Ottavio Bianchi: “È la Roma che avrei voluto”

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NOTIZIE AS ROMA – «Sono stanco, allo stadio non vado da 2 anni. Il calcio, dalla tribuna, non mi interessa più. Andare non è più una passeggiata. I tornelli e altro: basta. Meglio la tv, non mi perdo nemmeno una partita». Figuriamoci se Ottavio Bianchi, bresciano che vive a Bergamo, buca la prossima dell’Atalanta che domenica ospita la Roma. «Non parliamo, però, di sorpresa in questo torneo: contesto subito la definizione». A 75 anni, compiuti il 6 ottobre, è quello di sempre. Nella personalità e nello spirito. Con il carattere portato in campo da calciatore, l’autorevolezza usata da allenatore e la lucidità mostrata da dirigente.

Ok, la realtà Atalanta. Gasperini o il club, di chi il merito?
«Mettiamoci pure la città: pubblico del Nord che trasmette il calore del Sud. L’Atalanta ha sempre avuto una bella tradizione per il vivaio. Prima, però, con alti e bassi. Ora non più. C’ero 3 anni fa quando Gasperini, a rischio esonero, superò il Napoli. Vittoria meritata con diversi ragazzi al debutto. Da lì, il ciclo».

Vota, dunque, Gasperini?
«Il suo lavoro. Non è integralista, sa cambiare. Completo. Il gioco è ben definito. Si sminuisce l’Atalanta chiamandola provinciale. Fa ovunque la partita. Fisicamente sempre al top».

Gasperini fallì all’Inter. Piccolo se guida una grande?
«Non sono d’accordo. Uno deve avere garanzie dalla società. Poi sa dove usare un sistema e dove un altro. Ma se trova i lavativi, o li affronta o gli va dietro. Se i giocatori vanno però a cercare l’appoggio dai dirigenti, il tecnico si ritrova solo. E fine. L’Atalanta, comunque, è grande quanto le altre. Anzi, ha fatto meglio dell’Inter, del Milan e della Roma, pur stando sotto. Loro, partite con grandi ambizioni, sono lontanissime dal 1° posto. Big, da 60 anni, solo la Juve».

Definitivo?
«La maggior parte delle squadre vive sull’improvvisazione. Gasperini no. Non segue una moda. Non s’inventa niente. Pratico. C’è chi chiede solo calciatori pronti, lui riparte ogni anno con nuovi e gli insegna cosa fare in campo. Non con Messi e Ronaldo. Ma passa da Petagna a Zapata come se niente fosse. Da un centravanti che fa salire i centrocampisti a uno che va in profondità. Gomez da esterno lo accentra. Parte Caldara e lui lancia Mancini. Fa segnare i difensori come gli attaccanti».

Anche la Roma vende i migliori e si rinnova in ogni stagione. La squadra, però, non è sempre competitiva. Conosce bene la Capitale: dov’è il problema?
«L’ambiente. Se a Bergamo vendono qualcuno bravo, la gente non dice niente. Roma è Roma, non puoi sbagliare una partita. Ai giovani vanno concessi gli errori, li fanno pure i vecchi. E invece se non giochi bene una gara, sei bocciato. Pazienza zero».

La Roma adesso è più giovane. E più italiana.
«Come piace a me, è il mio calcio. Poi il campione lo vai a prendere all’estero. Ma la base deve essere indigena. Ora tutti si stupiscono di Zaniolo. Io, conoscendo la Capitale, mi preoccupo. Non va esposto mediaticamente. Se ha una calo, possibile per un giovane, può andare in panchina. Senza, però, aprire dibattiti in radio o televisione».

