NOTIZIE AS ROMA – Se la lingua batte dove il dente duole, il nervo scoperto dei motivi che hanno portato Luciano Spalletti a separarsi dalla Roma e da Francesco Totti torna a farsi sentire con periodica cadenza e nei giorni in cui le strade tornano ad incrociarsi diventa inevitabile soffermarsi ancora su certi dettagli.
In particolare dopo che l’uscita del libro scritto da Totti con la collaborazione di Paolo Condò (Un Capitano) ha fatto diventare di dominio pubblico i particolari di un rapporto che ha vissuto giorni assai tempestosi. Anche l’altra sera l’allenatore dell’Inter ha specificato in tv – senza che in realtà nessuno gliene facesse richiesta – che quelle che lui ritiene essere leggende metropolitane non dovrebbero più essere alimentate. Tre, in particolare:
1) «Non sono stato io a far smettere di giocare Francesco Totti».
2) «La Roma sapeva dall’inizio della stagione che non avrei mai firmato il rinnovo del contratto e dunque Totti, senza di me, avrebbe potuto rimanere».
3) «Non ho mai cacciato Totti da Trigoria: fu lui ad andarsene».
Ma come sono andate le cose veramente? Abbiamo provato a ricostruirlo attraverso altre testimonianze fino ad arrivare alle seguenti versioni, che più o meno dovrebbero essere quelle definitive:
1) Tecnicamente è vero che non è stato Spalletti a farlo smettere, ma di certo le asprezze del loro rapporto hanno inciso in maniera significativa nell’accelerazione dell’epilogo.
2) La Roma fino all’ultimo colloquio chiarificatore riguardo al futuro avvenuto a primavera inoltrata aveva fondati motivi per ritenere che Spalletti sarebbe rimasto sulla panchina e avrebbe firmato il rinnovo del contratto. O quantomeno non lo aveva affatto escluso tanto che non contattò nessun altro tecnico finché non ne ebbe certezza.
3) Tecnicamente è vero che le parole scritte da Totti nella sua autobiografia (testuali: «Spalletti mi disse: hai sbagliato, ora te ne vai») non sono state mai pronunciate. Il tecnico gli disse più semplicemente: «Hai sbagliato. Oggi avresti giocato, ma dopo la tua intervista ora sono costretto a depennarti dall’elenco dei convocati». E Totti rispose: «E io ora che faccio? Me ne devo andare?». E Spalletti chiuse il discorso: «Fai come vuoi, per me vai in tribuna». Dunque, non pretese la “cacciata” da Trigoria, ma scelse semplicemente di toglierlo dalla lista dei convocati. E prima di farlo si consultò ovviamente con la società. La decisione di lasciare l’impianto sportivo, secondo la ricostruzione, fu assunta dall’ex capitano. E Spalletti ne respinge la paternità.
All’allenatore toscano bruciano gli insulti e i fischi che riceve ogni volta che torna nella capitale e la lettura dei due capitoli che sono stati dedicati da Totti al loro rapporto (quello della prima esperienza romana, definita eccezionale dal giocatore per la profondità del rapporto che era stato instaurato, ma soprattutto quello culminato con le clamorose liti della stagione 2016-2017, definito nel libro “Il secondo tragico Spalletti”) deve essergli risultata indigesta. E dire che il capitano della Roma non è stato neanche particolarmente autoindulgente, soprattutto quando ha raccontato i motivi delle loro prime discussioni dovute quasi sempre ai comportamenti poco professionali durante i ritiri in particolare per la poco apprezzata (dal tecnico) abitudine dei giocatori di tirar tardi di notte per giocare infinite sfide a carte. Anche domenica i due si sono ignorati, evitando anche il contatto attraverso le telecamere: «Arriva? Meglio che vada, allora», ci ha scherzato su Francesco. Ma forse era serio.
(Il Romanista, D. Lo Monaco)
In effetti,ognuno la racconta un po’ come vuole,e con le proprie ragioni.Anche se poi leggendo tra le righe,Spalletti in qualche frangente non mi sembra che abbia tutti i torti!Essendo l’ allenatore,evidentemente pretendeva un codice etico che non e’ stato rispettato,e di questo non gli si puo’ fare una colpa.Se vogliamo un’ allenatore con le pa@@e ,e poi facciamo fare ai giocatori quello che vogliono non serve a nulla!Comunque poi queste faccende le ha messe in piazza,Totti con il suo libro,non Spalletti!
Onestamente…inizia a non fregare un caxxo più a nessuno…
A brunoConti7 bravo! Meno male che l’ hai capito!
Una storia che non finisce più…
Sappiamo tutti che Totti non avrebbe voluto smettere nemmeno a 50 anni. Sappiamo tutti che non si reggeva in piedi. Sappiamo pure che la società non vedeva l’ora di leverselo di torno (almeno sul campo), però sapeva anche che avrebbe dovuto agire con estrema cautela per non avere riscontri negativi dalla maggior parte della tifoseria totalmente succube di Totti. Spalletti è capitato al momento giusto, un ottimo capro espiatorio. Lui ha abboccato alle false promesse sul fatto che sarebbe stato supportato dalla società, quando poi si è reso conto di essere esposto alla pubblica gogna x parare il culo agli altri, ha deciso di andarsene. Così la vedo io…
Tutto giusto. Sabitini, che era il responsabile dell area tecnica, avrebbe dovuto comunicarlo a Francesco all inizio della stagione (quindi prima dell arrivo di Spalletti), ma non ebbe le p@lle. Furono sei mesi tremendi per l ambiente (si parlava solo di quello), culminati con un rinnovo (inutile) frutto piu delle pressioni del giocatore e della piazza, che della reale volontà della società. A quel punto però il buon Luciano, da uomo vero (che non è), avrebbe dovuto dimettersi a fine stagione ed evitarci quel vergognoso teatrino che mise in scena per tutta la stagione seguente.
