Roma, fuori l’orgoglio

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IL TEMPO (A. AUSTINI) – All’andata era Zeman contro Juventus ed è finita come si sa, un girone dopo assomiglia a Davide contro Golia. In un Olimpico pieno (superata soglia 50mila spettatori, è record stagionale) , si affrontano la migliore squadra del campionato reduce da un’impresa europea con quella messa peggio da tanti punti di vista: la Roma.

Basta assistere alla vigilia dei due allenatori per capire gli stati d’animo opposti. Sorrisi e fiducia nel quartier generale juventino, tensione sempre a mille nell’agitato fortino di Trigoria. Neppure l’addio di Zeman ha portato tranquillità. Andreazzoli si ritrova come i predecessori a dover guerreggiare con la stampa e cercare di tenere insieme i cocci.

Lo spunto velenoso dell’ultima settimana è la questione del rigore di Osvaldo e il coinvolgimento di Totti nella ricerca del colpevole, con la conseguente reazione dura del capitano. Insomma, come sempre si è parlato di tutto tranne che di una partita complicatissima. «Auspicavo dice Andreazzoli che non capitasse invece c’è stato questo incidente di percorso. L’importante è che le cose sono state messe a posto all’interno dello spogliatoio, perché a volte vengono riportate cose non vere con cattiveria. Invece c’è stato amore verso Osvaldo. Poi ho letto che il capitano è stato ripreso dalla società e da me ma sono solo falsità messe in giro dalla stampa solo per disturbare». Siamo alle solite: chi ci sguazza calca la mano e chi cerca di fare solo cronaca finisce nello stesso calderone.

Problema irrisolvibile, al momento. Stasera vedremo se almeno sul campo qualcosa può funzionare meglio. Missione impossibile? «I numeri dicono questo – ammette il tecnico romanista – la Juve è piu avanti di noi e vederli giocare è un godimento, ma il divario in classifica non rispetta i veri valori. Abbiamo un’occasione irripetibile che non mancheremo almeno sotto l’aspetto dell’impegno. Con la Samp non meritavamo di perdere e in questi giorni abbiamo notato quel dolore della sconfitta che invocavo: un piccolo successo. Mi aspetto una Roma più cattiva, è un difetto su cui stiamo lavorando». Sulla carta le armi per controbattere allo strapotere della capolista non mancano: Andreazzoli è intenzionato a confermare Osvaldo (non al meglio per un problema al ginocchio) in attacco, con Totti e Lamela di supporto. «Daniel se sta bene gioca senz’altro. Per lui è stata una settimana pesante, si e reso conto che ha fatto una cosa evitabile, ma succede. È pesante poi uscire da Trigoria e ricevere calci e uova sull’auto . Noi auspichiamo di avere giocatori importanti e non è un bel biglietto da visita per la città e la società avere tifosi che ti rovinano la macchina: io se fossi un calciatore forte andrei un’altra parte». L’accusa dura di Andreazzoli non è casuale: a Trigoria si teme che questa situazione possa portare i vari Lamela e Pjanic a chiedere con forza la cessione.

Solo con qualche risultato si può ritrovare la necessaria tranquillità per impostare la terza stagione americana del riscatto. Con un altro allenatore, probabilmente: dopo quelli con Blanc, confermati ieri i contatti con Pellegrini che ha declinato. Ma gli obiettivi sembrano altri, da Spalletti in giù. «Io godo a fare questo lavoro – la chiosa di Andreazzoli – e al futuro non ci penso. C’è un solo problema: bisogna giocare la domenica». E magari vincere, ogni tanto.

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