Al sito sportivo parla Alessio Riccardi, cresciuto nel settore giovanile della Roma e ora al Latina in Serie C. Le sue dichiarazioni:
A Trigoria i giocatori andavano e venivano ma te eri sempre lì: fiore all’occhiello di quel settore giovanile.
“Da piccoli eravamo tutti sullo stesso piano, intorno ai 15 anni le cose sono cambiate: ho fatto un anno sotto età con gli Allievi Nazionali e a 16 ero in Primavera”.
Di te Alberto De Rossi ha detto: ‘Era facile far diventare Alessio Riccardi un campione’.
“Per me è stata una persona importantissima, c’è sempre stato anche nei momenti difficili e gli voglio davvero bene. Con lui in Primavera ho sempre giocato tutte le partite fin dall’inizio, nonostante fossi più piccolo degli altri”.
Quant’è stato difficile vivere con l’etichetta del ‘nuovo Totti’ a Roma?
“Forse inconsciamente ha pesato un po’, ma io non ho mai avuto problemi. Ho sempre fatto quello che mi piaceva, magari essendo piccolo non capivo benissimo quello che avevo attorno”.
Quand’è stato il momento in cui hai fatto lo switch mentale da ragazzino della Primavera a talento che doveva dimostrare qualcosa?
“Quando ho capito che dovevo andare via da Roma per giocare. Fino a quel momento mi sentivo ancora un giocatore della Primavera e il problema era quello, forse perché ero troppo legato ai giallorossi”.
C’è stato un momento in cui hai mollato mentalmente?
“L’aver lasciato la Roma lo vedevo come una sconfitta, fuori da Trigoria per me non esisteva nulla”.
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Ci racconti un aneddoto sul debutto in prima squadra con Di Francesco?
“Arrivavo da due convocazioni con la prima squadra, in quei giorni i compagni di Primavera mi dicevano ‘vedrai che prima o poi esordisci’, e alla fine in Coppa Italia contro l’Entella sono entrato davvero”.
Il 26 maggio 2019 eri in campo per l’addio di Daniele De Rossi alla Roma.
“Era l’ultima partita del campionato Primavera, a Udine: mister De Rossi mi toglie al 60′ dicendomi che avrebbe dovuto farmi uscire al 45′ ma si era dimenticato. Io non capivo il motivo, di solito giocavo sempre 90 minuti. Poi mi dissero che Daniele per il suo addio voleva che ci fossero tutti, anche io e Stefano Greco che negli ultimi mesi ci stavamo allenando con la prima squadra”.
Nell’estate 2019 stavi per andare alla Juventus come contropartita nell’affare Rugani: ci racconti quei giorni?
“L’interesse da parte della Juve c’era, ma quando il mio agente Michelangelo Minieri me ne ha parlato, da parte mia non c’è mai stata apertura a lasciare la Roma”.
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In un’intervista hai parlato della tua amicizia con Calafiori.
“Ero in campo il giorno che si è rotto il ginocchio, è stato terribile. Oggi non ci sentiamo quotidianamente, ma siamo rimasti in contatto”.
Ci racconti quell’infortunio dal tuo punto di vista?
“Ricordo le urla di Riccardo, si era rotto tutto. Il giocatore del Basilea fece un brutto fallo e di solito in questi casi vai a dire qualcosa all’avversario, ma quella volta era talmente tanta la preoccupazione per Calafiori che neanche abbiamo pensato ad andare verso lo svizzero”.
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a me dispiace per questo ragazzo. Speriamo che depressione non lo distrugga e che, chissà , riemerga anche per miracolo
23 anni gioca in serie C, ha fatto anche una buona stagione ma quello è il livello.. Esaltare troppo i giovani delle volte porta a bruciarli in partenza
il male oscuro è davvero difficile da sconfiggere. speriamo che, ritrovando i risultati sportivi, possa lasciarsi alle spalle questo brutto periodo.
il guaio fu il contratto Monster che quel genio di Monchi gli fece, nettamente superiore ai valori di un primavera. lo hanno anche mal consigliato, non accettando una riduzione, che gli avrebbe garantito magari un’attenzione diversa della società e magari sistemazioni adeguate, se proprio il rapporto con Roma e la Roma si fosse incrinato.
sto ragazzo andava seguito anche perché era forte ma soprattutto perché a quell età è facile con tutti i soldi e complimenti che girano non capirci più na cippa e perdersi,con Mourinho in prima squadra c’era un attenzione superiore rispetto a prima forse non si sarebbe perso ma era già praticamente fuori ,anche questo bisogna dare atto ha Mou.
Credo che siano molti i fattori che influiscano sul rendimento dei giovani che dalle giovanili si affacciano in prima squadra, la tecnica , la testa, l’abnegazione nel lavoro quotidiano ma credo che nel calcio moderno sia il fattore fisico che fa la differenza, puoi essere tecnicamente forte ma se l’avversario ti sovrasta fisicamente non riuscirai mai a saltarlo( messi, jamal ecc. ecc. sono fuori categoria). Per fattore fisico non intendo un gigante ,ma magari essere dotati di grandissima velocita’. Un esempio e’ zalesky ottimo tatticamente e tecnicamente ma se incontra un Dumfries viene asfaltato.
