ULTIME NOTIZIE AS ROMA – Juan Jesus, uno dei protagonisti della vittoria per 3 a 0 sul Barcellona di due anni fa, racconta quella partita e tutte le emozioni vissute in un lungo post su Instagram. Il difensore brasiliano svela alcuni gustosi retroscena come il discorso di Daniele De Rossi alla squadra, oltre alla gioia
«È il 10 aprile 2018. Mi chiamo Juan Jesus, e mi trovo a Roma nello spogliatoio della squadra della Capitale. Manca poco più di un’ora all’inizio della partita contro il Barcellona. All’andata abbiamo perso 4-1. Siamo già fuori. Eppure mi guardo intorno e vedo qualcosa di strano, sento qualcosa nell’aria. I miei compagni mi passano davanti mentre si preparano. Nei loro occhi noto una scintilla. Nei miei c’è la voglia incredibile di affrontare lui, Leo Messi. Eh si, perché tra tutti i compiti che ti possono assegnare in un quarto di finale di Champions League a me tocca questo. Mister Di Francesco è stato chiaro: Juan tu devi pressare e chiudere chiunque arrivi nella tua zona. Già, e sapete chi gira da quelle parti? Esatto, lui. Ci penso ma non ho paura. Cioè, un po’ di timore si. Penso sia normale, ma ci rifletto mentre mi metto i parastinchi. Mi dico: se va male è perché lui è il più forte di tutti ma c’è anche l’altra possibilità amici miei! L’altra faccia del pallone. L’altro 50%. E intanto sento i tifosi cuori che caricano. Eh si, c’è un’altra possibilità: se va bene, io posso aiutare i miei compagni, posso fare la mia parte e diventare quello che lo ha fermato. Ecco la mia occasione.
Non sono uno che segna tanto, non spetterà a me esultare pazzo di gioia e diventare l’uomo copertina. Lo so, i titoli saranno per Edin, per Lele o altri così. Io ho scelto un’altra vita. Quella di chi sta dietro e combatte in silenzio. Ma anche noi siamo importanti e oggi dobbiamo mettere il nostro mattone. Ci credo, lo dico, lo voglio dire a tutti, mi viene da urlare. Mi giro e di fianco a me si sta cambiando (se ci penso ora mi vengono i brividi) Manolas che forse capisce quello che sto immaginando e telepaticamente mi fa: “Passiamo noi”. Quando si dice l’unione fa la forza. Lo sussurriamo piano, ma cominciamo a realizzarlo. Alziamo il volume. Poi arriva lui, Daniele De Rossi. È il momento del discorso del Capitano. Tutti zitti. Risuona il suo classico timbro del coraggio. Ha gli occhi di chi non ha dormito. La sente. Gli armadietti con all’interno i nostri vestiti appesi, di botto tremano. È Lele che ci sta caricando a modo suo. Ma soprattutto dice 4 parole magiche che mi trafiggono: “MI FIDO DI VOI”. E chiude il discorso urlando: “Stasera facciamo la storia!”. Ragazzi pensateci bene. Se doveste andare in guerra, chi vorreste di fianco a urlare con voi? De Rossi. E noi lo avevamo.
Noi potevamo compiere quell’impresa. Quello che era un pensiero pazzo, timido, irrazionale e forse anche presuntuoso nella mia testa e in quella di pochi altri, ora è realtà. Una realtà che i catalani dovranno affrontare in modo molto serio. Siamo carichi a mille adesso, lo stadio è una lettera d’amore al nostro cuore. Sento ogni grido, ogni frase. Penso a quanti mi hanno criticato fino a quel momento e non ho paura di loro. Ho voglia di zittirli. Staranno solo aspettando il momento di affondarmi. E io invece aspetto di dimostrare a tutto il mondo come lotta uno che ha ROMA sul petto. Esco e li vedo, i marziani: Pique, Busquets, Jordi Alba, Rakitic, Suarez, e poi Iniesta e Messi. Brividi. Entriamo in campo e… waooo1 Che spettacolo! Noi siamo la Roma. Non siamo 11, mai nella vita, noi siamo un impero e contro c’è il Barcellona. Siamo in mezzo al campo, aspetto quella musichetta magica, ma sento solo il mio cuore battere fortissimo. Mi viene da piangere guardando i nostri tifosi e pensando che tutti i passi che avevo fatto in vita mia mi avevano portato a calpestare quell’erba in quel preciso momento. Non male! Mi dico. Quasi sorrido di felicità ma l’emozione e le lacrime sovrastano tutto. La tensione è immensa. Penso alla mia famiglia, agli amici presenti, a mia moglie in tribuna, al mio procuratore che mi ha sempre detto che ce l’avrei fatta. Mi passa nella mente la mia vita in 10 secondi. Pazzesco.
