uno sciopero del tifo contro le forze dell’ordine che ha caratterizzato l’ultimo derby sul fronte giallorosso. Segnali inquietanti, che la Questura non ha alcuna intenzione di sottovalutare.

(Gazzetta dello Sport, A. Catapano)

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9 Commenti

  1. Catapano lo so che a Milano piace immaginare una Roma tutta sporca brutta ignorante e cattiva ma ora stai esagerando. Coloro che difendono Un assassino come De Sanctis sono solo delinquenti che purtroppo usano la maschera del finto tifoso e si nascondono dietro una finta passione sportiva.
    Non usare il termine romanista in modo qualunquista perché ci sono tanti tifosi perbene che non hanno niente da spartire con certa feccia
    Ringrazia che fai il giornalista nella nazione di pulcinella altrimenti saresti
    passabile di querela

  2. Ricacciateli a pedate fuori dallo stadio e possibilmente fuori dalla città. Ci sono un mucchio di campagne fuori Roma dove possono dare sfogo ai loro impeti rusticani.

  3. Basta mettere una sorveglianza h 24 su quel ponte e finisce tutta la storia.
    Poi gli estremisti violenti,che scelgono il calcio,per scopi loro,vanno.perseguitati come fossero terroristi.
    Non si deve per colpa loro,poi causare disagi alle migliaia di persone per bene che vanno allo stadio.
    Sono loro che vanno eliminati una volta per tutti dagli stadi,hanno sedi,covi e punti di ritrovo,lo stato quando ha voluto ha cancellato le brigate rosse,potrebbe fare la stessa cosa con questi balordi.

  4. Catapano,sei l’emblema dl giornalismo odierno…..e infatti i giornali non vendono più….per fortuna…..e solo con gli aiuti di stato che mangiate….ancora….pezzo rivoltante e immorale….

  5. Guarda come si comincia ad allargare la questione, ad annacquare la vicenda. Già li hanno intervistati, fra due giorni diventano eroi moderni… e la puerile scusa è la “goliardia”. Che mondo di imbecilli corrotti

  6. mi raccomando cesaroni belli, beveteve tutte ste calle de sti fregnacciari. daje jk gres e dino. siete sulla buona strada

  7. ma figurati, che te scontri, faranno pippa come sempre, fanno la voce grossa solo contro i fedayn perché osano tifare al derby, e appena vedono gli irriducibili fanno il fugone.

    altro che sfida, non succederà un bel niente perché non verrà raccolta, se ne guardano bene dal farlo. sono tutti chiacchiere e distintivo.

    e tutto questo perché in parte li temono, e in parte l’occhietto glielo strizzano già da un bel po’. antepongono la loro fede politica a quella calcistica, e ste cose alla fine, le fanno insieme, volenti o nolenti.

  8. E bravo Catapano, che da bravo “informatore” ha disegnato questo quadro “impressionista” riferito alle dinamiche ultrà della Capitale. Peccato che l’impressionismo si basa sulla percezione soggettiva e non sulla realtà, che è un’altra cosa.

  9. Ma quale contesa fra ultrà? Sono i soliti 30 pezzenti gemellati con mezza europa che danno loro manforte ad ogni derby, visto la loro pochezza in fatto di numeri e di coraggio, specializzati in scritte sui muri e nient’altro, denominati da tutta Italia “ultras spray”, solo mitomani e conigli!

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