Show Totti e De Rossi. Quei colpi da scudetto

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AS ROMANEWS (Gazzetta dello Sport, D. Stoppini) – A vederli, sul campo della Tufts University, sembravano davvero due studenti che sgobbavano per realizzare un sogno. In fondo la metafora è corretta: i due hanno studiato tanto, da una vita sono iscritti allo stesso corso. Ora però è arrivato il momento di laurearsi. Francesco Totti e Daniele De Rossi, uno vicino all’altro. Fianco a fianco, in coppia per tutto l’allenamento, a incitarsi, a spingersi, a motivarsi. «Bravo Ché», «Namo Danié», tutto così. Uno spettacolo, agli occhi dei fortunati presenti. Un bel vedere per i compagni. Primi della fila, primi della classe: guai a provare a superarli.

MOTIVATI – La tournée è finita, l’estate ancora no perché al campionato mancano più di 20 giorni. Ma è qui che si costruisce la Roma. Se non studi qui, la laurea non la prendi. E loro due studiano, a osservarli tirare e spingere sull’acceleratore dev’essere stata una motivazione fortissima per i più giovani. Alla Tufts è andata così: Garcia aveva studiato un percorso tecnico a tappe per tutta la squadra, fatto di esercizi in ogni angolo del campo. Un gioco in coppia: solo dopo che entrambi i giocatori avevano completato lo step, si poteva passare — di corsa — all’esercizio successivo. «Oh, chi arriva ultimo paga la cena, ok?», fa Totti ai compagni. Coppie libere, così Pjanic fila con l’amico Benatia, Iturbe con Borriello, Florenzi con Destro e via così. E Totti? Con De Rossi. Checco e Daniele, «Chè e Daniè». Partono per primi e arrivano per primi.

SEMPRE IN COPPIA C’è il tiro in porta senza prendere le sagome, c’è la traversa da colpire, il pallone da far fermare in un preciso corridoio: «Ahò, ma sto campo è strano», fa il capitano, perché il suo tocco è insolitamente un po’ troppo lungo. E ancora: palla da lanciare tra due transenne, peggio ancora un tiro a girare dall’incrocio dell’area con la linea di fondo che deve finire in porta due volte a testa. Lì si incaglia il gruppo. Ma di certo non Totti e De Rossi, loro vanno come un treno. «Mister, ma qui che dobbiamo fà, mister!», urla De Rossi. Garcia se la ride. C’è pure chi prova a fare il furbo, così il capitano lo rimprovera: «Oh, devi calciare con il sinistro, col destro non vale». Avvelenati, non ci stanno a perdere. A un certo punto la coppia Pjanic-Benatia si avvicina, Totti con uno sguardo fulmina il bosniaco e lo ricaccia indietro. Primi loro due, non si stupisce nessuno. Florenzi qualche passo indietro incrocia Totti, che gli chiede com’è andata: «No, io ho lottato per la salvezza». La Roma che nasce invece lotterà per lo scudetto. Perché quei due hanno fatto il giro delle università americane e si sono convinti che sì, è l’anno giusto per discutere una tesi sul campionato.

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