Garcia sceglie Totti: «Lui con Dzeko: si può»

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NOTIZIE AS ROMA (Gasport, A. Pugliese) – In passato li aveva accostati spesso, proprio in virtù di quel nome lì. Ieri Rudi Garcia è andato oltre ed allora ora bisognerà capire come la prenderà il Papa. «Francesco Totti è una stella, un giocatore incredibile. E a Roma non si sa chi sia più importante, se papa Totti o Papa Francesco». Già, anche se poi la stima e l’affetto devono fare i conti con il fisico e gli anni che passano. Così Totti finora è rimasto in disparte, ma domani a Frosinone potrebbe scrivere un’altra pagina della sua storia.

FRANCESCO ED EDIN – Garcia deciderà oggi, ma intanto ha iniziato a tratteggiare il futuro di Totti.«Il capitano sta bene, è incredibile se pensiamo che tra pochi giorni farà 39 anni – dice il tecnico a Rmc –. Lui non chiede trattamenti particolari, ma noi lo gestiamo. È straordinario, ci aiuterà in campo e fuori. Quando sono arrivato qui gli ho detto che il mio obiettivo era vincere dei titoli con lui e ne sono ancora convinto al 200%. Non so quando vorrà smettere, ma finché continuerà a divertirsi e ad allenarsi come adesso sarà sempre un giocatore importante. Anche se andrà gestito diversamente dagli altri». Per capire anche se potrà davvero convivere con Dzeko. «Nel 4-3-3 possono giocare insieme contro una difesa a 5, con uno dei due che giocando largo non avrebbe grossi compiti difensivi. In Italia difende così circa il 40% delle squadre, tra chi gioca a 3 con due esterni e chi proprio a 5, in Champions il 2-3%. Altrimenti bisogna cambiare sistema: 4-3-1-2 o 4-2-3-1 con Totti trequartista. O anche 4-4-2. Ci stiamo lavorando su sempre di più».

MATUSA & CHAMPIONS E allora Garcia (ieri sera con la compagna Francesca Brienza al concerto di Morandi e Baglioni) si tuffa nell’attualità, che poi vuol dire Frosinone e Barcellona, uno dietro l’altro.«Vogliamo portare a casa subito un’altra vittoria. Abbiamo fatto un mercato di qualità, optando per una rosa più ristretta, in particolare sui difensori centrali, ma con tanti giocatori intercambiabili. Pensiamo a Florenzi che può giocare in tutti e tre i reparti o a De Rossi che con la Juve ha giocato una gran partita come difensore. Se avremo un po’ di fortuna dal punto di vista degli infortuni, potremo essere competitivi. Digne? A Parigi è maturato molto. Magari fa come Maicon il primo anno, una stagione super e si prende l’Europeo». Per iniziare, però, mercoledì ci sarà la Champions. «Il Barcellona è una macchina che fa paura. Tutti sono convinti che farà 18 punti e quindi anche 6 contro di noi, ma nel calcio a volte esistono i miracoli. Non abbiamo niente da perdere, dobbiamo dare tutto per ribaltare il pronostico, lasciando nello spogliatoio la sensazione vissuta nella recente amichevole, quando abbiamo subito sempre il loro gioco. L’obiettivo è di qualificarci al prossimo turno».

PIANETA FRANCIA Intanto, però, Garcia si accontenta di essere uno dei pochi rappresentanti francesi in Europa («Ad alti livelli siamo pochi, io e Wenger, ma è una scuola di livello»). E chissà che un giorno non arrivi alla nazionale. «Per ora c’è Deschamps, grande allenatore e persona di qualità. Poi vedremo cosa succede. Io mi sento romano al cento per cento e sogno di vincere qui. Siamo quasi al sud dell’Italia, ma la passione dei tifosi va moltiplicata per dieci rispetto al sud della Francia. Il mio compito è tenere tutti con i piedi per terra, qui si passa velocemente dalla gioia al catastrofismo. Rabiot? Lo continuiamo a seguire, come tutti i miglior giocatori». Alcuni se li è portati a casa, altri li sta per rilanciare. Come Francesco Totti, quello che a Roma conta più del Papa.

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