Che talento sprecato, senza una spiegazione razionale
Non c’è niente da fare, quando un calciatore è forte, per “forte” si intende “tecnica + capoccia”. Quasi -quasi- con una prevalenza sulla capoccia. La tecnica da sola non basta, il talento da solo non basta. Se un pischello che esce dalle giovanili non riesce a fare quello step, evidentemente non è che debba essere bollato come “pippa”, ma non è “forte”, è qualcos’altro; e questo qualcos’altro non è compatibile con una carriera di alto livello. Mo’ che ci penso, peraltro, vale anche per gli altri mestieri.
Peccato, ma la sua parabola deve essere un monito per i ragazzi della primavera: non basta il talento, ci vogliono cuore e coraggio.
E testa. ma tanta.
In Serie C comunque guadagna dai 30k euro in su, stipendio dignitoso per moltissime persone, anche se lo potrà fare per altri 10 anni circa. Poi dovrà rifarsi una vita, ma non è il solo. Spero si sia messo da parte qualcosa dei 700k euro che gli ha regalato Monchi.
Calafiori si infortunò contro il Viktoria plzen, il Basilea è dove poi è andato a giocare
Peccato per il mancato pacco da 10 mln alla Giuve…
urge la roma U23 , urge come il pane , il vino …e la porchetta ; p che si riprenda la buna usanza di fargli fare un anno in prestito secco in B
Riccardi è un esempio di scuola di abbaglio collettivo.
Giocatore tecnico, romano e romanista, giocava con la fascia al braccio e la maglia n. 10 e molti ci sono cascati.
Purtroppo tra primavera e calcio vero ci sono diversi gradi di separazione e per uno che ce la fa, molti altri sono destinati a breve ad uscire dal circuito professionistico o al massimo a trovare la loro collocazione nelle serie minori.
Purtroppo a Riccardi è stato concesso sin da subito un contratto a cifre tali da diventare la sua salvezza e la sua condanna contemporaneamente.
Salvezza perché i soldi guadagnati in quei 4 anni sono molto più di quanto un lavoratore comune può sperare di portare a casa in un’intera vita di fatiche.
Condanna perché con quello stipendio si è precluso ogni possibilità di fare la necessaria gavetta nelle serie minori.
La sua vicenda dovrebbe servire da monito a tutti quelli che, inevitabilmente, ad ogni fine stagione emettono grida di dolore per le cessioni a pochi soldi dei nostri primavera.
In realtà negli ultimi 20 anni i rimpianti si contano sulle dita di una mano, mentre nella gran maggior parte dei casi quelle cessioni sono state la salvezza dei giocatori che in tal modo hanno potuto giocarsi le chances di una collocazione nel calcio dei grandi, nonché fonti di introito per le nostre casse e di buona fama per il nostro settore giovanile (un giovane talento sarà portato ad andare a giocare dove pensa di poter crescere per poi essere immesso nella trafila che porta al calcio che conta, piuttosto che di finire in una prigione che ingabbia le sue chances di successo).
E’ più facile il salto di serie per alcuni ruoli.
Per il tipo di giocatore che è assurdo pensare che all’esordio possa fare il numero 10 ovvero il regista avanzato, ruolo peraltro che nel calcio moderno sta scomparendo per mancanza di qualità .
Devi essere un fuoriclasse assoluto per esordire con successo in quel ruolo.
Nel calcio di oggi qualsiasi allenatore ti preferisce un cursore box to box o una mezzala che sappia difendere.
Ha sbagliato epoca, purtroppo.
però chi ha un modric se lo tiene e lo fa giocare fino a 39 anni
Seguo il Latina da parecchio l ho visto giocare decine di volte. La C è il suo livello.
se la roma avesse avuto la squdra b molto probabilmente non avrebbe fatto questa carriera in serie c
Nel 2019 Riccardi fu convocato in Nazionale A da Mancini. Non era pertanto un bluff, come sostenuto a più riprese da tanti babbei, ma un giovane con qualità importanti. Se poi le cose non sono andate per il verso giusto, questo fa parte dell’imponderabilita’ che governa le vicende umane, pallone compreso.
A come no, ricordo bene Mancini disse: “La Roma deve puntare su Riccardi perché lo dico IO e IO di calcio ci capisco”…
O non era Mancini? Sai che non mi ricordo?
Era Stoka’….
All’estero lo avrebbero buttato nella amicizia 17 anni, gran talento ma rimanere un un ambiente ovattato per lui gli ha fatto male, aspettava la Roma, la prima squadra…. ma evidentemente una squadra dove farsi le ossa a 17 anni lo avrebbe aiutato.
nella mischia e non nell’amicizia *
scusate
per sto tizio perdemmo Verratti!!!!🤦🤦🤦
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.