Sacchi: “Florenzi è un campione, lasci la Roma”

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'Milan Glorie' - Charity Football Match

AS ROMA NEWS (Sette, V. Zincone) –  Quando gli chiedo quale sia l’azione simbolo del suo calcio non descrive quella che portò al secondo gol milanista di Ruud Gullit nella finale vittoriosa di Coppa dei Campioni del 1989. E nemmeno una delle tante sgroppate fulminee dei suoi azzurri durante l’Europeo del 1996. Ci pensa qualche secondo e poi, muovendo le dita sul tavolo, disegna la ripartenza mozzafiato che sancì una vittoria del suo Parma contro il Campobasso, in una partita di serie B di metà anni Ottanta. Arrigo Sacchi, maestro di geometrie calcistiche, ha in testa praticamente ogni movimento di ogni suo giocatore da quando cominciò ad allenare per hobby il Pusignano. Dopo quarant’anni sulle panchine e un’ultima esperienza come coordinatore dei coach delle Nazionali giovanili, Sacchi oggi commenta il calcio in W e sulla Gazzetta. Ha appena dato alle stampe un’autobiografia (Calcio totale) che è un tributo alle sue molte squadre, ai tanti trofei conquistati in rossonero, ma soprattutto al gioco del calcio. Il suo calcio: sacrificio e intelligenza. Ansia e stress. Ia materia grigia prima della massa muscolare. L’armonia collettiva come humus per coltivare il guizzo individuale. La cura appassionata di ogni minuscolo particolare. Il calcio come magnifica ossessione. Dice: «Solo l’ossessione ti permette di fare cose che gli altri non fanno». L’uomo prima del molo. Il gioco prima del risultato. Si sfoga «I tifosi italiani spesso non sanno distinguere ciò che vale da ciò che non vale. C’è troppa ignoranza. Se chiedi loro che cosa sia il calcio, non sanno rispondere». Che cosa è il calcio? «In Italia non è uno sport, perché lo sport ha delle regole e noi tendiamo a ignorarle. Abbiamo uno scandalo all’anno. Non è uno spettacolo, perché del merito e della bellezza non interessa a nessuno. E allora sa che cos’è in Italia il calcio? E rivendicazione sociale». E anche polemiche estenuanti. L’ultima che ha coinvolto Sacchi riguarda il suo presunto razzismo. Chiedo: «E vero che ha detto che in Italia ci sono troppi giocatori neri?». Replica: «Un giornalista mascalzone senza dignità ha voluto travisare una mia considerazione sul commercio vigliacco di giovani africani. Mi riferivo alla pratica diffusa in alcuni club di comprare gruppi di ragazzini senza averli visionati. Li portano in Italia e poi li abbandonano al loro destino, gonfi di sogni irrealizzabili. E un’operazione che probabilmente nasconde anche qualche illecito finanziario» . Aggiunge: «Il calcio italiano è al culmine dell’ignoranza e della disonestà – dice Sacchi ai microfoni del settimanale allegato al Corriere della Sera -. Abbiamo aperto le frontiere in modo sfacciato. Andiamo avanti con la logica per cui, se una squadra non segna, si va a caccia di un attaccante in giro per il mondo invece di concentrarsi sul gioco. L’ho detto anche a Berlusconi se vuoi evitare di buttare milioni di euro… parti dal gioco». Partiamo dal gioco, allora. In serie A, oggi, c’è qualcuno che cura davvero il gioco? «Li chiamo gli ottimisti. Quelli intelligenti capaci di rischiare». Chi sono? «Eusebio Di Francesco che guida il Sassuolo, Sinisa Mihajlovic della Samp, lo stesso Roberto Mancini che sta crescendo con la sua Inter. Stefano Pioli che allena la Lazio e si è motto evoluto. E poi c’è Maurizio Sarri…». L’allenatore dell’Empoli. Lo elogia spesso. «li ha a disposizione solo un paio di giocatori veramente da serie A, ma ha allestito la squadra più armoniosa e con più conoscenza del campionato». Zdenek Zeman le piace? «E’ un vero direttore d’orchestra. Ma nel Paese degli impazienti in cui conta solo il risultato è stato ridimensionato. Nel 1994 consigliai io a Sergio cragnotti di prenderlo alla Lazio. Mi rispose che non aveva speso miliardi in giocatori per farli allenare da uno come Zeman. La settimana dopo il Foggia del Boemo massacrò i biancazzurri e Cragnotti si convinse». Massimiliano Allegri, la Juve… «Nel Dna dei bianconeri c’è la cultura della vittoria. E per questo bisogna complimentarsi con Andrea Agnelli che porta avanti la tradizione: la Juve ha una determinazione feroce. Allegri è un ottimo gestore, spero che diventi un maestro». Rudi Garcia, la Roma… «Roma ha un problema serissimo di ambiente esterno e interno alla società. A Roma si gioca sull’entusiasmo. Ma a livello di non possesso palla, per esempio, c’è molta approssimazione». I migliori “Mister” d’Europa… «José Mourinho del Chelsea, che è un super motivatore. Carlo Ancelotti, del Real Madrid, che sa adattare i giocatori alle situazioni più complesse, e Pep Guardiola..». …coach del Bayem Monaco. «II migliore sulla didattica. Il suo Barcellona 2008/2012, il mio Milan negli anni Ottanta e l’Ajax di Johan Cruijff nei 60/70 sono le tre squadre che hanno aiutato il calcio a evolversi».

