La Roma chiama i romani

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ROMA CALCIO NOTIZIE (Il Messaggero, U. Trani) – Giovedì scorso all’Olimpico, nella gara d’andata contro il Feyenoord, sono stati sostituiti contemporaneamente da Garcia al ventesimo della ripresa. De Rossi e Totti fuori in anticipo dal match. Bocciati davanti al loro pubblico. Il francese, copiando Ranieri che fece lo stesso nell’intervallo del derby del 18 aprile 2010, non è però stato capace, con la doppia mossa in corsa, di cambiare il risultato e vincere la partita, cosa che invece riuscì al suo predecessore (da 0-1 a 2-1). Fallito il tentativo di deromanizzare questo gruppo già di suo fiacco e spaesato, a Rotterdam saranno richiamati in causa (a Verona il mediano è rimasto, con il muso lungo, in panchina e il capitano non ha compreso il cambio con Doumbia). Rudi non può fare a meno di Daniele, per l’esperienza internazionale (100 partite in azzurro), e di Francesco, per la classe infinita, nella notte più lunga della stagione.

FATECE LARGO – I due sono ormai titolari part time di questa Roma. Totti gioca spesso dall’inizio solo perché in rosa ancora non c’è il bomber che lo possa spingere in panchina: uno come Cavani, Falcao, Higuain, Tevez o anche come Icardi. Non certo questo Doumbia. De Rossi ha più spazio perché Strootman si è arreso pure in questa stagione e quindi a centrocampo gli uomini sono contati: per l’allenatore non è il regista ideale, tiene troppo il pallone e sceglie sempre il passaggio corto. Ma eccoli che tornano buoni, in coppia, nella gara più delicata. Perché, nel momento in cui c’è da ravvivare l’immagine svilita del club giallorosso all’estero, i due capitani servono più di ogni altro giocatore. Campione o comparsa che sia. Non si sa se basterà la loro presenza, visto che il gioco sembra scomparso e la condizione atletica azzerata da un pezzo. Di sicuro ci metteranno la faccia. Chissà se sarà sufficiente per spaventare il giovane Feyenoord. Di sicuro sono conosciuti. E temuti. Più di altri. Perché la storia sono loro.

SOLI ALLA META – E’ vero che, tra i 23 convocati in partenza stamattina per l’Olanda, entra al fotofinish anche il tappabuchi Florenzi. E che il terzo portiere è il romano Curci. Ma, nella serata da dentro o fuori, i romani e romanisti non saranno in grande compagnia. Mancheranno diversi big: De Sanctis lascerà il posto a Skorupski, guardiano di coppa, Maicon è ancora indisponibile, Castan in convalescenza come Strootman e Balzaretti da 14 mesi non sale sul palcoscenico. Dei senatori rimane solo Keita e non si sa se gioca. De Rossi e Totti anche per questo non possono restare fuori. La Roma di questi tempi ha bisogno di loro. Tecnicamente e psicologicamente. Domani più che in passato. E non per una semplice questione di cuore.

LUNGO DIGIUNO – La Roma ha vinto solo 1 delle 7 partite delle coppe europee di questa stagione. L’unico successo all’Olimpico, al primo tentativo, cinque mesi fa contro il Cska. Non c’era De Rossi (squalificato) che saltò anche la seconda (infortunato) a Manchester. E’ entrato in Champions la sera del crollo contro il Bayern. Titolare poi anche a Monaco e a Mosca, 3 match senza perdere nemmeno un secondo. Solo panchina, invece, contro il City in casa. Totti è sempre partito dall’inizio, rimanendo a guardare solo all’Allianz Arena. Garcia in 2 gare su 7 non lo ha sostituito, all’andata e al ritorno contro il Cska. Quando Francesco ha segnato, la Roma non ha perso: a Manchester e a Mosca (sempre 1 a 1). Daniele, miglior marcatore della Nazionale di Conte (16 gol), non fa centro in Europa con la maglia giallorossa dal 23 novembre del 2010: 3 a 2 contro il Bayern di van Gaal all’Olimpico, fase a gironi di Champions. Il capitano, su rigore, firmò il successo.

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