Strade off-limits di notte. Così calciatori e vip si difendono dai predoni

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JAKARTA, INDONESIA - JULY 25: Radja Nainggolan of AS Roma arrives at Shangrila Hotel for the international friendly match between AS Roma A and AS Roma B at Gelora Bung Karno Stadium on July 25, 2015 in Jakarta, Indonesia. (Photo by Robertus Pudyanto/Getty Images)

RASSEGNA STAMPA AS ROMA – Non è toccato a tutti, ma è capitato a tanti, a Casal Palocco. Nainggolan può consolarsi così: il furto con scasso è motivo ricorrente per gli sportivi che abitano nel quartiere. Nonostante i cancelli che di notte chiudono i comprensori e nonostante la security che in teoria dovrebbe controllare tutto e tutti.

Fin dal 2008, quando alcuni banditi a volto coperto rubarono l’auto dell’allora romanista Philippe Mexes, con dentro la figlioletta di 15 mesi. Episodio clamoroso ma fortunatamente senza conseguenze, visto che il suv Mercedes del francese fu ritrovato non distante con la piccola che dormiva tranquillamente sul sedile posteriore. Andò peggio al connazionale Menez, che due anni dopo si trovò a mettere in fuga, nel cuore della notte, un paio di soggetti che però portarono via dalla villetta nel cuore di Casal Palocco un bottino fatto di orologi, gioielli e contanti per non meno di 100mila euro. Anno nero per i furti in casa il 2011, quando due difensori subirono il medesimo trattamento a distanza di pochi giorni: prima il brasiliano Juan, a cui non bastò un sofisticato sistema di allarme per evitare l’ingresso dalla finestra del primo piano di alcuni ladri incappucciati. Furto da circa 50mila euro, più o meno la stessa cifra che due giorni dopo la stessa banda portò via da casa di Heinze, difensore argentino a cui riuscirono a sottrarre, di notte, un pc, piccoli oggetti e le due auto, un’Audi e una Mini, poi ritrovate.

Più recentemente nel mirino della criminalità locale sono finiti altri due romanisti “ospiti” di Casal Palocco: gli ivoriani Gervinho e Doumbia. Il giorno di Natale del 2014, mentre si trovava in vacanza in Costa D’Avorio, Gervinho venne rapinato nell’abitazione romana da due malviventi: orologi di lusso e gioielli la refurtiva. Più fortunato il compagno di nazionale: il gruppo che nell’estate scorsa aveva provato a forzare le finestre della sua villa fuggì spaventato dall’allarme. Non s’è salvato nemmeno uno che di giocare nella Roma ha smesso da anni. Marco Delvecchio, campione d’Italia nel 2001 con i giallorossi, nel 2008 è stato rapinato di tutti i suoi trofei, oltre a varie maglie e ricordi personali dei trascorsi da calciatore. Un (altro) furto da campioni.

(La Repubblica, R. Cappelli / M. Pinci)

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8 Commenti

  1. Li voglio vedere questi calciatori, che per la massima parte provengono dai barrios e le favelas, le megalopoli africane, o i sobborghi europei venirsi poi a meravigliarsi di queste cose.

  2. La sicurezza dei cittadini in questa città non esiste ma questo è un discorso lungo è proprio il sistema Italia che non funziona se li prendi e li fai marcire in galera come in tutti i paesi civili invece di liberarli dopo un giorno le cose potrebbero migliorare.

  3. E’ una grossa vergogna,che non risparmia nessuno e unisce poveri e ricchi.
    Perché come rubano ai ricchi,ugualmente non risparmiano anche i poveri.
    Di arresti però se ne fanno pochi e quando se ne fanno,di galera ne fanno poca,ritornano subito in strada,pronti a continuare con il loro lavoro.
    Per cui stiamo sempre da capo a dodici.

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