Oggi su quale asse centrale di giocatori costruirebbe una squadra? «Potendo scegliere in tutto il mondo? In porta metterei Manuel Neuer. Prototipo del giocatore perfetto». Il centrale difensivo? «Mi convincono in pochi. Posso rispolverare Franco Baresi?». No. «Allora Sergio Ramos, del Real Madrid. A centrocampo Andrea Pirlo e in attacco Lionel Messi. In linea di massima a me piacciono i professionisti intelligenti, generosi, che si mettono a disposizione e che sono capaci di cambiare il loro gioco per la squadra». Nel libro Calcio totale lei racconta di aver lottato per allontanare dalle sue squadre i giocatori senza queste caratteristiche. «Dovetti insistere settimane per evitare che Berlusconi confermasse l’argentino Claudio Borghi al Milan. E appena arrivato dissi al Cavaliere che non volevo il difensore Dario Bonetti. Perché si allenava male e usciva tutte le notti». Maradona faceva bagordi. Se glielo avessero proposto avrebbe rinunciato anche a lui? «Maradona è stato il più grande. Era una spada di Damocle incontenibile. È l’eccezione che conferma la regola: lo avrei preso e forse avrei sbagliato. Ma non avrei scambiato Gullit e van Basten per Maradona». Lei è stato molti anni alla corte di Berlusconi. «Berlusconi pensa che il calcio sia uno spettacolo multiplo di solisti. Io che sia uno sport di squadra con armonia. Ma il Cavaliere è sempre stato democratico con me e ha sostenuto le mie scelte». È vero che le ha proposto più volte di tornare al Milan? «Preferirei non parlarne». Berlusconi è stato il suo presidente trionfante. Ma è anche stato un presidente del Consiglio caduto nel fango delle inchieste giudiziarie. «L’unica cosa che gli rimprovero è di non essersi dimesso quando ha capito, già nel 1994, che non gli avrebbero consentito di governare come voleva. Ne sarebbe uscito immacolato. D’altronde i suoi oppositori dei Ds e del Pd lo hanno inseguito per venti anni. Lo volevano abbattere giocando di rimessa. Ed è stato il loro limite». La politica vista da una panchina di calcio. «Invece di inseguire, ora Renzi sta imponendo il suo gioco, come ha fatto Berlusconi per vent’ anni». Il premier le piace? «Sì, anche se sull’elezione del presidente Mattarella è stato un birbante». Birbanti. Antonio Conte è il ct della Nazionale, ma è indagato per frode sportiva. «Io non sono moralista. E Conte è il più bravo di tutti». Gli dia qualche consiglio. Qualche azzurro… «Nelle squadre ai vertici della serie A gli italiani sono pochissimi. Giustamente lui sta lavorando sui nuovi».Lei su chi punterebbe? «Su Danilo Cataldi della Lazio, su Manolo Gabbiadini, ora al Napoli. Su Lorenzo Insigne, anche lui al Napoli. Ma per lui sarebbe meglio andarsene dalla città natale. E per Alessandro Florenzi, che è un campione, sarebbe meglio lasciare Roma». Ha sentito la telefonata di Claudio Lotito? Quella in cui auspicava che alcune squadre minori non arrivassero in A… «Il calcio è fatto di speranza. Se togli a una piccola squadra la speranza di essere promossa, è finita. Lotito è un ottimo dirigente. Se parlasse poco sarebbe perfetto». Lei ha allenato per molti anni il Parma e ne è stato direttore sportivo. Ora il Parma è fallito. «Parma è la città più civile d’Italia. Ma chi ha gestito la squadra negli ultimi anni ha messo da parte il calcio e ha cominciato a trattare i giocatori come merce. Centottanta ragazzi tesserati. E questi sono i risultati». A cena col nemico? «Non ho mai considerato nessuno nemico. Con Gianni Brera, che è stato un mio detrattore, avrei cenato volentieri». Che cosa le rimproverava Brera? «Non mi capiva. Una volta, prima di una fnale di Champions League contro lo Steaua di Bucarest, scrisse che i romeni erano i maestri del calcio ballato e quindi il mio Milan si sarebbe dovuto chiudere in difesa. Cioè il contrario di quello che avevamo fatto per anni. Lessi l’articolo ai giocatori e chiesi loro se erano d’accordo. Gullit rispose: “Li attacchiamo dal primo secondo”. E tutti furono d’accordo». Finì 4 a 0 per il Milan. Qual è la scelta che le ha cambiato la vita? «Lasciare l’impresa calzaturiera di mio padre e decidere di fare l’allenatore professionista, nel 1979, col Cesena». L’errore più grande che ha fatto? «Ne ho fatti tanti, ma anche se li ho fatti… Sono partito da un campetto polveroso di provincia e nel ’94 sono arrivato a una finale di un Mondiale. Non mi posso lamentare».

