La facilità del razzismo

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GIALLOROSSI.NET (A. Diofebbo) – Non voglio soffermarmi sulla partita. È inutile ripetere che una Roma fuori dall’Europa in maniera diretta, e non passando per la Coppa Italia, era facilmente prevedibile. La Roma in superiorità numerica per tutto il secondo tempo non incide e non crea mai un pericolo. Ma, il più grande pericolo della serata/giornata lo creano i giornali, i giornalisti e gli addetti ai lavori. Non si parla della partita, forse perché davvero troppo brutta. No, non si parla delle espulsioni, del rigore non dato, della prestazione dei singoli di una e dell’altra squadra. Si parla di Balotelli e del razzismo, solo di questo.

Pane per tutti quindi, anche per chi non ha i denti. Da dopo il triplice fischio e nei giorni a venire, sentiremo soltanto parlare di questo: del razzismo e dell’ignoranza (tanto per citare il corretto Ambrosini a fine match) dei tifosi Romanisti. E allora chi più ne ha più ne metta. Parlano tutti, tutti fanno i buonisti perchè l’argomento è comodo, fa pietà a sufficienza e distoglie l’attenzione da tutto ciò che succede intorno. Vengono interpellati tutti, dai politici, ai vip fino ai perfetti disinformati. E così il giornalismo di oggi prepara il boccone, confeziona tutto e spedisce nelle case delle persone un pasto che può essere facilmente divorato da chiunque. Una volta che il boccone è stato ingoiato e digerito, il danno è fatto perché ormai nessuno si chiederà più se quella è davvero la verità. Nessuno avrà la forza di porsi la domanda se quello che è stato riportato fa parte del lato più onesto di un cronista.

No, è finita : Balotelli è un bravo ragazzo, bersagliato dalle tifoserie perché di colore, onesto, quindi perché non deve essere stato giusto sospendere la partita su richiesta? Perché non deve essere stato giusto fischiare una punizione a suo favore anche quando il povero ragazzo si tuffa? Nessuno si è chiesto, però, se i cori, i fischi e i ‘buuu’, fossero riferiti soltanto al giocatore, in quanto persona, e non legati ad un discorso razzista. E nemmeno nessuno si è chiesto come mai una tifoseria apostrofata quindi come razzista avesse riservato un trattamento ‘speciale’ soltanto al piccolo Balo. Strano, soltanto lui. Boateng, Muntari, Zapata invece non hanno ricevuto nemmeno mezzo coro e non hanno fatto un fiato quando il povero Mario ha dapprima zittito i tifosi Romanisti e ha poi chiesto al papà-arbitro Rocchi di sospendere la partita. Sono congetture (forse), ipotesi, che potrebbero anche cadere da un momento all’altro. Potrebbero essere smentite.

Ma ho la forza di chiedermelo e di fare un semplice ragionamento perché vedo il contesto in cui vive Balotelli : un’enorme teca di cristallo, protetto da tutti, perché lui non è in una società del centro-sud, ma è nel Milan e perché il mondo ce l’ha con lui. Ignoro il motivo di quest’ultima affermazione. Oggi l’Italia si scopre, ogni volta che accadono fatti mediatici con questo impatto, anti-razzista. Questo non è il modo per dire NO al razzismo, questo non è il modo per estirpare questa malattia da tutto il paese. A Milano, invece, la scenografia è già pronta : tappeto rosso, tutela, soldi e rigoretti per rilanciare l’immagine sia del già citato SuperMario sia del club in cui gioca. E l’invenzione dei cori razzisti per sensibilizzare anche il più duro di cuore. Garantisce zio Silvio.

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