Verdone: «Totti attore? Troppo forte, ci si può lavorare»

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NOTIZIE ROMA CALCIO – Spalletti, quando a Sky gli hanno fatto vedere le immagini, non ha avuto dubbi: «Francesco è un attore». Il tecnico davanti alle facce del capitano che si prendeva gioco di Pjanic, picchiettandolo sulla testa lasciandolo interdetto, non ha potuto trattenersi dal ridere. Un siparietto diventato immediatamente virale sui social, così come le immagini dei palleggi scambiati col bambino in tuta del Sassuolo a bordo campo.

«Sì sì l’ho visto, è stato davvero molto divertente», ammette Carlo Verdone ieri “Direttore per un giorno” a Leggo assieme ad Antonio Albanese (coppia nelle sale col film “L’abbiamo fatta grossa”). «Del resto Francesco se entra in confidenza e si scioglie è di una simpatia travolgente – racconta l’attore regista che di comicità se ne intende – L’ho sperimentato di persona: fa dei duetti molto divertenti col figlio Cristian, che vuole sempre giocare a pallone col padre. Anche dentro casa. Mentre Ilary li invita a smetterla perché rischiano di rompere qualcosa». Negli spot pubblicitari girati in passato, Totti e signora hanno fatto intuire grandi potenzialità sceniche, tanto da indurre più di qualcuno a immaginarli novelli Sandra e Raimondo Vianello. Ma Francesco potrebbe davvero fare l’attore come dice Spalletti? «Perché no? Ci si può lavorare, ma solo fra un po’ quando deciderà di smettere», si raccomanda Verdone che, come tutti i tifosi romanisti, prima dei ciak spera ancora di vedere tanti altri gol di Totti.

(Leggo, R. Buffoni)

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19 Commenti

  1. Francesco Totti
    attaccante – alla Roma dal 1989.

    Fu l’ ultimo regalo che il grande Dino Viola fece alla sua amatissima Roma. Molti tifosi che hanno visto il suo gol al Sassuolo all’Olimpico, non erano ancora nati, quando Totti fu preso dalla Lodigiani. La Roma operaia di Radice giocava in un Flaminio stracolmo, il Commando infuocava il tifo, si ascoltavano le radiocronache di Ameri e Ciotti, sulle mille lire c’era la faccia di Giuseppe Verdi, Andreotti inaugurava il suo sesto governo, nasceva la Lega Nord, Solidarnosc era riconosciuto in Polonia, i sovietici si ritiravano dall’Afghanistan, il muro di Berlino era prossimo al crollo, i romeni stavano per abbattere il loro tiranno, i Pink Floyd suonavano a Venezia, Fausto Leali e Anna Oxa trionfavano a Sanremo, non era obbligatoria la cintura di sicurezza, dovevi sfilare lo stereo dalla plancia e portartelo dietro pure al cinema, si poteva passare la palla indietro al portiere, le partite si giocavano la
    domenica alle due e mezza, Agostino era ancora con noi, Antonio De Falchi, no – aveva appena pagato con la vita il suo immenso amore per i colori giallorossi, i tifosi della Roma tifavano la Roma (sic), Alberto Mandolesi era l’unico che parlava alla radio, i romani usavano ancora il romanesco, andare all’Eur era un viaggio, la Lambada era il primo tormentone della storia, per provarci con una ragazza ti dovevi sorbire un intero concerto di Claudio Baglioni, quando ci si incontrava si diceva “ciao rega’!” e il grande Robin Williams era il “mio Capitano” ne L’attimo fuggente.
    Di lì a breve anche quel ragazzo, Francesco, a forza di gol spettacolari e sublimi giocate sarebbe divenuto il “mio – il nostro, Capitano” e avrebbe reso me – tutti noi, un po’ più felici per 300 interminabili “attimi fuggenti”, diluiti in un lungo quarto di secolo della mia – la nostra esistenza. Quando fece il suo primo gol al Foggia, avevo i capelli lunghi e mi alzavo a mezzogiorno.

    Totti oggi sta per togliere il disturbo. Abbiamo l’euro, Marione, X Factor, Caressa, i palloni ufficiali sono leggeri come il supersantos, la pay tv e il pressing alto hanno rovinato il calcio, il centravanti ha il numero 94, l’Olimpico è diventato lo stadio più triste d’Italia, nonostante una Roma, spesso nobile (quando perde qualcuno scrive “squadra demmmerda” sui social), se saluti un amico gli dici “bella”! e i ragazzi attaccano bottone su Facebook. La mattina alle sei entro barcollante in cucina per accendere il caffè…
    Ecco, prima di parlare di lui, FRANCESCO TOTTI, maglia giallorossa numero 10, ultima, unica e irripetibile bandiera, vera leggenda vivente del calcio mondiale – parte fondamentale della mia – vostra esistenza di tifoso, per un attimo, dal mio canto, vorrei riflettere (per un po’). Anche voi, credo..

    • Grande Amedeo, penso che coloro che hanno avuto l’onore di vedere il Capitano esordire e la fortuna di assaporare dal vivo , allo stadio o davanti alla tv, i 300 attimi fuggenti di cui hai parlato (e fortunatamente io sono tra questi) non può che essere d’accordo con te su tutto. Eterno rispetto e amore per il più grande di tutti.

  2. grande amedeo anche io faccio parte della tua stessa gioventù….questo è francesco per chi ancora non lo ha capito…..immenso

  3. a me ‘ me vie da piagne a pensa’ che totti dovra’ smettere prima o poi de gioca’ a pallone. unico grande capitano mio

  4. Complimenti prof. Amedeo , grande cultura e grande amore per la magica. Tutti noi saremo sempre grati a Francesco per tutto il suo amore e dedizione alla Roma . Noi tifosi della Roma, a dispetto dei risultati ottenuti, saremo sempre ottimisti e positivi perché così nasce il tifoso romanista.

  5. Grazie amici, ma non sono un professore, fortunatamente. Sono soltanto un ex ragazzo di curva come voi, profondamente deluso dalla deriva che ha preso il tifoso della Roma contemporaneo. Francesco Totti, lui è veramente un grande, esempio inossidabile di fedeltà’. Non è uno di noi, grazie al cielo, perché noi, non avremmo avuto la sua forza per diventare quello che è: UNICO!! Rimanere a Roma è stata una scelta coraggiosa, altro che comoda, come dice qualcuno. Ha preferito l’immortalità a una Coppa Campioni o a un Pallone d’Oro qualsiasi, premi che hanno vinto anche personaggi come Cannavaro. Ha preferito la fedeltà alla sua gente invece della passerella al Bernabeu o a Milano, che avrebbe fatto rinnegando se stesso. Meglio pane e cipolla con i miei amici che il caviale con gli estranei..

    • 🙂 bello scritto. meriterebbe maggior visibilità.

      (anche se come puoi immaginare da quello che ho scritto altrove su alcune sfumature la vedo diversamente, ne condivido pienamente, in generale, il senso e la logica)

  6. grande amedeo bei ricordi chissa magari senza conoscersi passati vicini in curva o transferta se saremo scambaiti pure mezzo sigaretta e mezzo panino bei tempi

  7. NEL CONFESSIONALE: IL PARROCO: dimmi figliolo confessa i tuoi peccati. IL FIGLIOLO: Padre ho molto peccato ho nominato il nome di capitan FRANCESCO TOTTI INVANO. IL PARROCO: Figliolo ti assolvo Non lo fare piu’ e per penitenza dici 300.000.000 di volte GRAZIE CAPITANO DI TUTTO E PERDONAMI O IMMENSO

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