AS ROMA NEWS (Gasport, A. Catapano) – I bambini non amano i giri di parole. Vanno sempre dritti al cuore. Castan lo sa. Ha due figli maschi e aspetta una femmina. Dovrebbe sapere che con loro, i più piccoli, prepararsi non serve. Riescono sempre a spiazzarti. E vogliono la verità , niente altro che la verità . Una bimba gli chiede: «Ma come ti sei fatto male? Sei caduto?». «No — la risposta —, un giorno mi sono svegliato con una cosa nella testa…». «Ah! E hai avuto paura?». «Tanta, soprattutto il giorno prima». «E ora?». «È passata, adesso penso solo a tornare il giocatore che ero. Non sono ancora al 100%, ma spero di poter giocare qualche minuto già in questa stagione».
QUEI GESTI ECCEZIONALI Applausi. Sorrisi. Selfie. Abbracci. Tanti. Tre classi elementari. Settanta bambini perfettamente integrati, bianchi e neri, romanisti, laziali e juventini. Due scuole di periferia dignitosissime, la Pantan Monastero di Boccea e la Guido Antonio Marcati di via del Rugantino, a Torre Spaccata. Due calciatori disponibilissimi, il brasiliano Castan e l’argentino Paredes. Un progetto che fa già parlare di sé: «A scuola di tifo», pensato dalla Roma, realizzato insieme all’Assessorato allo Sport e alla Scuola del Comune, targato «Roma Cares», la fondazione giallorossa che finalmente spicca il volo. Un intento, ripetiamo, nobile: insegnare il fairplay già sui banchi di scuola. Non è un caso che uno dei due video proiettati nelle scuole si chiami «Il rispetto parte da qui»: due minuti e mezzo di gesti edificanti, Totti che abbraccia Di Natale, due tifosi avversari che si scambiano le sciarpe, Maicon che vuole bene a Stramaccioni, e tante altre immagini, tutte piccole eccezioni che un giorno, chissà , diventeranno grandi normalità .
DISEGNI E poi, le vite dei calciatori raccontate con una sequenza di vignette, mutuando il successo statunitense del «Draw my life». E infatti, mentre scorre la vita intensa di Leandro Castan — per la prima volta in uno stadio mano nella mano col papà , circondato dai trofei, con la maglia della Roma, in sala operatoria —, bambini e, soprattutto bambine (le più curiose) restano a bocca aperta. E alla fine, giù con altre domande: «Chi è il tuo migliore amico?». «Il tuo più grande desiderio?». E, immancabile: «Com’è giocare con Totti?».
TUTTI ALLO STADIO I bambini consegnano i propri lavori (temi, disegni, striscioni che si vorrebbe esporre tutti allo stadio in una partita), la Roma regala a ognuno di loro un pallone autografato e un diploma di «rispetto». Lo scambio di doni si ripeterà nelle prossime sei scuole che saranno coinvolte, due per mese. A fine stagione, la Roma conta di ospitarli tutti allo stadio Olimpico.

