EDITORIALE – Sono passati ventidue giorni dall’addio di Franco Baldini all’As Roma. Una rottura che forse è stata digerita troppo in fretta dalla piazza romana. E non tanto per le dimissioni (se di dimissioni si può parlare) dell’ex dg, il cui lavoro in questi due anni di Roma è stato tutt’altro che soddisfacente, quanto per il vuoto che la sua partenza ha lasciato all’interno del club. Vuoto che la società giallorossa, erroneamente, ha pensato non ci fosse bisogno di colmare.
Per quanto si possa parlar male del suo operato, Franco Baldini ha comunque ricoperto un ruolo di importanza vitale all’interno di una società di calcio. Fare il direttore generale in un club di serie A, per di più in una società con un presidente assente, non è cosa di poco conto. Nel momento in cui Baldini comunicava la sua separazione dalla Roma, è venuto spontaneo pensare che il suo saluto sarebbe coinciso con l’arrivo di una nuova figura carismatica ed esperta del nostro calcio. Cosa che invece non è mai avvenuta. Il ruolo di direttore generale nella Roma è ancora vacante, e le prime ripercussioni pratiche si cominciano a intravedere. Perchè il Ceo Italo Zanzi, per quanto possa sforzarsi, non può essere in grado di ricoprire quel ruolo. Basti pensare alla brutta figura fatta dal braccio destro di Pallotta nella conferenza stampa di presentazione di Rudi Garcia nella quale è riuscito a storpiare il nome del suo stesso presidente. O quella più recente, quando assicurava i tifosi che la Roma sarebbe andata a Toronto, nell’amichevole estiva statunitense, per fare sua la posta in palio.
Il vuoto creato dall’addio di Baldini sta mostrando le prime crepe di una società già messa sufficientemente in difficoltà dalla mancanza dei risultati sportivi . La comunicazione in casa Roma, se prima non funzionava al meglio, adesso è praticamente scomparsa: ormai tutti possono dire qualunque cosa del club, della squadra e delle sua dirigenza senza che si batta il minimo ciglio. Sui giornali e in radio capita di leggere o sentire tutto e il suo contrario, mentre da Trigoria non si sente alzare una voce capace di fare chiarezza. L’impressione che se ne ricava è quella di una società in affanno, soprattutto a livello comunicativo e organizzativo. Se con l’addio di Baldini qualcuno pensava che sarebbe bastato affidare tutto nelle mani di Sabatini, ora avrà la dimostrazione che qualche calcolo è stato sbagliato.
Andrea Fiorini


volevo fare un commento ma i compiuter hanno dei tempi che non collimano con i miei , sono LENTOPEDE!!! perciò ho bisogno di riflettere se volete le nostre idee dataci la possibilità di esporle, con i nostri tempi::::::::
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.