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16 Commenti

  1. Ma statte zitto !! se non era per i campioni che avevi in squadra. I vari Gullit, Baresi, Maldini- Rajkard- Van Bastel, che praticamente non avevano bisogno di nessun consiglio o direttiva….non avresti vinto una cippa. Sei un super fortunato, non abbiamo dimenticato certo il CUL DE SAC in nazionale con S. Baggio che ci ha portati in finale, il tuo gioco faceva cagare e poi lo hai dimostrato successivamente dove in tutte le altre esperienze hai fatto schifo…. Adesso apri la bocca e le dai fiato come se fossi un santone !!! ma de che poi???

  2. “Il calcio italiano è al culmine dell’ignoranza e della disonestà” : su questo sono d’accordo, ma non e’ certo Sacchi a doverci fare la morale, lui in questo calcio disonesto e’ stato ben felice di lavorarci, con bei stipendioni pagati da chi “onesto” proprio non lo e’.

  3. ma ve rendete conto deche situazione ci stiamo atrovare ,che va dallo stadio a tutti i tentativi di toglierci anche i giovani ,l’ultima indiscrezioni su Romagnoli , ma dai tutti parlano della ROMA per poi inrealtà denigrarla e farle guerra ,son tutti saccenti ,sanno tutti qullo che è meglio fare , meno che i dirigenti romani boh, ma che situazione e poi non è vero che ie stanno a fa la guerra ,

  4. Fai pace con cervello , questo è un rinco**ionito di prima categoria ma perche non se ne sta a casa sua a giocare a boccie invece di rompere il caxxo in tutte le trasmissioni , ma poi da uno che piace l’operato di Renzi del pd cosa dobbiamo aspettarci?

  5. Ci sta ancora qualcuno che non ha capito in che mondo vive, quelli che hanno messo i pollici verso ad hum, e` dura accettare la verita` la realta, il continuo attacco mediatico da inizio anno ha finito per danneggiare la nostra squadra piu` degli errori di garcia e company, cosi e` se vi pare, dare la colpa solo ai nostri giocatori non va` bene , ripeto non sono esenti da colpe, ma questo stato di cose va` avanti da juve- roma , ora sto omuncolo che appena appena ha allenato fuori dal milan ha fatto solo figure di m. Alludendo a presunto stress i suoi insuccessi senza van basten e gullit baresi ci fa pure la morale, ricordati nel 87 il tuo primo scudetto ti fu regalato dai napiletani e non mi riferisco a maradona e company.

    • Guarda Gaetà che chi mette il pollice verso ad alcuni commentatori è sempre la stessa persona, e se ci pensi bene capisci anche chi è…ciao e Forza Roma.
      P.S. ai giocatori che fecero grande quel Milan dimenticato Carletto Ancelotti, dato per finito dalla Roma e passato dunque al Milan dove vinse tutto…

  6. grazie gae , è evidente che se ti trovi in un ambiente che ti fa guerra dall’inizio ,logica vuole che prima o poi la cappellata viene fuori , con le conseguenze dal caso ,esperienza fatta in un cosiddetto normala posto di lavoro ed è molto pesante nel piccolo che te pagano poco figuriamoci a quel livello sotto tutti i tipi pressione compresi i soldi , decappellate se ne possono fare a iosa ,l’importante è saperlo e porre rimedio

  7. Aho come osi parlare cosi di un giocatore cosi bravo e unico Romanista del futuro ! Lui ci restera a vita !!! Lui e fedele alla Roma !

  8. Ho sbagliato a scrivere primo scudetto. UNICO SCUDETTO. ED AGGIUNGO CHE ALLORA HAI DETTO A BERLUSCONI O IO O VAN BASTEN E IL BERLUSCA TI CACCIO` AL VOLO, POI SEI RITORNATO DOPO AVER FATTO RIDERE CON LA NAZIONALE ( PEPPE SIGNORI 100 GOL IN 4 ANNI CIRCA E TU LO METTESTI A FARE IL TERZINO) HAI FATTO RIDERE PRIMA AL MILAN POI AL PARMA, TI SEI RITIRATO PERCHE` LE FIGURINE DI M.. NON LE VUOLE ACCETTARE NESSUNO TU IN PRIMIS, COSI DA PIU` DI 20 ANNI STAI SEDUTO A SPARARE STR…..

  9. Ragazzi, Sacchi può stare antipatico, può affermare cose opinabili, si può dire che le sue idee di calcio hanno toppato quasi ovunque, ma lui conosce il pallone. E pure molto bene. E’ uno dei pochissimi opinionisti che ti tiene incollato al televisore quando parla. E quando dice che Florenzi è un campione ha ragione: giocasse, ad esempio, nel Real Madrid, sarebbe considerato come Isco. Ed ha anche ragione quand dice che la Roma in fase di non possesso è disordinata, ma secondo me non è colpa di Garcia in questo caso. Perchè la squadra ha cominciato ad essere approssimativa dopo l’1-7 col Bayern, è come se vedessero ancora i fantasmi di quella partita. Proprio per questo insisto sempre col dire che la crisi della Roma parte da lì: è vero che abbiamo avuto tantissimi infortuni, giocatori calati, scelte tecniche sbagliate eccetera, ma tutto scaturisce da quella maledetta partita di Champion’s

  10. Io nel 1987 tenevo 15 anni , fino a 5 giornate dal termine di quel campionato il napoli teneva 5 punti di vantaggio ebbene un napoli che in tutto il girone di ritorno aveva perso solo con la nostra roma per 2-1 al san paolo, non vince piu` . Sai quale furono i commenti di tutti?? Sai cosa ha detto un pentito?? Lo sai CAPELLO CON LA STESSA SQUADRA LASCIATA DA SACCHI HA VINTO TRE SCUDETTI CONSECUTIVI PIU` CHAMPIONS E COPPA INTERCONTINENTALE, SACCHI QUANDO E` TORNATO AD ALLENARE IL MILAN CON UNA SQUADRA COMUNQUE IMPORTANTE HA FALLITO, A PARMA IDEM, IL FATTO CHE DICE XHE FLORENZI E` UN CAMPIONE HA RAGIONE MA QUANDI DICE CHE DEVE LASCIARE ROMA CI OFFENDE, INOLTRE IN TV UNA VOLTA DICE UNA COSA UNA VOLTA UN`ALTRA. PER ME FLORENZI DEVE RESTARE, ROMAGNOLI E VIVIANI DEVONO TORNARE SUBITO DI VOLATA E DAREI UNA CHANCE PURE A CRESCENZI CHE COME TERZINO E` VALIDO. SACCHI PENSASSE AL MILAN INVECE DI ROMPERCI, PENSASSE CHE IL MILAN SENZA SOLDI PRENDE SOLO SVINCOLATI, PRESTITI E PARAMETRI ZERO PIPPONI TIPO ESSIEN O MUNTARI OPPURE EX CALCIATORI TIPO ALEX O ZAPATA

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