Secondi o terzi non è uguale: ballano dieci milioni

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NOTIZIE AS ROMA (La Repubblica, M. Pinci) – Quanto vale il secondo posto? A 180 minuti dal termine a Roma non c’è domanda più frequente. Roma e Lazio se lo contendono non solo per la gloria. Come sempre, nel caldo, é anche una questione di soldi. Tanti: chiudere alle spalle della Juventus e accedere senza passi intermedi alla fase a gironi della prossima Champions League vuol dire garantirsi a bilancio introiti per almeno 40 milioni di euro. E a seconda del market pool destinato alle italiane, potrebbero arrivare fino a 50. Quasi superfluo dire che chiudere terzi può fare tutta la differenza del mondo. Già, perché non solo la Champions — e i suoi relativi incassi — sarebbero ovviamente vincolati al superamento del preliminare (Roma e Lazio non godrebbero di un’urna particolarmente favorevole) , stravolgendo la preparazione atletica per farsi trovare pronti per il 18 o 19 agosto, giorno dell’andata.

Anche qualificandosi dopo il Play-off si accederebbe alla spartizione dei ricavi delle tv per le coppe europee da una posizione svantaggiata solo il 15% della prima fetta, contro il 35% di chi arriva secondo. Sembra complicato, ma si il 2o posto, tra i ricavi garantiti dall’Uefa e il market paci, garantisce entrate per 40 milioni, che però possono diventare fino a 50. Sono 10 in meno se si arriva terzi può semplificare così: in termini economici chiudere terzi e non secondi vuol dire incassare almeno 10 milioni in meno. A patto di superare un preliminare durissimo:- Roma e Lazio non sono teste di serie e potrebbero vedersela con club come United, Leverkusen, Valencia e Monaco. In Lega calcio, il tema più frequente delle liti tra il numero uno laziale Lotito e il dg romanista Baldissoni sono proprio le frecciate del primo sull’esposizione del club giallorosso: «Non permetterti di parlare del nostro bilancio, che non conosci», il monito del numero 2 di Trigoria. «Con te non parlo, sei un dipendente», la classica replica di Claudio Massimo. La Lazio sa che staccare i rivali cittadini le darebbe una spinta per raggiungere il sogno del ds Tare, provare davvero a costruire una squadra in grado di sfidare la Juve senza violare i parametri imposti dalla gestione Lotito, magari trattenendo la star Felipe Anderson. La Roma ha già pronti due business plan: uno con gli investimenti possibili con la Champions, uno senza. Perché se da secondi si può sognare Dzeko o Higuain, il terzo posto non deve voler dire ridimensionamento.

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