AS ROMA NEWS (Retesport.it) – «La mia sensazione è che l’intervento sul legamento di Strootman all’epoca non sia andato perfettamente», lo ha detto il professor Mario Brozzi, ex medico sociale della Roma, nel corso de “La Partita Perfetta” di ieri sera, in onda su Gold Tv e su ReteSport. Il giocatore olandese era stato operato al ginocchio sinistro, ad Amsterdam, dopo il grave infortunio del marzo 2014 rimediato in Napoli-Roma di campionato, per la ricostruzione del legamento crociato anteriore e il trattamento delle lesioni al menisco interno ed esterno. Sempre ad Amsterdam, per la seconda volta in un anno, era stato sottoposto ad artroscopia il 30 gennaio scorso, a seguito della ricaduta della sera prima, al Franchi, in Fiorentina-Roma.
Brozzi è tornato a parlare nel corso della trasmissione della gestione degli infortuni nella “sua” Roma e ha risposto alle sollecitazioni del salotto della trasmissione in merito al caso di Kevin Strootman, la cui stagione è finita anzitempo per la seconda volta consecutiva: «Non so cosa sia successo nel ginocchio del ragazzo, perché dal gennaio del 2009 ad oggi non ho avuto più contatti con lo staff della Roma, in quanto quando si esce da quegli ambiti bisogna mantenere il giusto distacco, ma conosco la sindrome del ciclope, che è dovuta ad un problema di posizionamento del neo-legamento, lento o corto. E’ con il deficit estensivo che si determina la lesione cartilaginea. E’ una situazione abbastanza temibile perché quando si riposiziona il neo-legamento le due condizioni estreme sono che possa essere lento o che possa essere corto. In quest’ultimo caso si arriva ad una difficoltà nell’estensione del ginocchio».
In altre parole, ha spiegato Brozzi, il problema «non è certo il tessuto fibrotico (la Cyclops Syndrome, ndr), che può essere rimosso, se fosse quello il ragazzo sarebbe in campo», anzi, quello è l’effetto. «La biomeccanica del ginocchio è complessa: correndo con un deficit estensivo da neo-legamento corto – ha affermato il medico sociale giallorosso dell’era Sensi – si carica in maniera sbagliata, su un punto di cartilagine diverso da quello che abituale. Da quel momento in poi è come se scattasse un countdown che conduce a una lesione cartilaginea. Diversamente, se posizioni bene il neo-legamento durante l’intervento, quando prendi in mano il calciatore nella fase di recupero, puoi forzare tranquillamente sapendo che la struttura non ti abbandona mai. Se il legamento è lento, o peggio se è corto, per mettere una pezza si va a potenziare il quadricipite, quindi si impiega anche più tempo».
Strootman dovrà star fermo ancora diversi mesi per via di questa lesione, la domanda allora nasce spontanea: perché non si è intervenuti sul legamento nel secondo intervento, oltre a rimuovere il tessuto fibrotico? «Sono d’accordo, è una buona domanda – ha risposto Brozzi -. Ora, se la situazione è questa, non vedo vie di fuga. Necessaria una nuova operazione? Non lo dico io…».
Brozzi, poi, non ha nascosto la sua diffidenza verso la consuetudine dei calciatori di operarsi all’estero: «I protocolli sono sempre gli stessi. Io ho avuto la fortuna di sposare professionalmente una sola persona, ed è Pier Paolo Mariani, lui è un mago del posizionamento dei neo-legamenti, azzecca sempre l’angolo giusto. Quando ero alla Roma, l’unico intervento che facemmo fuori Trigoria fu per il menisco di Montella, perché solo in Svizzera facevano l’intervento di cui aveva bisogno per il problema che aveva. Francamente dispiace che sia stato depauperato un capitale incredibile di professionalità, è uno smacco per l’Italia. Quando iniziano ad andarsene tutti in giro, sappiate che non guarisce più nessuno…».


bah parlavano male dello staff diiBrozzi , andando all’estero non hanno avuti miglioramnti (liberi di farlo ,ma….) i risultati si sono visti e anche adesso ….sarebbe molto buono che le società inizino a essere accorte nel prendere giocatori che presentano o hanno presentato tali situazioni
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.