Terapia di gruppo per capire la crisi. Difra è blindato, rosa da rinnovare

12
747

ULTIME NOTIZIE AS ROMA – La domanda, dentro e fuori Trigoria, continua ad essere la stessa: «Cosa succede?» . Per risalire ai perché di una crisi che, con quella contro il Milan, ha portato a cinque le sconfitte in campionato all’Olimpico (più quella in coppa Italia), come non accadeva dai tempi di Mazzone ( stagione ’93-94), i vertici del club hanno cominciato ad indagare. La zona Champions che si allontana ( i giallorossi sono adesso quinti, e sabato prossimo dovranno andare a Napoli) spaventa una società che non può permettersi di rinunciare agli introiti Uefa. E così è da un po’ che dentro Trigoria si è avviata una sorta di terapia-indagine, sia collettiva sia individuale, per risalire a cosa accade. Continui colloqui personali, affrontati da Di Francesco e dai dirigenti, con dall’altra parte i singoli giocatori, oppure tutto il gruppo insieme, perché la convinzione è che il problema sia mentale.

E così emerge che nei momenti di difficoltà la Roma smette di pensare da squadra, dimentica le cose spiegate dal tecnico e si rifugia in soluzioni individuali, infilandosi in una sorta di anarchia che fa perdere la bussola. Quando le cose non vanno bene, i giocatori abbandonano con la testa, inconsciamente, l’allenatore, che non è minimamente messo in discussione, né da Pallotta, né dalla dirigenza di Trigoria, visto che, negli ultimi tempi, si è cambiato molto sulla panchina, e le cose sono rimaste le stesse. Di Francesco continua a sentirsi tradito e deluso dai giocatori più rappresentativi ( gli è andato incontro col cambio di modulo) che nei colloqui individuali si confrontano anche per quello che riguarda le questioni tattiche e l’atteggiamento in campo tenuto da alcuni compagni, che cercano più le soluzioni personali, piuttosto che pensare ai colleghi. La strada individuata per uscirne, per non perdere il piazzamento Champions e provare a eliminare lo Shakhtar nella gara di ritorno, è quella di ritrovare le certezze, ricordandosi di ragionare da squadra anche nelle difficoltà. In attesa della rivoluzione che Monchi è intenzionato a fare nel mercato della prossima estate, e della quale è andato a parlare a Boston con Pallotta. Ripartendo, come detto, da Di Francesco, che resterà qualsiasi cosa accadrà, almeno per quanto riguarda la società.

(La Repubblica, M. Pinci – F. Ferrazza)

Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie della Roma sul tuo cellulare? Iscriviti subito al canale Whatsapp di Giallorossi.net!
Articolo precedenteLa Roma ha perso 51 gol, metà sono di Dzeko e Radja
Articolo successivoL’appello di tutti i romanisti: «Ridateci il vero Nainggolan»

12 Commenti

  1. Ma quale problema mentale….ma avete visto con che velocità gioca il Napoli noi facciamo ridere…un modulo da bradipi e giocatori che dopo un ‘ora sono fisicamente a pezzi…..

  2. Secondo me Df è stato zemaniano contro il Milan dal 433 al 424 e la squadra non ce la fa a tenere la difesa così alta anzi lo fanno pochi al mondo sono schemi squilibrati poi Monchi ha preso karsdrop ottimo giocatore che serviva moltissimo e invece… Poi vendi Emerson che avrebbe fatto comodo visto. Come è ridotto kolarov errori ne hanno fatti tutti ora la squadra deve assolutamente ritrovarsi nell’anima

  3. GIUSTO COSI, ormai è chiaro a tutti, via quei giocatori che fanno troppi
    calcoli di presenza, colori delle cresta, self.. ecc.
    Totti insegna ai bambini allenamento, mangia sano, a nanna presto, e forse sai un
    un atleta campione,i nostri giocatori non so quale di queste cose applicano tutti i giorni….forse nessuna.

  4. sono convinto che i primi colpevoli siano i calciatori e l’ambiente di Trigoria, però DiFra, che fino ad oggi ho sempre difeso, sinceramente non riesco a vederlo come un mister intorno a cui costruire il futuro. pollice verso per tutti tranne i ragazzini, Alisson e Monchi

  5. Pure io sono convinto che il problema sia nei giocatori. Chi per un motivo chi per un altro. Chi per problemi fisici chi perché ha mollato.

    Ma non sono contento nemmeno di Di Francesco, perché spostare più avanti il Ninja non è cambiare modulo.

    Io non lo so, cosa sarebbe necessario fare.
    Non prendo milioni l’anno per decidere, ma lui si.
    E non può dire “non so cosa stia succedendo”.

    La Roma ha questi problemi perlomeno dalla fine del girone di champions, quando iniziò a stentare a segnare. Pur creando tantissimo. Poi si è fermato Dzeko e sono finiti i giochi.

    Poi si sono fermati i centrocampisti, e abbiamo iniziato pure a prendere più gol.

    Nel frattempo ha continuato imperterrito senza cambiare niente. Quando era evidente che l’ingranaggio stentava sempre di più

  6. Un buon allenatore, secondo me, cambia a seconda dei giocatori e dello stato di forma degli stessi.
    Non si fa problemi a giocare a 3 o a 4 dietro, se occorre.
    Non si fa scrupolo di abbassarsi e aspettare per colpire con contropiedi, se non è in condizione di imporre il gioco per 90 minuti.

    Diciamo che DiFra da buon abruzzese cià la coccia dura?

    (senza offesa, in simpatia, amo l’abruzzo e gli abruzzesi, ma la qualità di essere “perseveranti” a volte è anche il difetto di essere “cocciuti”…) una salita è anche una discesa… ecc.

  7. Blindate il nulla……un sistema di gioco noioso e ridicolo con una difesa alta bucata da tutti! Via tutti…..allenatore, giocatori, preparatori, magazzinieri, terapisti. Presidente bocciato assente ingiustificato! ? La nostra maglia va onorata…..vigliacchi! Avanti Curva Sud!

  8. Ricordo che dopo l’eliminazione all’ultimo europeo Barzagli piangeva davanti al giornalista…DeRossi invece diceva “adesso andiamo in vacanza”…
    Poi sicuramente Di Fra non e’ Conte ma secondo me non è il primo colpevole di questa situazione..
    Sempre Forza Roma

  9. La terapia è tornare al 4231, santo cielo, avevamo cominciato a fare qualche gol, perché siamo tornati col vecchio modulo arrugginito e sterile?

  10. Qualche gol lo abbiamo trovato solo perché ha trovato il gol Under. Per il resto solito gioco asfittico.
    E giocavamo contro benevento e versone e udinese.
    Poi è chiaro che quando si alza la qualità degli avversari e Under non è più una sorpresa e lo controllano, pure lui non è che può cavarti sempre le castagne dal fuoco.

    • Non credo proprio. E come mai domenica col 433 under non ha fatto una mazza? No, con il 4231 c’era una manovra d’attacco senz’altro più ariosa, però anche più esposta alle ripartenze, è lì che Di Francesco doveva migliorare, non stravolgere tutto e tornare indietro

  11. ATTENZIONE: La moderazione dei commenti è ora più rigorosa.
    Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome