Troppi colpi di testa in carriera. Calciatori a rischio demenza

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ULTIME NOTIZIE CALCIO – Per un ex calciatore professionista le parole da incubo sono tre: Alzheimer, Sla e Parkinson. Sono infatti le malattie neurodegenerative più a rischio per chi ha calcato i campi da gioco, addirittura la possibilità di ammalarsi sono triplicate rispetto a chi fa un qualunque altro mestiere.

Ma ora si aggiunge anche il serissimo pericolo di soffrire di demenza, a causa dei colpi di testa. L’impatto dei ripetuti colpi alla testa effettuati soprattutto da attaccanti e difensori nel corso di tutta la carriera sportiva sarebbe quindi determinante. Compresi quelli che non danno sintomi evidenti.

La ricerca è stata condotta su oltre settemila ex-calciatori professionisti scozzesi nati tra il 1900 e 1976: i loro dati sono stati poi messi a confronto con quelli della popolazione generale riguardo le cause di mortalità e l’uso di farmaci anti-demenza. È così emersa una mortalità media 3,5 volte più alta per malattie neurodegenerative (1,7% contro lo 0,5%), un aumento di 5 volte maggiore dell’Alzheimer, 4 volte per le malattie del motoneurone (tra cui la Sla) e doppio per il Parkinson.

Il rischio deriverebbe non dai colpi forti presi alla testa ma dal conto totale degli impatti accumulati nella carriera. Un dato che accomuna i calciatori professionisti, così come i giocatori di football americano, oggetto di un altro studio dei Centers for diseases control.

Un giocatore colpisce la palla con la testa in media 6-12 volte a partita (ma in allenamento molto di più), il che significa migliaia di volte nell’arco della carriera. Il tasso di mortalità sembrerebbe essere lo stesso tra portieri o terzini, mentre il consumo di farmaci contro la demenza è minore per chi sta in porta.

(M.Fabbroni)

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13 Commenti

  1. Concordo assolutamente: certi commenti di Pruzzo sembrano confermare questa teoria in pieno. Il poveretto alcuni giorni sembra più un ex laziale che un ex giallorosso. Almeno ora sappiamo perchè 😉

  2. …se è vero mi dispiace per loro. Ma tutto sommato questo non dovrebbe essere un grande problema dato che, in generale nello sport, gli atleti pur di arrivare ad ottimi livelli sono ben d’accordo nell’assumere sostanze dopanti. Io ritengo che le “capocciate” dei calciatori al cospetto sono come dei bon bon!…per chiudere alleggerendo il discorso: se le cose stessero così, i calciatori alla Balotelli che fine faranno tra trent’anni?!

  3. Vero…qualche tempo fa vidi, in tv, un servizio su questo argomento.
    Quelli che rischiano veramente tanto, sono quelli che praticano rugby senza protezioni.
    Gli impatti che subiscono, sono devastanti.
    Il football, quello americano, impone delle protezioni. Ma anche con quelle, gli atleti, subiscono danni atroci.
    Parlarono anche del calcio ed i risultati hanno messo in allarme molti nel settore.

    Purtroppo, e lo dico con rammarico, il tutto gira sul dio denaro e vari sponsor.
    La vedo dura risolvere una situazione così delicata.

    • una risicata manciata di commenti su un argomento così delicato fornisce già tante risposte…
      a parziale rettifica di quanto sostieni, la NFL (football americano) è stata costretta ad affrontare il problema diversi anni orsono. Ha investito valanghe di dollari in ricerche specifiche e non si è limitata a potenziare il “look”: le regole attuali sono MOLTO più restrittive, penalizzanti per gli autori di certi falli ed approfondite per chi subisce colpi alla testa. Una sorta di “tolleranza zero”, gli interessi in ballo sono molteplici…
      mentre il mondo calcistico rimane alla finestra

    • Una “risicata manciata di commenti” perchè l’articolo per i temi espressi non può dar la stura ai soliti “Palotta vattene” e simili. Sarebbe bastato che nel titolo ci fosse stato un riferimento all’americano, non so tipo “Troppi colpi di testa in carriera. Calciatori a rischio demenza. Pallotta fiuta l’affare e medita di riconvertire Trigoria in una clinica neurologica”, che i soliti noti sarebbero sciamati come voraci locuste.

    • questo è un articolo su retroscena molto più seri e pesanti, il capitolo “Boston & Londra” ha gli spazi che merita. La mia spiegazione ai pochi commenti è più realistica: un giorno lontano scoprii che la maggior parte della gente NON vuole minimamente sfiorare il lato oscuro di ciò che la circonda… perchè non le dispiace affatto farsi ingannare dalle apparenze.

      La NFL, gigantesca “fabbrica” di soldi, ha percepito che la questione andava trattata con acume… altrimenti il football americano rischiava di scomparire. Troppi giocatori stavano letteralmente impazzendo, alcuni ancora in attività.
      Il pugilato pullula da sempre di casi identici.
      Chi siede ai vertici del calcio dovrebbe porsi qualche domanda, sulla salute non si specula

    • Ciao alieno.

      Verissimo quello che dici, in particolare quando causò decessi (di alcuni atleti) per le troppe botte zona fegato.
      Spero in un futuro, non troppo lontano, la stessa linea adottata nella NFL (grazie, non ricordavo che si chiamasse così). “Tolleranza zero” verso certi interventi da kamikaze.

      E devo concordare con Amedeo.
      E’ un dato di fatto sotto gli occhi di tutti…purtroppo.

    • non parliamo esclusivamente di interventi violenti e gratuiti, SEMPRY.
      Nel calcio dovresti proprio estinguere i colpi di testa.
      E’ la frequenza degli stessi a causare l’inquinamento del cervello da parte di una tossina.
      In merito, consiglio la visione del film “Zona d’ombra” (2015).
      Detto questo, lunga vita ai San Francisco 49ers

    • Non so se avete visto il film “Zona d’ombra”, con Will Smith, affronta proprio il fenomeno di cui parlate, in ambito NFL.
      Sulla boxe la cinematografia è sterminata… il primo titolo che mi viene in mente è “Million dollar baby”.
      A quando qualcosa di analogo sul calcio? La potenza comunicativa dei film è arcinota, anche ai parrucconi delle istituzioni calcistiche… e, a maggior ragione, ai loro soci delle TV.

    • grazie, sono solo sensibile a determinati argomenti.
      Mi auguro che l’avanguardia dei futuri caschi del football americano siano l’ancora di salvezza anche per chi guida un mezzo a due ruote, nel frattempo eviterei gli spigoli di mensole e dispense…

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