E io la vedo esattamente come te, perché così è andata. Né accettare una verità che non piace equivale a schifare Totti, che è e resterà a lungo il più grande giocatore della storia della Roma. Purtroppo, come la quasi totalità dei giocatori, ha faticato ad accettare il declino. Si fosse fermato un anno prima, nulla sarebbe stato tolto alla sua grandezza. Al contrario, avrebbe lasciato il grande ricordo dei gol decisivi segnati nelle ultime giornate. Le società forti, inutile dica quali, sanno qual è il momento di dire basta anche alle loro grandi bandiere. Totti era più forte della società stessa e siamo stati costretti ad assistere alla triste pantomima dell’anno successivo. Ora però sarebbe il caso di calare il sipario e guardare avanti, inclusi i protagonisti.
Qua ci deve interessare l’attualità, di un episodio accaduto ormai 2 anni fa non dovrebbe più interessare a nessuno.
Testa al Cagliari.
Chico,quello che non capisco e’ tutto questo astio verso Spalletti,sembra quasi che invece di portarci al secondo posto,in champion,con il record di punti e di gol,ci abbia portato in serie B.Avra’ le sue colpe,ma vedo troppa acredine e leggo troppi insulti,che per me non merita!
D’accordissimo con te! Qualsiasi cosa dica Spalletti, anche buongiorno o buonasera è oggetto di commenti di insulto. Nemmeno Carlos Bianchi ha ricevuto tali epiteti. A Roma se tocchi Totti…muori.
No chico, a Roma se prendi per il cu.lo la gente, non te perdonano. Sei venuto a gennaio “per finire il lavoro (vincere)”, dopo sei mesi hai cominciato con “se non vinco, me ne vado”, passando per “firmo solo se firma Totti” (avendo già firmato per l inter) e finenendo con “me ne vado per colpa dell ambiente”. Oggi ce dici che era da luglio che avevi comunicato alla società le tua decisione di non rinnovare. Un anno intero de prese per il cu.lo…
Temperino,ma tu lo sai che Spalletti e famiglia sono stati minacciati durante la sua diatriba con Totti? Quindi con il suo colpa dell’ ambiente,si riferisce proprio a questo!
Io la vedo come Chico ed è assurdo che cerchiamo allenatori vincenti e con le palle(difra diciamo tutti che non ha palle x una piazza come Roma e accetta tutte le scelte della società)poi uno che ha le palle di farsi rispettare e chiede solo il rispetto delle regole passa come quello che non capisce un caxxo ma dai…spalletti ha tutta la famiglia romanista…non sarebbe mai andato via se la società non l’avesse abbandonato..
Qui a Milano si parlava di Spalletti dall’autunno del 2016, più o meno con l’arrivo di Sabatini erano tutti convintissimi che sarebbe stato lui il nuovo tecnico.
Il paracubo toscano quindi aveva già deciso da un pezzo, e da Gennaio ritirò fuori la polemica con Totti senza che ce ne fosse nessun bisogno (“io resto se rinnovano il contratto a Totti” disse in TV, nello stupore generale dato che non se ne parlava da mesi).
Adesso ammette che aveva già deciso di andare via, ma basta andare a rileggere le dichiarazioni dell’anno scorso in cui diceva di aver deciso solo a Maggio!
Per cui Totti non c’entra nulla con l’addio del Pelatone.
C’entrano solo i soldi. Nulla di male, ma basta dirlo.
Direi anche BASTA con sta storia. Sappiamo tutti com’è andata.
Spalletti ha usato la Roma per rilanciarsi e ha mentito alla piazza e ai media (parole sue: “avevo comunicato a luglio che me ne sarei andato”, altro che “se non vinco me ne vado”).
Pallotta ha usato Spalletti per “pararsi il culo” (parole sue).
Totti avrebbe voluto continuare un anno in più di quanto gli ha consentito la società (ricordate gli auguri a Daniele Conti? Parlava di “un par d’annetti”.. scherzando spesso si dice la verità).
Nell’episodio dell’intervista per me Totti sbagliò tempi e modi, ma nella sostanza aveva ragione: nessuno fu trasparente con lui: comportamento poco rispettoso nei riguardi del più importante giocatore della storia del club.
FINE
Ancora a distanza di due anni si parla di questo episodio?questo astio verso questo allenatore che ha fatto vincere gli ultimi trofei e ci ha fatto innamorare di quella Roma è a dir poco vergognoso.Onestamente ad oggi rimpiango Luciano Spalletti e sono convinto che con la rosa attuale la Roma avrebbe un gioco e soprattutto 10 punti in più
Forza Roma
Basta,non ne parliamo piu’! Sta pagina e’ chiusa!
Mo avete proprio ROTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spalletti infamone TOTTI campione
Lo aspetta la Cina.
Buon viaggio Luciano
Ciao Nico, mi dici come hai fatto a togliere quel coso osceno biancoceleste e mettere la foto di Thomas Milian? Grazie