10 secondi interminabili. Avrei fermato il tempo. Ero nel posto più bello del mondo, nel momento più bello del mondo. Mi cullo in quel dolce istante in cui tutti guardano lì. Sarei rimasto così per ore ma ecco il campanello che mi sveglia. Arriva la realtà ed è veloce come un treno: comincia la musica della Champions. Le urla di guerra squarciano il silenzio delle due squadre ferme in mezzo al campo e pronte a fronteggiarsi. Ritorna come un tintinnio fastidioso e ripetitivo quel chiodo fisso che avevo nel mio cervello già prima nello spogliatoio “lo devo fermare, lo devo fermare, lo devo fermare”. All’infinito. Siamo in fila ma butto lo sguardo dall’altra parte e vedo Leo Messi. La musica sta finendo. L’impatto con la storia sta arrivando. 5,4,3,2,1… lo fermerò! Per me ma soprattutto per tutti voi!».
Fonte: Instagram

“Ragazzi pensateci bene…” Noi tifosi veri non avremmo dubbi…mentre Jesus sembra come rivolgersi ai cesaroni: chi avreste voluto voi al vostro fianco…? 3-2-1
Na curiosità, JJ…che caspita ti ha detto Di Francesco prima de affronta’ Salah ad Anfield invece? O ha sbagliato persona?
Comunque, grazie di tutto e arrivederci. Che ne pensi?
Senti un po’, pallotta boy, invece vogliamo parlare del fatto che il tuo padrone ha venduto salah per quel mezzo giocatore di pallavolo che è schick?
Tifoso te non stai tanto bene.
No Fede, mi sa di no. Credo sia perseguitato da frequenti visioni notturne di Pallotta che gli affonda i denti nella giugulare. Per fortuna io faccio sogni migliori. Ciao caro…
per carità serata magica….ma dopo due anni ancora a parlare di un ritorno di un quarto di finale di champions ??…o forse Abbiamo vinto la coppa e non me ne sono accorto ???
@Paolo70. Il tuo doscorso è fondamentalmente giusto ma non tiene conto del DNA romanista.
Pensa che quelli della mia generazione hanno parlato, e ne parlano ancora, del terzo posto del 1975. L’anno precedente quell’artri avevano vinto lo scudetto e il fatto di arrivargli sopra l’anno successivo (per di più vincendo tutti e tre i derby stagionali), dopo anni che non raggiungevamo una posizione così alta in classifica, ci fece toccare il cielo con un dito. Quel mitico terzo posto perse un po’ del suo valore con lo scudetto dell’83, ma nonostante qualche trofeo vinto negli anni successivi, viene ancora ricordato come l’anno del terzo posto.
E’ riduttivo lo so, ma siccome tifiamo per una squadra che di successi ne ha avuti pochi in 93 anni di storia, e che di solito le partite della vita le sbaglia per colpa di un palo, di un autogol, di un infortunio, di un arbitraggio contrario, ci viene naturale ricordare quelle poche volte in cui tutto fila liscio.
@Paolo: quella partita resterà nella storia del Barcellona, come una debacle incredibile, perché non può stare nella nostra? È stata un’impresa, contro una squadra che non perdeva da tempo, con il giocatore più forte al mondo.
Meravigliosa lettera tanto di cappello
Sì, però adesso voglio la seconda puntata.
Bel discorso Juan Jesus !
Ha trasmesso molto bene la passione e l’emozione di quel giorno ….
Noi Romanisti non abbiamo quasi mai vissuto di trofei,ahinoi ….. Abbiamo sempre vissuto di questo :
passione ed emozioni !
FORZA ROMA
Grandissimo J J GRANDE ROMANISTA
E ce mancherebbe pure…
D D R ❤️💛
Bellissimo discorso
Mi sento di spezzare una freccia per JJ ahahha non dico una lancia perché insomma il ragazzo di occasioni ne ha avute molte per uscire da una cattiva immagine di rendimento,,, ma come non altri centrali è impostato mentalmente per una difesa a tre. Vedetevi le gare in cui ha potuto giocare a tre senza però ricorrere ad una memoria sovrapponibile e falla,, ce ahahah vedendo le partite e mi darete ragione. Noi abbiamo un allenatore che non può assolutamente prevedere la difesa tre ,,, e pecchè? Perché rimane imbastito ad alzare i terzini ,,, anche scarsi che erano si trattasse di Riise e Cassetti, non fine corsa, tanto tanto reggevi lo sfondamento sulle fasce,, ma Kolarov ,, rimane sulla mattonella, ma se ci metti Spinazzola è pure peggio,,, Santon cicca il tackle e lì è rimasto l’unico e almeno non ha paragoni di demerito aggiuntivo, al centro Veretout non chiude e si imbambola,,, Fonseca che chiede ossessivamente di ripartire da dietro,,, Pau Lopez che deve darla a gente che incespica ,, e se deve recuperare una cappellata si segna da solo ,,, ragazzi non è cosa,,, e,,, o si prendono giocatori adeguati ai moduli che gli allenatori vogliono adottare o cambi allenatore,,, sempre Forza Roma scusate la pippardella ma mi sto infettando anche io ahaha
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.