AS ROMA NEWS – Stranamente nervoso. La vigilia di Roma-Chievo è lo snodo decisivo per il secondo posto («Sarebbe un miracolo») ma, scongiuri ammessi, sembra essere più scivolosa per Sarri (impegnato a Torino) che per Spalletti. Eppure basta una semplice domanda su Dzeko (dove viene rimarcato come il bosniaco nelle ultime 7 gare sia partito dal primo minuto soltanto in un’occasione) per fargli perdere il sorriso. Prima se la fa ripetere («Non capisco…»), poi si rivolge polemico all’interlocutore: «Scusa, ma qual è l’obiettivo di questa domanda? Il gol o perché ti sta simpatico un giocatore?». Nulla di grave, per carità ma è il proseguo della risposta che lascia intendere come il tecnico non sia tranquillo e quello sia soltanto il pretesto per l’affondo: «Ognuno può essere parente di chi gli pare. Per me contano i risultati della Roma. E mi sembra che nelle ultime 17 gare si son fatti una quarantina di gol. Dentro la squadra non ho parenti, lavoro per i risultati della Roma. Qualcuno di voi (riferito alla platea, ndc) anche per qualcos’altro. Sembrerò noioso ma per me l’importante è questo». Noioso no, nervoso sì. L’esercizio di mettere ogni volta il gruppo davanti a tutto ci sta, è il compito di un allenatore. Meno il terrore che parlando di un singolo si possa svilire l’armonia di uno spogliatoio. Perché proprio al suo interno, come accade nella vita, ci sono delle categorie. E purché ci si sforzi dialetticamente a far apparire all’esterno tutti uguali, Tizio (per evitare paragoni spiacevoli, ndc) non sarà mai uguale a Caio. Tra l’altro, a pensarci bene, è la stessa cosa che fa Spalletti ogni domenica, decidendo gli undici migliori da mandare in campo.
L’AMICO…GRANATA – Proprio in quest’ottica, sino all’ultimo il tecnico proverà a recuperare Manolas: pronto comunque Zukanovic. Pjanic rientrerà dalla squalifica e con Keita non al meglio, toccherà a De Rossi alternarsi in regia con il bosniaco. Strootman, quindi, potrebbe accomodarsi in panchina. In avanti Totti (che giocando taglierà il traguardo delle 600 presenze con la Roma) freme per partire titolare (non accade dal 20 settembre). Ma la non risposta di Lucio («Sta facendo quello che volevo») a chi gli chiede della possibilità, lascia intendere come al momento rimanga una mera ipotesi. La realtà invece, vuole il ritorno di un Olimpico (quasi) pieno: «Ritroveremo un grandissimo amico». Un altro spera di trovarlo per strada a Torino.
(Il Messaggero, S. Carina)
Quando i giornalisti smetteranno di fare gli psicologi? Ma se gli rompete sempre i coglio con le stesse domande ma come vi deve rispondere? Non si parla mai di tattica solo mercato, chi gioca, chi non gioca e perché.
“Io non ho parenti”
Così ti voglio!!!!
Il discorso che fa Spalletti non fa una piega.
Però stavolta forse ha un po’ esagerato.
Edin mi sembra un professionista esemplare,ha accettato sempre la panchina,non ha mai fatto una polemica,quindi secondo me questa volta Spalletti e’ stato troppo duro,con un calciatore che non ha mai creato nessun tipo di problema.
Ha esagerato.
duro non con Edin, ma coi giornalai. Sti spargizizzania de m@@@@@@@@@@a
Grande Lucio!!
Luciano al Quirinale!
La polemica che i giornalisti, per deformazione professionale, che “Tizio non sarà mai uguale a Caio” fa denotare che non hanno capito nulla di Spalletti.
Prima di tutto Caio (per intenderci Totti) non mi sembra che abbia ricevuto favoritismi, anzi proprio perché “bandiera” gli è stato chiesto di rendere più dei suoi compagni per essere preso in considerazione.
Secondo “l’Uragano Lucio” abbattutosi sullo spogliatoio era proprio per spazzare via lo strapotere dei “senatori” e rendere la squadra meno incline alla regola “Tizio non sarà mai uguale a Caio” ovvero, ti impegni? Rendi? Allora meriti di giocare (unico dogma Spallettiano).
Dzeko ora non è una vittima, è stato coccolato, si ha avuto pazienza (continua)
gli sono state date possibilità che ad altri suoi compagni non sono state date (a Totti per esempio, oppure al desaparesidos Castan o anche al mai utilizzato Uçan, per citarne alcuni), fallendole miseramente o anche segnando ma mai convincendo è lontano dalla “macchina da gol” quale dovrebbe essere stato e per il quale è stato acquistato.
Si capisce che è la sua prima stagione, ma verrà utilizzato maggiormente quando convincera l’allenatore.
Infine, Spalletti non è nervoso ma solamente amareggiato da questa costante “rottura di zebedei” che come una macchina del fango ben oliata getta carne alla brace, invece di lasciar creare un clima dove la squadra possa aver modo di impegnarsi e migliorare.
Tanto è inutile, potete sputarci addosso, ma Lucio non molla!
Luciano in Campidoglio!
Coerente fino alla noia……..non certo per noi… ma per qualcheduno che fa sempre le stesse domande……e alla fine capisce male.
Finito di rompergli i c…..ni con Totti adesso sti falliti hanno iniziato lo stillicidio du Dzeko. Internatele ste comari lussuriose ed orgiastiche.