Tra Kappa e Pallotta è guerra milionaria

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AS ROMA NEWS (IL TEMPO, V. DI CORRADO) – Il «divorzio commerciale» tra la Roma e la Kappa è finito in tribunale e ora sarà l’ottava sezione civile a decidere chi dovrà risarcire chi. Le cifre richieste dalle due società, l’una nei confronti dell’altra, sono a sei zeri. Basic Italia spa, titolare del marchio Robe di Kappa, il 5 dicembre 2012 ha citato in giudizio l’As Roma e la Soccer, titolare del marchio giallorosso e deputata al merchandising, per «illegittima risoluzione» del contratto di sponsorizzazione tecnica per gli articoli sportivi e da stadio e dell’accordo relativo alla fornitura di prodotti «Private Label Roma», in cui rientrano i capi casual per uso privato.

Firmato il 12 giugno 2010, con scadenza prevista a giugno del 2017, il contratto è stato risolto anticipatamente dal club romanista il 23 novembre 2012, con la motivazione che la merce fornita era scadente e difettosa. La società d’abbigliamento torinese che fa capo alla BasicNet spa, quotata alla Borsa Italiana, ha chiesto per i danni subiti (anche nel mercato borsistico) la condanna di As Roma e Soccer, in solido, a 62 milioni di euro.

Una pretesa risarcitoria che il club giallorosso ha ritenuto «inammissibile e destituita di ogni fondamento», convinto, al contrario, di essere creditore nei confronti di Kappa per i danni di immagine patiti, sia nel contesto commerciale e di mercato, sia verso i tifosi. Per questo nella domanda riconvenzionale, la Roma ha chiesto a Basic Italia il pagamento totale di 135 milioni di euro.A supporto di tale richiesta il club giallorosso fa un lungo elenco dei «resi merce» e relative note di credito per «la scarsa qualità della merce destinata alla commercializzazione (periodo 2007-2008), problematiche sulla cucitura dei pantaloni delle tute, il logo “Lupa” e “As Roma”, nonché la resistenza all’acqua delle giacche (2009-2010), macchie di colore sulle tute (2010-2011), perdita di colore delle felpe (2011-2012)».

«Nel corso del 2012 – si legge nell’atto presentato dalla società controllata dal gruppo di Pallotta – un’elevata quantità del prodotto fornito da Basic si rivelava difettoso, carente degli standard qualitativi convenuti e inidoneo all’uso da parte degli atleti». C’erano problemi anche nella vestibilità delle maglie per le dimensioni del colletto. I disguidi si acuirono al punto che a luglio i prodotti difettosi vennero prelevati durante il ritiro estivo della squadra a Riscone di Brunico. Di lì a pochi mesi la Roma decise di recedere dal contratto con Robe di Kappa, per poi legarsi alla Nike per 10 anni: un accordo che entrerà in vigore a partire dalla prossima stagione dopo aver giocato quella attuale con divise «unbranded».

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