AS ROMA NEWS – Il 19 gennaio di 28 anni fa si spegneva Dino Viola, storico e indimenticabile presidente della Roma. “La bandiera è la maglia della Roma, è il simbolo, l’unica cosa da onorare perché rappresenta la città“, con le parole del Presidente dello scudetto dell’82-83 e della finale della Coppa dei Campioni del 1984, il club giallorosso ha voluto così celebrare Viola tramite Twitter.
“La bandiera è la maglia della Roma, è il simbolo, è l’unica cosa da onorare perché rappresenta la città”
Il 19 gennaio di 28 anni fa, ci lasciava il grande Dino Viola ?❤️#ASRoma pic.twitter.com/TK599cCv8S
— AS Roma (@OfficialASRoma) 19 gennaio 2019
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Wow: brivido…..
(Viola mi piaceva più di ogni altro Presidente che abbiamo mai avuto)
Brava AS Roma ? …
Ciao, Presidente. Onore a te, che lo meriti.
RIP e una preghiera presidente indimenticabile.
A volte anche a te hanno criticato e detto cose ingiuste, spero che da lassù tu ci dia una mano a realizzare il tuo sogno che era lo Stadio della Roma.
Già bloccato allora come adesso dai poteri forti che non vogliono realizzare il tuo sogno.
…la storia …grande PRESIDENTE…Forza ROMA sempre e comunque
Gloria a Te Presidente! Per la Bandiera si può morire! Forza Roma! Avanti Curva Sud!
La maglia una Bandiera da Onorare…Un GRANDE Presidente!
senza proclami
senza scuse
senza menzogne…
perché semplicemente IMMENSO
Dino Viola: UNICO e INIMITABILE!!
Persona d’altri tempi. Un mostro d’intelligenza con una fantasia incredibile. Tralasciando ciò che fece per la Roma, cose note a tutti, il Presidente era specializzato in numeri d’alta scuola alla faccia del Sistema: 1) l’acquisto di Toninho Cerezo fuori termine di mercato fece scalpore;
2) Sven Goran Eriksson Direttore Tecnico, perché era vietato dal regolamento ingaggiare “allenatori” stranieri. (Il tecnico fu infatti Roberto Clagluna, persona di altissimo livello).
Viola fu un fuoriclasse assoluto. Il più grande della Storia giallorossa.
Purtroppo non ho avuto l’onore di vedere la sua Roma perché quando se n’e andato avevo 4 anni, ma ho rivissuto quegli anni nei racconti e negli occhi di mio padre e di mio nonno, che me ne hanno sempre parlato con amore e affetto immenso, con gli occhietti lucidi, tramandandomi la stima e il rispetto per quest’uomo, per quello che aveva fatto per la Roma, così come mi hanno tramandato l’amore per sta maja. Presidente che non aveva bisogno di proclami e bugie, che non aveva necessità di trovare alibi o scuse, che aveva rispetto della squadra che guidava e dei tifosi che ancora oggi lo ricordano con affetto immenso, anche coloro che, come me, non hanno avuto l’onore di vederlo guidare la nostra Roma. Mo invece ce toccano speculatori menefreghisti, lol
Grandissimo: unico, vero e impareggiabile!
Come per tutte le trasferte, alle prime luci dell’alba partiva da Roma a bordo della sua utilitaria con la moglie sempre al suo fianco alla volta della lontanissima e infida Torino.
Un viaggio lunghissimo, estenuante. Lo stesso che avrebbe dovuto affrontare di notte al ritorno, senza alcuna certezza se non quella di aver onorato fino in fondo l’impegno straordinario per il suo gioiello intoccabile: l’As Roma.
In una tribuna di vili feci nordiste, il Presidente Dino Viola fingeva di non sentire una sola sillaba degli insulti rivolti alla sua persona e alla sua Passione. Quest’ultima avrebbe risposto degnamente sul campo mostrando ad un intero paese chi rappresenta lo schifo e Chi invece il bene su quel goal di Turone annullato.
Grande Presidente!
Per chi come me ha avuto la fortuna di vivere la sua Roma nel proprio cuore c’è un posto di riguardo per una persona di grande spessore, sia morale, di intelligenza, umanità e capacità che lo hanno portato ai vertici del calcio italiano, e con lui la nostra Roma e tutti noi, sempre fieri ad ogni suo intervento.
Giusto tributo al più Grande Presidente che la Roma abbia mai avuto!
FORZA ROMA SEMPRE… GRANDE VIOLA!!!
Grande Presidente , non lo dimentichero’ mai!!!!
Con lui oltre allo scudetto , anno 1982- 83 ,ebbe la forza di combattere lo strapotere della Juve e denunciare le sue machelle di acquistarsi campionati oscuri come scheletri dentro l’armadio.