Come valuta Di Francesco?
«Bene con il Sassuolo. Con la Roma meglio in Europa: squadra più libera. È fondamentale che non si faccia condizionare e porti avanti il suo calcio. Io venni a Roma solo perché c’era Viola. Mi disse che ai tifosi e ai giornalisti avrebbe pensato lui. Io feci solo l’allenatore. Grande persona l’ingegnere, mi chiese la salvezza: per questioni politiche, la Roma avrebbe faticato. Mi fece nomi, cognomi e indirizzi. Arrivammo in finale di Coppa Uefa e vincemmo la Coppa Italia. Peccato lui non ci fosse più, sarebbe stato orgoglioso. Alzò la coppa la signora Flora, fu la mia stagione più bella».

Come si rinforza una squadra che vuole sfidare la Juve?
«Ok i giovani, ma poi per vincere serve Batistuta. A Trigoria ne sanno qualcosa. ok Florenzi, Cristante, Pellegrini e Zaniolo. Poi, però… il colpo grosso. Ricordo che cosa mi spiegò invece Tapie, l’ex presidente del Marsiglia, invitandomi a Parigi da dirigente del Napoli: il campione puoi venderlo, ma due anni prima devi prendere il sostituto per farlo crescere accanto al big da cedere. E chiari con chi vuole partire: via a fine anno solo se fai una grande stagione. Ci guadagnano il club, il tecnico e il giocatore».

Batistuta, dunque. O Ancelotti, come ha fatto il suo Napoli. Giusto?
«Mossa perfetta: per sfidare la Juve, l’allenatore vincente. Con Sarri grande calcio, ma non è bastato. Ancelotti non ha sprecato quanto fatto dal collega. Ha, però, portato le sue idee. E sfruttato bene la rosa. Male che va ottiene quanto fatto dal predecessore…».

Dietro alla Juventus che ha pure Cr7 in più.
«Ronaldo ha cancellato ogni mio dubbio con il professionismo e l’umiltà, nonostante i privilegi economici e di prestigio».

Gattuso è 4°. Promosso?
«Sì, bravo. La sua stagione mi ricorda la mia carriera. Da navigatore solitario. Come lo capisco… Quando non sai se la società c’è o no. Solo al Como ho vissuto tranquillo. Poi, mai più. E a Napoli ho vinto da solo contro tutti. Urlando ai migliori».

(Il Messaggero, U. Trani)

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25 Commenti

  1. Diretto, pragmatico, essenziale e nonostante tutto sempre attuale. Una figura che ancora oggi in segnerebbe a molti. Forse, uno di quei casi, che si apprezza più postumo (con riferimento alla carriera ovviamente) che al suo tempo… Né più né meno di Vicini con la nazionale italiana…

    • L’uomo che voleva vendere Totti perchè diceva che era un regazzino non all’altezza.
      Ma di che parliamo?!?!?!? Insegnerebbe cosa?! Ecco appunto in segnerebbe forse! 🙂

    • Ma almeno leggere il NOME.

      L’articolo è su OTTAVIO Bianchi da Brescia, e non CARLOS Bianchi da Buenos Aires.

      Noti la differenza?

      OTTAVIO da Brescia e CARLOS da Buenos Aires.

    • Ecco quale è il problema della troppa democrazia che c’è in rete.
      Grazie JJ, la tua deve essere usata come affermazione scolastica.

      Ottavio Bianchi, uomo si notevole spessore umano e di pochissime parole. Grazie Mister

  2. “mi disse che ai tifosi e ai giornalisti avrebbe pensato lui, io feci solo l’allenatore, grande persona l’ingegnere” questo messaggio sarebbe da mandare all’attuale presidente per fargli capire come si gestisce una società non solo da boston. Forza Roma

  3. Jj
    Carlos bianchi stagione velenosa a Roma
    Correva il campionato 1996/1997 presidente un certo Roma un certo signore distinto e ultra romanista Sensi
    Ottavio bianchi stagione 1990/1992
    Presidente un Signore immenso di Nome Dino Viola.
    Monchi de che Caxxo de bianchi parli jj
    Se nu sai le basi di che Caxxo parli???
    Beata l’ignoranza quando se se sta bene de core e de panza……. ? ? ? i

  4. Bellissima intervista, ricca di spunti di riflessione. Ottavio Bianchi è un vero uomo di calcio; può non restare simpatico per la sua estrema schiettezza, ma la sua competenza è indiscutibile.
    Tra le tante frasi degne di nota, ne scelgo una, che dedico a tutti noi: “… Roma è Roma … se non giochi bene una gara, sei bocciato. Pazienza zero.”. E’ la pura e semplice verità.

  5. Mi sa che dovresti imparare a leggere gli articoli per intero, anziché fermarti al titolo. Ma capisco di chiederti troppo, evidentemente

  6. Ottavio bianchi pelato la roma chai rovinato è tutta colpa tua e li mort..ci tua! Ahahahahha! Che tempi! Eppure quell anno li facemmo finale coppa uefa che se la vincevamo non avevamo rubato niente e vincemmo la coppa italia! E meno male! Senno sto porello lo facevamo fuori!

  7. “mi chiese la salvezza: per questioni politiche, la Roma avrebbe faticato. Mi fece nomi, cognomi e indirizzi.”
    Questa mi sembra la parte più esplosiva dell’intervista. Ma è rimasta lì, gettata come un sassolino in un grande stagno melmoso.

  8. L’errore quale? Slimer di che errore parli? Mica l’ho scambiato io Ottavio per Carlos Jj non sono io.Per il resto la storia dei sparlottiani,brigata pecorella,Pallotta boys l’avete inventata voi..mi sembra ovvio che CI rimando parte Il MARIONES. Ottavio Bianchi nell’intervista ha detto: BIG, DA 60 ANNI,SOLO LA JUVE.
    PER IL RESTO SI VIVO su giallorossi.net mi hanno dato il reddito di cittadinanza giallorossa. .??( bello il cartone ADRIAN. ..bravissimo MILO MANARA NUMERO 1…disegna i corpi femminili da capolavoro. ..ma senza offesa FUJIKO MINE E’UN ALTRA COSA. ..)

  9. con Ottavio Bianchi bei ricordi…con gioco classico all’Italiana,rapide ripartenze con Gerolin,Carboni,Rizzitelli,Voeller …una coppa Italia vinta e una finale coppa Uefa tutta italiana…non ricordo come andò a finire quella finale o non… 🙂

  10. peccato per la coppa UEFA persa per un soffio solo grazie ad un rigore regalato all andata all inter. altri maledetti ladri. sarebbe stata una bella soddisfazione.

  11. Chi fa paragoni tra viola e Pallotta non sta bene.. Altri tempi quelli?!tempi in cui potevi comprare un campione pagandolo il giusto.. Vedi pochi anni dopo ferlaino portare a Napoli maradona x 12 miliardi. Oggi pensare che de lamentis potrebbe fare lo stesso con neymar o messi visti i costi lievitati nel calcio??… Oggi ci vogliono tanti soldi se vuoi competere.. Stadio privato fatturato ampio e proprietario ricco.

    • l’ultima che hai detto, proprietario ricco…prima di questo un presidente che per far grande la Roma ha messo del suo (portafoglio) entrando in crisi finanziaria con Italpetroli…ma viene ricordata la figlia per un discutibile passaggio di consegne allo Zio Tom.

    • Quel presidente è morto più di 10 anni fa e il suo calcio era 25-20 anni fa. Forse il peso dei soldi nel calcio è arrivato dopo? Secondo te possiamo vince qualcosa – o un’altra squadra di serie a – finché la Juve avrà un fatturato notevolmente superiore al nostro?

    • nonostante il fatturato della Juve…si è andati molto vicino…ti ricordo che si è perso una finale coppa Italia con la Lazio, si è usciti dalla stessa competizione con lo Spezia…se ci permettiamo di snobbare anche la coppa Italia,fai tu.

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